Albert Espinosa, nato a Barcellona nel 1973, laureato in ingegneria chimica, è un famoso scrittore, regista e sceneggiatore spagnolo.
Nonostante la malattia, un osteosarcoma che gli è stato diagnosticato a soli 14 anni, che gli è costato l’amputazione di una gamba e altre operazioni successive a causa delle metastasi, non si è assolutamente perso d’animo.
Anzi ha utilizzato tutto questo dolore trasformandolo in un dono per gli altri attraverso la scrittura.
Vi ricorderete la fortunata fiction su RAI Uno “Braccialetti Rossi”, tratta dal suo primo libro “Il mondo giallo”?
In questo libro l’autore ha riversato la sua esperienza di vita, i dieci lunghi anni passati a combattere contro il tumore.
Anche il tema dell’adolescenza è centrale nei suoi libri. In quel periodo di transizione verso l’età adulta, secondo l’autore, c’è ancora quel po’ di incoscienza e di capacità di sognare che aiuta a salvarsi dal dolore, che da adulti spesso si perde.
Anche nel nuovo libro “Quello che dirò”, dove l’io narrante, Izan, è un adulto, è presente questo tema, attraverso il dialogo tra il padre di Izan e un’adolescente smarrita e forse abusata, rinchiusa in un ospedale psichiatrico a Como, che affida alla scrittura la sua possibilità di salvezza.
Altro tema caro all’autore è quello della “diversità”: essere diverso nel senso di imperfetto, affrontato come un punto di forza.
Izan è sordo a seguito di una malattia che lo ha colpito da ragazzo, ma questo evento doloroso non lo ha fermato anzi lo ha reso più forte, più determinato ad affrontare ciò che invece lo turba nel profondo: il suo rapporto con il padre, fatto di incomprensioni e assenze.
Proprio quando sembra che non ci siano più speranze, vista la precaria condizione fisica del padre, Izan decide che è il momento di diventare un ”cercatore di pozzi” così come le aveva detto la madre prima di morire.
L’apertura al cambiamento è un’altra delle caratteristiche dei personaggi di Espinosa, che in questo modo combattono la paura.
Questi temi sono assolutamente attuali e ogni giorno ci troviamo ad affrontare difficoltà e ostacoli; ci sarebbe utile conservare la capacità di affrontare il dolore degli adolescenti e la forza di essere ottimisti anche nell’imperfezione della vita.
Il libro lo consiglio, a me è piaciuta l’apparente semplicità del modo di scrivere dell’autore, dietro alla quale si cela la sua abilità nel raccontare, con il sorriso, argomenti assolutamente difficili.
Vi consiglio anche di leggere questa bella intervista all’autore di Gloria Ghioni.