Nello scrivere ognuno trasferisce qualcosa di sè, in questo caso leggere La luce nei tuoi occhi mi ha svelato molto di Lucilla Celso. Potrei aver letto le considerazioni finali ma non è questo che mi spinge a sottolinearlo. Lo si comprende andando avanti nella lettura. Si avverte chiara la sua sensibilità, la capacità di percepire gli stati d’animo degli altri, scoprire la propria e l’altrui vulnerabilità rispetto agli eventi dolorosi della vita. Partendo da questo presupposto ogni parola scritta, se meditata, assume un valore importante.
La luce nei tuoi occhi, storia di resilienza
La storia di Daniela è la storia delle tante donne che, oltraggiate nel fisico e nell’animo, trovano la forza e il coraggio di rialzarsi per ricominciare. Donne di resilienza; una parola attualmente inflazionata ma che ha sempre trovato spazio nell’universo femminile. Che nel DNA della donna albergasse chiara la capacità di resistere ad oltranza alle fatiche lo dice la scienza ancor prima dei manuali antropologici. Eppure resistere, rialzarsi, non è cosa facile se le ferite dell’anima sono troppo profonde e radicate rispetto al dolore del corpo. Il rischio è di accentuarne le fragilità, alimentando l’inevitabile diffidenza rispetto ad una realtà che non si percepisce più come propria.
La luce nei tuoi occhi, il titolo lo spiega bene. La soluzione sta nello sperare che la vita riservi ancora qualche sorpresa, aiuti a guardare oltre, vedere quella luce che altri, con efferatezza, hanno spento. In questo caso il personaggio di Daniela non può che attirare le simpatie del lettore. Colpisce subito la sua fragilità, il suo stato d’animo, i timori al limite della nevrosi, non si può non provare rabbia e compassione per questa donna violata.
È un aspetto sul quale la Celso insiste molto; ogni pensiero, ogni gesto subito, ogni sensazione provata passa sotto la lente d’ingrandimento, forse troppo. Ciò non accade invece per altri momenti della storia che subiscono, al contrario, dei salti temporali ingiustificati.
La luce nei tuoi occhi, la trama e le conclusioni
Non si può dire che Daniela nella sfortuna non sia fortunata. Nonostante tutto è circondata dagli affetti più cari, un fratello che per lei farebbe qualsiasi cosa come Riccardo, amico di chat che si trasforma in amico fraterno, accompagnatore e guardia del corpo. Che dire, ce ne fossero tanti di Riccardo, il mondo sarebbe migliore e le donne non avrebbero di che aver paura.
A questo si aggiunge Lara, un cane meraviglioso (il personaggio che ho amato di più) che la guida nel suo percorso di rinascita e Marco che, sempre in rete, circonda la donna di poesie e pensieri d’amore. Un Romeo in versione virtuale che personalmente ho trovato fuori dalla realtà ma che nella storia è il rimedio a tutti i mali.
Lasciati chiamare per nome, Ho paura anch’io
non ho mai incontrato l’amore sulla mia strada
solo tante conquiste che hanno scaldato il mio letto
Tutto è più facile così, ma tu sei qualcosa che mi fa paura.
un’illusione che scivolerà via
per dissolversi come una nuvola.
Dentro di me so che non sarà così
il mio istinto mi fa credere in noi
Nonostante la vena poetica davvero apprezzabile, il desiderio di risarcire la sventurata protagonista con le cose belle della vita, rispetto alla drammaticità della storia, mi è apparso troppo facile. Anche la scrittura, in queste fasi, ha perso di stile. Ho avuto la sensazione di leggere una favola più che momenti riconducibili alla realtà.
Detto questo, riconosco all’autrice lo sforzo letterario nel raccontare una storia di per sé dura, complicata, adeguandosi ad una modalità di linguaggio virtuale che rispetta i tempi. Il finale, ripeto, non è quello che mi aspettavo.
La donna descritta dall’autrice è costretta a fare i conti con sé stessa prima che con gli altri, un aspetto che ho condiviso perché reale. Dopo di che c’è di tutto. Dolore, paura delusioni, illusioni, amore, amicizia e speranza; nel calderone dei sentimenti non manca nulla per superare le diffidenze e riuscire a “vedere la luce”. Il messaggio mi sembra chiaro: nonostante le sofferenze si può ricominciare, basta armarsi di coraggio, e guardare con ottimismo al futuro. Su questo non ci piove cara Lucilla. La speranza è incontrare persone come Riccardo, Marco e soprattutto Lara, l’unica che aiuta realmente Daniela a ritrovare la sua autonomia, da cui non si separerà mai, e questo è reale!