Nato al contrario, La paura trema contro di Corrado Artale, è un libro che si legge in pochissimo tempo: lo spazio di qualche ora dedicata alla lettura e prima di rendersene conto la storia è finita. Perchè nato al contrario? Che poi nato al contrario fa pensare ad un parto podalico! La stesura di un libro, in fondo, è un parto della mente, della creatività: ora non voglio certo dire che La paura trema contro sia scritto con i piedi, tutt’altro! Il nato al contrario che ho usato prima, era riferito al fatto che la storia nasce da un film, in genere è al contrario, appunto. Il film che ha lo stesso titolo del libro, è l’opera prima di un regista esordiente, Pupi Oggiano che porta sugli schermi 74 minuti di thriller, noir, fantasy o giallo o tutto questo insieme… Lo stesso regista non sa bene come determinare il film e lo inquadra definendolo semplicemente ironico. Corrado Artale, partendo dal film, scrive un breve thriller, noir, fantasy o giallo. Come circoscriverlo? Perchè in effetti, in appena 57 pagine, c’è un po’ di tutto questo.
Nella prefazione di Gabriele Farina si legge testualmente: Il racconto che state per leggere non è un racconto. O meglio, certo che è un racconto, ma non è solo un racconto. Oddio… naturalmente è solo un racconto, ma è un racconto, solo un racconto che fa parte di un progetto decisamente più ampio… Quando si dice avere le idee chiare! E devo dire che il libro lascia poco spazio alla chiarezza: la trama contorta, un finale apertissimo, tanti generi concentrati in poche pagine, alla fine della lettura fanno dire: “E quindi?” O almeno è quello che ho pensato io finendo di leggere La paura trema contro di Corrado Artale, per le edizioni Buendia Books.
Il racconto che già dal titolo fa porre qualche domanda (tipo che vorrà dire?), inizia come un thriller, si sviluppa nei toni del giallo, diventa poi un noir, un horror e un fantasy nel finale, forse troppo per sole 57 pagine e, sebbene i personaggi siano ben descritti e delineati, lasciano nel lettore il senso dell’irreale, dell’incompiuto. Ad onor del vero, pur avendo un finale che “aspetta di finire”, la storia leggibilissima, cattura l’attenzione tanto da far rimanere quasi delusi quando finisce: ci sia aspetta che nella pagina seguente l’autore, in una nota, chiarisca che quello appena letto è solo lo spin-off di un libro che uscirà.. e invece, a quanto pare il thriller, giallo, noir o fantasy, finisce lì quasi di botto. Se l’autore aveva l’intenzione di stupire con effetti speciali, bene, direi che il progetto gli è riuscito in pieno.
Data la brevità La paura trema contro, rientra nella collana della Buendia Books denominata Fiaschette e per chiarirci le idee, le suddette c’entrano poco con i contenitori di alcool: le Fiaschette sono libretti snelli, maneggevoli, economici, agili compagni di viaggio o di break. Adatti a contenere racconti da leggere in due sorsi… A proposito, l’editrice Buendia Books si è inventata anche Vermouth, opere ad alto “tasso alcolemico” che vanno dal giallo al noir, con le relative gradazioni intermedie e i Novelli che comprendono gli inediti o le novità librarie.
Per giocare un po’ insieme, così come fa il titolo, alla prossima pausa caffè portatevelo dietro, che merita.
CONOSCIAMO MEGLIO L’AUTORE
Corrado Artale, docente, classe 1970, vive a Torino. Cura la sezione letteraria del TOHorror Film Fest, evento dedicato al cinema e alla cultura horror-fantastica in generale. Autore di articoli sul cinema, ha scritto a quattro mani con il romanziere Stefano Di Marino un saggio sul cinema sexploitation anni ’70, Tutte dentro (Bloodbuster, collana I Ratti). Ha anche collaborato alla realizzazione del testo Pupi Avati , Il cinema dalle finestre che ridono, curato da Luca Servini e dedicato al cinema fantastico del noto regista bolognese (Edizioni Il Foglio).
Parlando di La paura trema contro, Corrado Artale afferma (riporto da un intervista all’autore):
Riprendere personaggi di un film e approfondirli, sfruttare gli spazi che la narrazione letteraria ti concede e reinterpretarli è stato divertente… […] Molti considerano le novelization narrativa “di serie B” ma io da ragazzo ne ho lette alcune che ricordo con grande piacere, in certe cose addirittura arricchivano il plot originario. […] Il titolo criptico e chiaramente auto-ironico, frutto della mente machiavellica di Oggiano. […] La paura è un sentimento potente ma va a braccetto con la farsa, lo diceva il critico Tullio Kezich e mi trova d’accordo. Capolavori cinematografici come L’Abominevole dottor Phibes e Un lupo mannaro americano a Londra mettevano strizza ma la risata liberatoria era sempre dietro l’angolo.