Beh, sono il suo editor, mio caro iCrewer, e mi prendo l’onere di fare la recensione al suo romanzo. No, non temere, non regalo stelline solo perchè sento un po’ mio questo libro, sarò imparziale.
La luce calda del tramonto è il primo romanzo di una serie intitolata Trilogia del sogno americano (Words edizioni), ambientata negli Stati Uniti d’America sul finire dalla Seconda Guerra Mondiale. Già solo il periodo e la localizzazione ti devono far riflettere intorno a quanto lavoro c’è stato da parte di questa giovane autrice, e quanto ha scritto… circa 600 pagine e te le gusterai tutte, me sono certa.
Il romanzo è diviso in due parti molto ben distinte sia per quanto riguarda il periodo in cui avvengono i fatti narrati sia per la collocazione geografica degli eventi. Anche il punto di vista subisce dei cambiamenti e la struttura stessa del racconto muta con la crescita della protagonista.
La prima parte, I tramonti dell’ovest, è ambientata a Pasadena e il racconto ha inizio nel 1945. I luoghi sono ben descritti, in alcuni punti ti sembrerà di vivere quelle scene: dal veterinario insieme a Cindy o seduta sull’altalena del suo giardino.
Nella seconda parte, I tramonti dell’est, ti troverai a North Greenbush (New York) e siamo nel 1951; gli ambienti sono completamente diversi, i luoghi descritti fanno ben comprendere la distanza non solo geografica tra quella che era la vita di una ragazzina e quella di una giovane sposa.
Cindy è la protagonista indiscussa di tutta l’opera di Vanna Costanzo, il suo personaggio evolve col passare degli anni, acquista sicurezza, ma rimane ancorata a un amore che non le permette di vivere a pieno la sua vita di giovane donna. La famiglia è un punto fondamentale nella vita della nostra protagonista e Vanna Costanzo ne da una descrizione minuziosa. I componenti la famiglia Harris sono importanti per delineare anche l’atmosfera di quei territori, di quegli anni non solo di quel nucleo.
Nel buio totale tirai un sospiro di sollievo. Ripresi il controllo delle mie emozioni e mi mossi con passo felpato facendo attenzione a non far scricchiolare neanche una scheggia, ma la luce della lampada sul tavolino si accese, illuminando la figura di mio padre seduta a dita incrociate sulla sua poltrona.
Ero decisamente nei guai.
«Veronika» mio padre non mi chiamava mai così e per di più aveva pronunciato quel nome con la marcata inflessione del suo Paese natìo. Non poteva esistere un presagio più nefasto.
Cindy Harris è la figlia ribelle, è la sorella con cui confidarsi, è la diciassettenne confusa che si innamora, ma non vuole ammetterlo, nemmeno con se stessa. Un personaggio complesso, da seguire nel suo evolversi per capirne sia la forza che le debolezze. Mi è piaciuto il modo in cui l’autrice ha descritto sia caratterialmente che fisicamente Cindy, perchè il lasso di tempo in cui si svolge il romanzo è proprio quello che va dalla sua adolescenza fino a quando diventa una giovane adulta, un periodo di grandi cambiamenti che bene vengono proposti al lettore.
Poi c’è lui: il capitano Peter Jones. Che dire, un coprotagonista a tutti gli effetti, delineato molto bene fin dall’inizio per quanto riguarda l’aspetto fisico e il suo ruolo all’interno dell’aviazione americana; un personaggio che nella prima parte sembra essere solo la spalla per far crescere la figura di Cindy e invece prenderà sempre più spessore. Nella seconda parte del romanzo Peter diventa il perno della trama e qui si rivela il suo carattere, la sua psicologia, il peso della sua persona nella vita di Cindy.
L’assenza di Peter pervade tutto il romanzo.
Perchè quattro stelle per Vanna Costanzo?
Semplicemente quattro stelle perchè è una trilogia e, anche se La luce calda del tramonto è autoconclusivo, mi piacerebbe leggere tutti e tre i romanzi per giudicare nel complesso e poter o meno dare cinque stelle… o tre!
Il romanzo, che si va a inserire nel genere storico ma anche in quello di formazione, è scritto bene e tiene il lettore agganciato alla storia. Essendo un testo molto lungo è importante che la lettura risulti fluida e di facile comprensione altrimenti ci si troverebbe troppe volte a doversi fermare, riflettere e capire. I molti dialoghi tengono il ritmo della scrittura sempre elevato e ben sono alternati alle descrizioni.
Ho apprezzato che l’autrice abbia messo delle note a fondo pagina per spiegare meglio alcuni passaggi legati all’aviazione americana o al periodo della Seconda Guerra Mondiale o semplicemente per dare delucidazioni al lettore.
Brava a Vanna Costanzo che ha saputo regalarci un romanzo completo più che complesso!