Oggi, per la rubrica Leggiamo per i piccoli, continuiamo il nostro viaggio nelle diversità e nelle tematiche delicate che abbiamo affrontato insieme negli articoli passati. Ci tengo a precisare che il nostro obiettivo è guidare attraverso la lettura, perché – lo sappiamo bene – i libri e la cultura sono mezzi speciali con un enorme potere di diffusione ed empatia, due aspetti fondamentali per la comprensione dell’altro o di disturbi che non si conoscono.
Oggi ci soffermiamo sul disturbo ossessivo compulsivo: sicuramente ne avrai già sentito parlare e ora lo approfondiamo un pochino.
Che cos’è il disturbo ossessivo compulsivo nei bambini
Il disturbo ossessivo compulsivo, chiamato anche DOC, è un disturbo d’ansia caratterizzato da vere e proprie ossessioni, fissazioni che si insinuano nella mente del piccolo (vale anche per i grandi) in modo costante, ripetitivo al punto da far letteralmente impazzire il soggetto. Questi pensieri, non sono ovviamente desiderati dal bambino e il cervello lo aiuta a controllare l’ansia attraverso dei gesti ripetuti, chiamati anche rituali, definiti compulsioni.
Mentre una persona che non soffre di questo disturbo riesce a porre in maniera naturale un limite alle preoccupazioni e allo stress quotidiano, chi soffre di Doc non ci riesce e, durante l’intera giornata, queste compulsioni entrano a far parte della routine giornaliera e compromettono in maniera importante le attività. La famiglia, oltre agli psicologi e ai medici, ha un ruolo fondamentale di supporto emotivo e pratico nei confronti del bambino/a e impara a gestire insieme a lui o lei gli aspetti che riguardano i rituali anti-ansia, se vogliamo definirli in questo modo.
La maglietta rossa di Ben di Lily Bailey
Uno dei libri che ho deciso di consigliarti è intitolato La maglietta rossa di Ben, è scritto da un’autrice (Lily Bailey) che soffre proprio di questo disturbo ed è stata spinta a scrivere un romanzo con una voce unica riflettendo sé stessa nel protagonista di nome Ben, un bambino che lotta con tutte le sue forze contro il nemico che risiede nella sua mente.
Il ragazzo riesce infatti ad adottare dei piccoli trucchi per tenerlo a bada, scacciarlo per qualche minuto e non avere paura.
Ecco un estratto e la trama del libro di Lily Bailey:
Batto i piedi quattro volte perché quattro è il mio numero speciale e mi protegge. La mia famiglia è composta da quattro persone e io sono nato ad agosto. La cosa brutta di nascere ad agosto e che in pochi si ricordano del tuo compleanno. La cosa ottima invece è che agosto è l’ottavo mese e io sono nato il due.
Di seguito la trama del libro:
Uno, due, tre, quattro… Ben conta lentamente, spostando lo sguardo nei corridoi in cui si affollano gli studenti. Sta cercando quattro oggetti del suo colore preferito, il giallo. È il modo che ha inventato per tenere a bada l’ansia che lo assale quando c’è un cambiamento. E adesso ne sta affrontando uno gigantesco: una nuova scuola, con nuovi insegnanti, nuovi compagni, nuovi orari. Per di più, deve cavarsela da solo, perché i suoi litigano sempre e suo fratello Kyle sembra dimenticarsi di lui appena varcata la porta d’ingresso.
Per Ben non è semplice gestire i sentimenti. Secondo Dinesh, il suo terapeuta, è normale per chi, come lui, soffre di disturbo ossessivo-compulsivo, cercare sollievo in piccoli rituali. E se Ben ha fatto pace con i suoi rigidi schemi, gli sembra invece che i suoi compagni non lo capiscano. Perciò si affida ai colori e al loro significato: il giallo è la gioia, il nero il potere, il blu la tristezza e poi c’è quello che detesta, il rosso, la rabbia. Grazie ai colori ha fatto amicizia con April, una ragazzina tutta pepe che sembra capirlo più della sua famiglia. Ma ogni trasformazione è una sfida per Ben.
Quando April avrà bisogno del suo aiuto, riuscirà a uscire dai suoi schemi?
Prendendo spunto dalla propria esperienza personale, Lily Bailey ha scritto un esordio straordinario. Per la prima volta, un libro per ragazzi in cui si parla, senza retorica e con grande sensibilità, dell’importanza del benessere mentale. Un libro che ci insegna come questi argomenti non debbano essere dei tabù ma, anzi, stare al centro di un confronto. Perché chi vede il mondo con occhi diversi è capace di arricchire gli altri.
Solo chi vive realmente questa patologia può cercare di creare un ponte di comunicazione importante nei confronti dei ragazzi e delle ragazze per far comprendere la sofferenza e il disagio che prova chi soffre del disturbo ossessivo compulsivo.
Conoscerai Ben, un ragazzino di dodici anni che sta cercando di ambientarsi in una nuova scuola lottando contro il bullo che c’è nella sua testa. Ho scritto questo romanzo perché io stessa ho lottato con il disturbo ossessivo-compulsivo per tutta la vita. Da bambina avrei voluto che ci fossero dei libri con protagonisti che mi assomigliavano.
Spero che chiunque stia affrontando un’esperienza del genere possa trovare un amico in Ben. E spero anche che, qualsiasi sia il modo in cui sei arrivato a questo libro, tu ti goda il viaggio. Come direbbe Ben, citando Doctor Who, concludo con questo augurio: Ridi forte, corri veloce, sii gentile!