Un romanzo rosa per il debutto in questa casa editrice da parte di Barbara Morini. Lasciami perdere, però, non è solo un romanzo rosa nel vero senso della parola; ci trovi dentro la vita, quella vera, sia della protagonista Francesca e che del protagonista Steno.
Due anime e due vite tanto diverse da trovarsi sul loro percorso come nessuno mai aveva fatto nei loro confronti; non uno opposto all’altra più che altro complementari in un modo tutto loro.
Inizio questa recensione dalla fine, sì proprio da uno stralcio dell’ultimo capitolo. Un capitolo che da solo contiene tutta l’essenza del libro; non posso dirti molto di più ma ti chiedo di tenere bene in mente questa frase mentre leggi e mi darai ragione quando dico che a più di un personaggio la si può legare.
Poi, improvvisamente, lo spazio dove si trovava venne aperto; le sue poche certezze sconvolte; il buio sostituito da una luce che la costrinse a tenere gli occhi chiusi
Brava a Barbara Morini per aver concluso un modo originale
Chiudi il libro ora. Farfalle. Tante farfalle tutte uguali in copertina, tranne una. Completamente diversa dalle altre, rossa come poche se ne vedono, un colore intenso che, anche involontariamente ti porta ad osservarla. Perché far cadere lo sguardo su una farfalla rossa? E perché questa immagine intensa per un titolo, Lasciami perdere, che ha il significato di allontanare qualcuno? Due opposti
Steno è un ginecologo di fama, non solo per la bravura nel suo lavoro ma anche per la sua bellezza; la sua personalità è offuscata da un velo di malinconia e solitudine che lo fa apparire inarrivabile per tutte le sue pazienti. Descritto molto bene sia a livello fisico che caratteriale è un personaggio che risulta da subito simpatico, per quel suo modo di fare, per non avere peli sulla lingua, per essere se stesso in tutto e per tutto.
Francesca è giovane e debole, così debole da potersi spezzare. Una giovane donna ferma a quando era nel fiore dei suoi anni, quando da adolescente sognava il grande amore e passava le serate con le amiche. Qualcosa dentro di lei si è spezzato e Barbara Morini fa urlare il dolore di Francesca attraverso un corpo trasformato, una vita in solitudine e l’allontanamento dagli affetti.
Anche in questo caso le descrizioni sono precise e puntuali, niente di più e niente di meno di ciò che serve per individuare la protagonista, per esserle a fianco in un percorso di rinascita lungo e difficoltoso. Scoprirete con piacere un personaggio tutt’altro che stereotipato; la sua bellezza sta proprio nell’essere normale.
Altri personaggi rilevanti non ce ne sono, se non la Contessa che è il collante di alcuni quadri costruiti per dare spessore alla trama sia per quanto concerne la professione e la vita di Steno sia per il divenire di quella di Francesca. La Contessa di per sè non ha nulla a che vedere con gli eventi principali, ma Barbara Morini riesce a utilizzare questa figura per accentuare quello che è Francesca.
La scrittura è fluida, non ci sono errori di alcun tipo. Il punto di vista sia di Steno che di Francesca è ben bilanciato; mi è molto piaciuta la diversità netta di linguaggio tra i vari personaggi che fa sì che si identifichino facilmente, così come ho apprezzato l’articolo la a precedere alcuni nomi propri. Tipico di alcune zone d’Italia.
Un bel libro, da leggere tutto d’un fiato.