Caro lettore, se ami la letteratura giapponese non vorrai perderti la collana La grande letteratura giapponese, a cura di Annachiara Sacchi, composta da 25 volumi, in edicola insieme al Corriere della Sera, che propone spesso collane molto interessanti come quella dei Miti greci.
Un viaggio in un Paese dove tradizione e modernità si fondono e generano una letteratura dotata di grande raffinatezza, potenza e originalità.
I romanzi proposti in questa collana hanno conquistato i lettori di tutto il mondo: troverai il mondo onirico di Murakami Haruki, la sofisticata leggerezza di Banana Yoshimoto, la potenza visionaria e la tensione civile del premio Nobel Kenzaburō Ōe; Sosuke Natsukawa con Il gatto che voleva salvare i libri (25/05/2021), Furukawa Hideo con Tokyo Soundtrack (01/06/2021), Yoko Ogawa con L’anulare (08/06/2021) e tanti altri protagonisti della letteratura nipponica.
Il suo stile è complesso e spesso nei suoi romanzi i protagonisti si ritrovano a vagare tra un mondo reale e un mondo irreale. Le atmosfere sono oniriche e surreali.
L’assassinio del Commendatore è il titolo proposto.
Un’indagine sulla forza riparatrice dell’arte e quella distruttrice della violenza. Su come sopravvivere ai traumi, sul fare tesoro della propria fragilità e diventare ciò che si è.
Una borsa con qualche vestito e le matite per disegnare. Quando la moglie gli dice che lo lascia, il protagonista di questa storia non prende altro: carica tutto in macchina e se ne va di casa. Del resto che altro può fare? Ha trentasei anni, una donna che l’ha tradito, un lavoro come pittore di ritratti su commissione che porta avanti senza troppa convinzione dopo aver messo da parte ben altre aspirazioni artistiche, e la sensazione generale di essere un fallito.
Cosí inizia a vagabondare nell’Hokkaidō, tra paesini di pescatori sulla costa e ryōkan (le tipiche pensioni a conduzione famigliare giapponesi) sulle montagne. Finché un vecchio amico gli offre una sistemazione: potrebbe andare a vivere nella casa del padre, lasciata vuota da quando questi è entrato in ospizio in preda alla demenza senile.
Il giovane ritrattista accetta, anche perché il padre dell’amico è Amada Tomohiko, uno dei pittori piú famosi e importanti del Giappone: abitare qualche tempo nella casa che fu sua, per quanto isolata in mezzo ai boschi, è una tentazione troppo forte. Quando si trasferisce lí, il nostro protagonista capisce che la sua decisione ha dato il via a una serie di eventi che cambieranno per sempre la sua vita… anzi, la sua realtà.
Prima lo intuisce quando scopre un quadro che Amada Tomohiko aveva nascosto nel sottotetto subito dopo averlo dipinto, molti decenni prima: è una scena misteriosa e apparentemente indecifrabile, che però trasuda una violenza maligna e indicibile.
Poi ne avrà la certezza quando, una notte, sente il suono flebile eppure inconfondibile di una campanella provenire dal folto del bosco. Facendosi coraggio decide di seguire quel suono che sembra aver attraversato dimensioni sconosciute: dietro un piccolo tempio abbandonato, in mezzo agli alberi, c’è un tumulo di pietre. C’è davvero qualcuno – o qualcosa – che agita una campanella lí sotto?
Il titolo, di letteraruta giapponese, proposto di Banana Yoshimoto è: Il dolce domani (uscita 18/05/2021)
Il messaggio di speranza che Banana Yoshimoto ha voluto dedicare alle popolazioni colpite dal terremoto e dallo tsunami di Fukushima.
Sayoko e Yoichi hanno avuto un incidente, lei è rimasta gravemente ferita, lui invece non c’è più.
La loro era una storia bellissima, in cui la scarsa volontà di impegnarsi era compensata da un amore profondo e libero, e senza di lui Sayoko si sente vuota, o forse, come le dice l’amico okinawano Shingaki, deve solo andarsi a riprendere il suo mabui.
È proprio la ricerca del mabui, qualcosa che somiglia molto all’anima e che Sayoko non sa nemmeno se lo rivuole per davvero, il tema centrale di un romanzo che, con profondità e delicatezza, racconta il dolore e la rinascita di chi è sopravvissuto alla morte di qualcuno che amava.
Personalmente adoro Banana Yoshimoto, infatti la mia prima recensione qui su questo sito ha riguardato proprio un suo romanzo: Arcobaleno.
Adoro il suo modo di scrivere, il suo modo di far viaggiare con le parole direttamente nei pensieri e nella vita dei personaggi, la sua narrazione leggera e coinvolgente, nonostante i temi trattati non siano affatto leggeri.
Ogni volta che leggo un suo romanzo lei riesce a trasportarmi direttamente nella sua terra, sà narrarne sapientemente sia i costumi esteriori che interiori, un esempio emblematico è Kitchen. Una raccolta di due novelle, Kitchen e Plenilunio, che raccontano storie di solitudine e di relazioni umane con uno stile narrativo ricco di colori e profumi.