Ho avuto il piacere alcune settimane fa di ascoltare in talk show una interessante intervista a Tiziana Ferrario. volto noto della RAI autrice del suo ultimo romanzo La principessa afgana
Di lei non si può che tessere le lodi: giornalista conduttrice e soprattutto inviata di guerra, esempio significativa di una categoria che ha sempre inseguito e testimoniato una cultura del giornalista lontano dai condizionamenti politici e dalle spettacolarizzazioni della notizia.
La principessa afgana, l’ultimo romanzo della giornalista della RAI, da sempre impegnata per i diritti delle donne
Una carriera la sua iniziata fin da giovanissima, dettata da un passione enorme verso il giornalismo e l’informazione. Negli anni ’80 la Ferrario passa da TeleMilano alla sede Rai come praticante, lavorando come inviata per radio e televisione, e conducendo l’edizione regionale lombarda del TG3.
Suoi molti spazi inseriti in programmi importanti dedicati alle problematiche sociali dei ragazzi per i quali, successivamente ha curato Il TG dei ragazzi, premiato più volte con il Telegatto.
Riservata nella professione come nella vita, Tiziana Ferrario non ha mai ceduto alle lusinghe dei compromessi, preferendo lottare per il diritto ad una informazione libera e indipendente. Il suo allontanamento nel 2010 dalla conduzione del TG da parte del Direttore Augusto Minzolini, allora strenue difensore della linea editoriale Berlusconiana fece scalpore per le motivazioni per le quali la decisione fu giustificata.
La reazione della Ferrario fu immediata. Per nulla intimorita e suon di carte bollate la giornalista ottenne di essere riammessa al ruolo testimoniando quanto fosse importante lottare per il diritto equo dell’informazione.
Non solo, la magistratura, confermando l’abuso di ufficio, condanno il caro Minzolini a 4 mesi di reclusione, pena che successivamente, guarda caso, fu annullata per prescrizione.
Una carriera lunga quarant’anni quella di Tiziana Ferrario impegnata anche come corrispondente da New York e da inviata per la politica estera per la quale ha raccontato la guerra e le crisi umanitarie, un impegno che le è valso nel 2003 la nomina di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Tra le esperienze più forti quella di raccontare prima il Pakistan e in seguito l’Afganistan, sottomesso ai Talebani e privato di qualsiasi diritto di liberta politico e culturale. Un diario di guerra che nel 2006 la Ferrario trasforma nel suo primo libro Il vento di Kabul, Cronache afgane edito da Baldini & Castoldi Altri suoi libri sono Orgoglio e pregiudizi edito nel 2017 da Chiare lettere ccon il quale pubblica anche Uomini, è ora di giocare senza falli!uscito nel 2020.
A Roma poi la giornalista entra in confidenza con Homaira, principessa afghana in esilio a Roma e nipote dell’ultimo sovrano afgano Re Zahir Shah, l’uomo che ha governato il paese per quarant’anni, dal 1933 al 1973, prima di essere spodestato con un colpo di stato. Una storia vera, fatta di libertà e diritti civili violati, una testimonianza che ha bisogno di essere evocata.
La principessa afgana una storia vera, il romanzo che racconta
l’impavida resistenza delle donne afghane
La principessa afgana ( Chiarelettere) racconta la storia di una donna afghana, tenace tessitrice di pace, la cui famiglia è stata brutalmente cacciata e costretta all’esilio.
In un mondo sospeso tra la vita e la morte, la principessa osserva il sangue che è tornato a scorrere nella sua terra, si prende cura delle donne che bussano alla sua porta, mentre gli integralisti avanzano seminando odio e vendette.
È ancora vivo in lei il ricordo di un tempo in cui l’Afghanistan era meta di viaggiatori e paradiso degli hippie, terra di cultura e tradizioni millenarie, dove le donne non venivano lapidate negli stadi.
In pagine toccanti e appassionate, Tiziana Ferrario lascia entrare e uscire le storie e le voci che immortalano la quotidianità di un paese a rischio oblio. Sono le storie e le voci di chi ha scelto di seguire la propria vocazione.
Giornaliste, insegnanti, medici, sminatrici, ma anche sportive, poliziotte, giudici, musiciste, disegnatrici, appassionate di costume e moda. La faccia di una generazione che non si vuole fermare, anche se la vita è diventata impossibile.
Serviva la forza viva della narrazione per ripercorrere quasi un secolo di storia attraverso le protagoniste della battaglia per la libertà che è in corso in Afghanistan. Donne fiere e audaci in un mondo di uomini che le vuole sottomesse.
“Dovevo raccontare le loro storie e la tua storia, perché chi ancora non si è arresa non sia abbandonata e perché nessuno possa dire: io non sapevo”.
Buona Lettura