La lettura di Wonder di R. J. Palacio, edito da Giunti, è stata una sorta di rigenerazione mentale, un momento di meditazione su cui soffermarsi e fare un esame di coscienza. È un libro che ho divorato perché ogni pagina letta possiede dei consigli da mettere in pratica nella vita quotidiana e affronta un tema che abbiamo trattato la settimana scorsa, quello della disabilità.
L’autrice infatti descrive la diversità in modo totalmente naturale, senza appesantire e con molta delicatezza, insomma in modo perfetto.
Wonder è un romanzo di successo nato nel 2013 che ancora oggi si pone nella classifica dei libri per ragazzi più letti e in effetti nelle librerie lo puoi trovare nella narrativa per ragazzi (consigliato dai 10 anni in su): ma siamo sicuri che sia un libro solo per bambini?
Io credo che sia adatto a tutti e lo spiegherò meglio con la mia recensione.
La recensione di Wonder di R. J. Palacio
Gli scrittori hanno sempre un’ispirazione che li porta a far nascere un’opera letteraria e la scrittrice Palacio ha una storia molto curiosa a riguardo: mentre per il titolo del libro si è ispirata a una canzone omonima di Natalie Merchant che fa emergere il tema del diverso, per la storia è stata ispirata da un fatto accaduto di cui Raquel Jaramillo, nome reale della scrittrice, non ne va particolarmente fiera.
Un giorno, mentre si trovava al parco per prendere un gelato insieme ai figli, la donna ha incontrato una bambina affetta dalla sindrome di Treacher Collins. Alla vista della piccola, la prima reazione di Raquel è stata quella di alzarsi di scatto dalla panchina e allontanarsi il più velocemente possibile per timore che il figlio minore di tre anni, vedendola, potesse spaventarsi e iniziasse a urlare.
Il disagio, la vergogna e il comportamento non esemplare hanno portato l’autrice a scrivere Wonder, con l’obiettivo di redimersi, far conoscere meglio quella sindrome ai lettori e creare un momento di riflessione.
E devo dire che il libro che ne è nato è assolutamente intenso, ricco di emozioni altalenanti che ti fanno immergere in una storia il cui tema portante è la gentilezza, il valore della famiglia e dell’amicizia, il rispetto verso gli altri e la disabilità non più vista come situazione estranea ma assolutamente normale.
Ora analizziamo insieme la trama, senza spoiler ovviamente!
La trama di Wonder
So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali, naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l’Xbox. E cose come queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire dentro.
August, per gli amici Auggie, ha dieci anni ed è il protagonista di questa storia emozionante. Questo bambino soffre di una rara deformazione facciale che lo ha devastato psicologicamente e fisicamente (ha subito più di 25 interventi chirugici). Lui si nasconde alla vista del mondo grazie al suo casco d’astronauta e riduce ai minimi termini la socializzazione. Infatti Auggie non frequenta la scuola, studia a casa con la madre fino al fatidico giorno in cui i genitori decidono che è arrivato il momento di prendere il volo e iniziare ad affacciarsi al mondo reale, e così il ragazzo inizia a frequentare il primo anno di scuola media.
È un passaggio importante per un bambino che segna l’inizio dell’adolescenza e per August è un triplo salto mortale da affrontare, senza protezioni, senza casco da astronauta in testa. Inizia una vera avventura per lui tra alti e bassi, risatine e prese in giro, scene di bullismo, false amicizie ma anche aspetti positivi.
Riuscirà Auggie a spiccare il volo? Ce la farà a vivere alla luce del sole, senza più paure e nascondigli? Lo scoprirai leggendo questo meraviglioso libro.
Via, una sorella inclusiva
Uno degli aspetti che mi ha colpito particolarmente di Wonder è stato l’utilizzo da parte dell’autrice di capitoli aggiuntivi in cui erano presenti vari punti di vista della storia: troviamo infatti il racconto di Via, la sorella di August, da Summer e Jack, i suoi nuovi amici e compagni di classe, da Miranda, una vecchia conoscenza e infine da Justin, il fidanzato di Via.
Uno dei personaggi che ho amato è sicuramente la sorella di Auggie: una ragazza che è cresciuta in fretta, che ha sacrificato tempo e amicizie per mettere sotto la sua ala protettiva il fratello, una sorella che ha donato più di se stessa e che ha sofferto insieme a lui, trascurando i suoi bisogni e gli abbracci della mamma per fare in modo che August fosse al centro dell’attenzione e della premura dei genitori.
Ma deve crescere, adesso. Dobbiamo lasciarlo crescere. Dobbiamo aiutarlo a crescere. Ecco che cosa penso: abbiamo speso talmente tanto tempo a cercare di far credere ad August che era normale, che adesso lui pensa davvero di essere normale. E il problema è che non lo è.