L’amore non basta di Sabrina Carli, selfpublishing, è un libro che ci parla di giustizia, legalità e di come, alle volte, proprio l’amore non basta a far sì che tutto vada per il verso giusto. Spesso occorre altro, un sostegno a questo amore che, purtroppo, non è la soluzione a tutte le difficoltà che possono incappare nel percorso della vita di ciascuno di noi.
Questa è la personale storia di un gruppo di ragazzi: Anna, Maria, Antonio, Vincenzo, Pasquale, Gennaro. Ragazzi con ideali diversi, valori che si pongono agli antipodi come il giorno e la notte, il bene e il male. Questo libro copre un periodo che va dal 1995 al 2001, durante questi lunghi anni tante sono le vicende che incontriamo; tutto inizia qualche anno dopo i tragici eventi occorsi ai Giudici Falcone e Borsellino.
Palermo – città protagonista – è ancora scossa dai drammatici fatti, qualcosa si è smosso, gli ideali di questi onorevoli Uomini hanno preso a vivere in molti giovani, tra di loro Anna, tenace e coraggiosa che vuole seguire le loro orme, ma sul suo cammino incappa Pasquale, giovane tenebroso e temuto figlio del più potente boss locale.
Lei saprà tenergli testa, ma a cosa la porterà questo?
Troviamo Maria, una giovane che spesso penserà solo a raggiungere i propri obiettivi seppur scendendo a compromessi – di certo non meritevoli – incurante di ferire, con il suo atteggiamento, i sentimenti altrui.
«Altro che umile! Fin da piccola aveva imparato a fare la faccia d’angelo e nello stesso tempo ad agire con scaltrezza alle spalle delle persone.»
Perché lo fa? Forse dietro questo atteggiamento spesso spavaldo e menefreghista si cela qualcosa di recondito? E Gennaro, compare di Pasquale, cosa c’entra con lei?
Le vicende – e l’anima – di questi ragazzi verranno scandagliate, insomma messe a nudo: fatti tristi, fatti forti come uno schiaffo in pieno viso, situazioni di riscatto morale e redenzione.
L’amore non basta: a te la cover!
La copertina di questo libro vede una distesa d’acqua della quale non possono scorgersi i confini: il mare. Questo mare che ti rinfranca l’anima, che ti distende i pensieri, che ti libera la mente: questo mare che abbraccia il cielo, formando un tutt’uno; è vero, il mare può anche essere burrascoso, può ingenerare tempeste, mettere a repentaglio vite umane ma anche un mare tempestoso può aiutarti a riflettere, può placare il tuo cuore in tumulto.
Poi sulla spiaggia, di spalle, tre ragazzi: due, un uomo e una donna, si tengono per mano, poco più distante un altro ragazzo. Cosa può significare? Che le vicissitudini di questi ragazzi sono come il mare? Che alternano a momenti di tranquillità a momenti di grandi burrasche? Per chi vive in Sicilia, regione nella quale è ambientata la nostra storia, il mare è parte integrante della vita di ciascuno degli abitanti con il suo profumo, il suo calore e colore: non penseresti mai ad una esistenza senza di esso.
Ecco, se guardo questa cover mi sento confortata, ma al tempo stesso questa potrebbe distogliere da ciò che è il reale contenuto del libro: una storia forte e vera come la verità e la presa di coscienza che non sempre tutto è come noi desideriamo.
L’amore non basta: è realmente cosi?
Sì, mio malgrado, ritengo che sia così. Non sempre l’amore è bastevole a superare le difficoltà: molto spesso occorre anche quella forza di volontà che puoi trovare solo in te stesso e nel tuo essere, e non sempre e non tutti ci riescono. Se accanto, però, hai le persone giuste, coloro che ti regalano una angolazione diversa dei fatti, allora sì, puoi farcela.
Il romanzo inizia con uno stralcio della notoria canzone di Fabrizio Moro, Pensa, successivamente troviamo una riflessione sui fatti delittuosi accaduti nel 1992 ai Giudici Falcone e Borsellino.
Il libro si suddivide in tre parti più un epilogo. Ognuna di queste ha una propria titolazione, al loro interno poi troveremo vari capitoli contrassegnati solo dal numero. Ciascuno di essi ha una diversa lunghezza, ad ogni modo non sono mai troppo lunghi. Essendo la narrazione ambientata per la maggior parte in Sicilia nella stessa sono intercalate espressioni tipiche dell’idioma di questa Regione: per ciascuna di queste è riportata una nota a piè di pagina che ne indica il significato. Il dialetto siciliano connota in sé la rappresentazione di un popolo forte, caratteristico e colorito.
Durante la lettura ho riscontrato qualche refuso, quantomeno nella versione ebook, che ne richiederebbe una rilettura. La scrittura è scorrevole, la storia ha un ritmo narrativo che si disloca in un crescendo: va ad aumentare sempre più. Quasi all’inizio della storia, difatti, puoi già scontrarti con un fatto che non ti aspetti e che quindi segna un colpo di scena. È altresì presente una digressione nel corpo della storia, digressione che, però, viene ripresa poco dopo perché raccontata proprio dall’interessato: ecco, forse io avrei scelto l’una o l’altra soluzione perché da questo punto di vista mi è sembrata un po’ come una ripetizione.
Oltre ai personaggi principali si stagliano altre figure che, a loro modo, avranno comunque un ruolo non indifferente: per ciascuno di essi è stato ritagliato un ruolo apposito e definito.
Da siciliana – e da donna per la quale Falcone e Borsellino sono l’esempio massimo della giustizia, della lealtà e del coraggio – mi sono calata perfettamente nella vicenda e forse io ho potuto leggere il romanzo con occhi diversi da come lo potrebbe fare una persona che non appartiene a queste realtà. Ho molto apprezzato il romanzo dell’autrice – e sempre da siciliana – mi chiedo se sia davvero così facile che certe meccaniche descritte nel libro accadano così verosimilmente. Magari lo fosse: di certo le cose sarebbero diverse.
Preciso che mi è piaciuta la storia e come sono stati descritti i personaggi, il coraggio che ciascuno di loro – seppur in diversa maniera – ha trovato, in particolare Pasquale, un ragazzo che forse dietro quell’apparenza dura e strafottente, atteggiamento tipico da appartenente ad una cosca mafiosa, in realtà nasconde un animo diverso e combattuto tanto che da indursi, esso stesso, alla riflessione
«Io non ho scelto di essere figlio di mio padre. Quand’ero piccolo, i miei compagni di classe non volevano mai giocare con me. Le loro madri dicevano che ero pericoloso.»
Vorrei che tutti avessimo quel coraggio degli stessi personaggi descritti in questo romanzo, vorrei che tutti avessimo quella forza di dire no, non ci sto! Se però ti trovi imbrigliato in situazioni molto più grandi di te, è naturale che tu possa trovare difficile, se non impossibile, pronunciare quelle quattro parole, ma in fondo, se lo vogliamo, e come Falcone e Borsellino ci hanno insegnato, nulla è veramente impossibile, niente e nessuno può calpestare le nostre idee e i nostri valori, nessuno può impedirci di camminare a testa alta.
«Si chiese se la verità, quella che solo lui sapeva, avrebbe potuto cambiare qualcosa. Ma era il figlio di uno dei boss più potenti e temuti della città ed era un marchio che si sarebbe portato a vita. Nulla avrebbe potuto avvicinarlo ad Anna. Nemmeno la verità.»