Juls Way esordisce con Words Edizioni con un romanzo storico dal titolo La seconda moglie.
Quando mi è stato chiesto di recensire questo libro non ho avuto remore nell’accettare, i romanzi storici in generale mi piacciono, quelli ambientati in Inghilterra alla fine del 1800 ancora di più. Così ho iniziato a leggere La seconda moglie di Juls Way, autrice a me sconosciuta.
Prima di addentrarmi nella recensione vera e propria vorrei soffermarmi sulla cover e fare un passo indietro. Da quando è nata la Words edizioni penso di aver recensito tutti i loro libri e ringrazio in primis Anita Sessa per la possibilità che mi viene data ogni volta.
Quindi sono passata da Lasciami perdere di Barbara Morini a L’amore e tutti gli altri rimedi della stessa Anita Sessa; da Non merito il tuo amore di Samantha L’Ile a Il Farabutto e la Sgualdrina di Pitti Duchamp.
Insomma un po’ di tutti i generi, alcuni più nelle mie corde altri meno, ma una cosa li unisce tutti: la cura che la casa editrice mette nel proporre questi scritti e ciò lo puoi notare fin da subito: un plauso a chi disegna le cover di questi libri, sempre molto belle e soprattutto inerenti il testo che si va a leggere.
Ti parlo ora di questo libro. Un testo semplice, dove la trama si snoda senza troppe congetture stilistiche. Gli eventi si susseguono in modo lineare e si incastrano tra loro senza alcun problema.
Anche i salti temporali, nei capitoli in cui si torna indietro nelle descrizioni dell’anno precedente per Lavinia o addirittura di venti anni prima per il padre, sono posizionati in modo tale da non disturbare il filo conduttore principale.
Gli eventi si snodano tra Londra e la Cornovaglia con alcuni passaggi in altre località; le descrizioni sono essenziali, nulla più di quello che può servire per identificare gli spazi, soprattutto gli esterni. Mi sarebbero piaciute delle descrizioni ancora più accurate che dessero una rilevanza maggiore ad alcuni luoghi che fanno da sfondo alla vita di Lavinia.
Non mancano nelle descrizioni degli interni quando, ad esempio, si parla di alcuni momenti particolari grandi abitazioni:
A Rigens Place il tè veniva sempre servito alle quattro da Daisy, la giovane cameriera, nella stanza blu con i mobili in palissandro e i sofà imbottiti. Grandi finestre dalle pesanti tende davano sul giardino. Era una delle stanze più luminose e più eleganti della casa.
Chi è per Juls Way La seconda moglie?
Se rispondessimo in modo semplice a questa domanda potremmo dire che La seconda moglie è Lavinia Roseland, figlia del Conte di Carvanon, che sposa lord Edward Montegue per questioni economiche e politiche e non per suo volere.
Se ci mettiamo nei panni di Edward Montegue, la seconda moglie è prima la possibilità di una carriera politica, poi il tentativo di riscatto per una vita non sempre semplice, infine il vero amore.
Se alla domanda rispondesse la stessa Lavinia allora direbbe che è la moglie che non ha freni, la moglie che vuole la sua libertà, la moglie che si rende conto che si più essere liberi anche senza restare soli.
“Allora ditemi lady Montegue, come immaginate la donna del nuovo secolo?” […]
“Libera”, rispose senza pensarci. Una luce particolare le illuminava gli occhi scuri.
La protagonista assoluta è questa giovane sposa, ma prima di tutto giovane donna, che alla fine del ‘800 vorrebbe che le donne avessero molta più libertà. Un personaggio costruito molto bene, che riesce a reggere il confronto con gli uomini che entrano ed escono dalla sua vita; Juls Way ha creato attorno a questa ragazza tutto il romanzo e lo ha fatto molto bene.
Il padre con il suo segreto, la madre e la sua vita non vissuta, il marito con il carattere forte, e anche la servitù ruotano facilmente intorno a Lavinia e rendono piacevole la lettura del romanzo e gli intrighi che solo alla fine verranno svelati.
Avrei messo in evidenza il rapporto di Lavinia con i genitori soffermandomi di più su queste due figure così diverse tra loro ma così importanti; il Conte di Carvanon meritava di essere approfondito come uomo e come padre.
Mi ha piacevolmente sorpreso che l’autrice sia riuscita a far convivere rapporti differenti senza metterne nessuno in primo piano così da non far capire, se non nelle ultime pagine, cosa ci fosse alla base di tutta la vicenda principale.
Direi: complimenti!