In libreria e presentato anche al Salone del Libro di Torino, il romanzo di Sinan Antoon intitolato L’archivio dei danni collaterali. Il libro, edito da Hopefulmonster, ha la traduzione dall’arabo di Ada Barbaro e marca fortemente la necessità di non cadere nell’oblio di quello che accade in guerra e l’importanza di conservare la memoria, il ricordo di tutto ciò che viene distrutto da questa bestia orribile.
Vediamo insieme la trama del romanzo!
La trama de L’archivio dei danni collaterali di Sinan Antoon
Nameer, un giovane studioso iracheno che ha conseguito il dottorato ad Harvard, viene assunto da alcuni registi per documentare la devastazione dell’invasione dell’Iraq nel 2003.
Durante un’escursione a Baghdad, Nameer si avventura in via al-Mutanabbi, famosa per le sue librerie, dove incontra Wadood, un eccentrico libraio che sta cercando di catalogare tutto ciò che è stato distrutto dalla guerra: da oggetti, edifici, libri e manoscritti, flora e fauna, a esseri umani.
Nameer rimane ossessionato dall’archivio e dal progetto di Wadood e, ripensando alla sua vita a New York, scopre quanto sia profondamente intrecciata ai frammenti del passato e del presente della sua terra. Quasi un “esercizio di paesaggio”, stilisticamente ambizioso, tra i relitti della guerra e il potere della memoria.
L’autore Sinan Antoon
Sinan Antoon, poeta, romanziere e traduttore, è nato a Baghdad nel 1967 da padre iracheno e madre americana. Ha studiato letteratura inglese all’università nella capitale irachena. Dopo la Guerra del Golfo del 1991 si trasferisce negli USA, dove prosegue gli studi a Georgetown e ad Harvard, laureandosi in letteratura araba nel 2006 con una tesi sul poeta Ibn al-Hajjaj.
Le sue poesie e i suoi articoli sono apparsi su numerosi giornali e pubblicazioni nel mondo arabo, tra cui as-Safir, an-Nahar e Masharef, così come su The Nation, al-Ahram Weekly, Banipal e World Literature Today sia in inglese che in arabo.
Una raccolta delle sue poesie è stata tradotta dall’arabo all’inglese e pubblicata nel 2007 come The Baghdad Blues. Il suo romanzo d’esordio I’jaam (2003, inglese: I’jaam, An Iraqi Rhapsody) è stato tradotto in varie lingue e descrive la vita quotidiana di un giovane studente iracheno e i suoi sforzi per sopravvivere tra amore, paura, sorveglianza permanente e sogni nell’Iraq di Saddam Hussein.
La narrazione oscilla con rapidi e sapienti spostamenti tra diversi livelli di tempo e realtà, tra prigionia e libertà, presente, sogno e passato, ed è caratterizzata da un attento mix di linguaggio quotidiano e prosa raffinata. Le ferite della storia irachena sono al centro del film documentario About Baghdad (2004), di cui Antoon è stato co-produttore e co-regista.
Il film racconta la storia degli iracheni in un Iraq liberato dalle truppe statunitensi. È, nelle parole di Antoon, un film semplice in cui persone perfettamente normali hanno risposto a domande perfettamente normali con l’obiettivo di mostrare al pubblico occidentale la vita quotidiana semplice, per lo più nascosta durante la guerra e le sue conseguenze.