Come si fa ad affrontare il dolore degli altri?
Come si fa ad andare avanti sapendo di poter morire da un momento all’altro?
Come si sopravvive alla morte di una persona cara?
Queste e altre domande ce le siamo fatte in molti, qualcuno se le fa per indole, ci pensa perché non può farne a meno, perché è sopraffatto dalla paura, qualcuno se le fa dopo aver raggiunto i quarant’anni, qualcuno non se le farà mai.
Ad ogni modo si può scegliere di credere in Dio e in una vita oltre la morte, oppure no; si può anche decidere di non pensarci cercando di cancellare ogni pensiero a riguardo, ma questi sono solo dei modi per affrontare una realtà della quale non siamo padroni.
La morte, purtroppo, non è qualcosa che si può rimandare e prenderne consapevolezza può aiutare a sentirsi pienamente vivi.
La vita è così imprevedibile che quando meno te l’aspetti ti mette di fronte alle tue stesse fragilità e su quelle insiste fino a quando non le affronti.
Un evento improvviso, come la possibilità dell’affacciarsi di una nuova vita, può costringere a fermarsi, pensare, ascoltare, parlare, nonostante la frenesia del quotidiano, come è capitato anche a Leda e Laura, una madre e una figlia in: “La parte migliore” di Christian Raimo.
Raimo, oltre ad essere uno scrittore, insegna a scuola ed è anche un attivista, assessore alla Cultura nel Municipio III di Roma.
Nel suo libro c’è un po’ di tutto questo, il suo punto di vista da uomo, quello da insegnante, sempre a contatto con le nuove generazioni, e da politico, con sguardo critico sulla sua città: Roma.
Nell’interessante intervista di Jolanda di Virgilio de “Il libraio”, Raimo si racconta proprio in occasione dell’uscita del suo romanzo “La parte migliore”.