La felicità è un sentimento astratto, più che un’emozione è uno stato d’animo, è un qualcosa che non puoi né toccare né vedere, ma è quel qualcosa che se c’è ci fa guardare il mondo con maggiore positività.
Siamo davvero felici? E Perché, quasi sempre, una volta che si ottiene ciò che si brama si vuole ottenere sempre di più? Quanto detto vale per tutti in generale o vi sono delle eccezioni?
Alla ricerca della vera felicità
Eppure Cercare – e trovare – la felicità non è né difficile né tantomeno impossibile, tutto dipende da noi, dal nostro essere e dal modo nel quale affrontiamo e vediamo le cose: ci sembra di raggiungere la tanto agognata felicità e poi, una volta raggiuntala ci sentiamo come se quello che abbiamo ottenuto non avesse più senso, perché forse – e dico forse – non siamo mai appagati di ciò che abbiamo e ciò, inevitabilmente, ci rende frustrati, oppressi, e tutt’altro che soddisfatti di noi stessi e della nostra vita.
Non sarebbe meglio, quindi, cercare di godere delle piccole cose, senza dover essere necessariamente pretenziosi in special modo nei confronti di noi stessi?
Bisogna lottare per ciò che si vuole, certamente, e bisogna sentirsi sereni quando si riesce ad ottenere ciò che tanto abbiamo si è desiderato: ma perché non proviamo a sentirci ebbri di felicità anche solo per aver ottenuto un sorriso o meglio ancora per aver regalato sorrisi?
La felicità è come una farfalla: se l’insegui non riesci mai a prenderla, ma se ti metti tranquillo può anche posarsi su di te. (Cit. Nathaniel Hawthorne)
La felicità: impariamo dai bambini
Proprio noi adulti dovremmo imparare ad essere felici proprio dai bambini, è da loro che dovremmo trarre insegnamento: questi, a dispetto dei loro simili più grandi, riescono a cogliere quel barlume di felicità anche da un nonnulla come assaporare un gelato, una passeggiata con mamma e papà, un gioco nuovo che viene loro regalato, un momento di svago trascorso assieme a qualche amichetto. Loro, una volta raggiunta la loro idea di felicità, non pretendono di più perché sanno come essere felici, perché sanno come godere di quelle piccole cose che di certo sfuggono a noi grandi.
Qualcuno potrebbe obiettare che tanto poi cresceranno pure loro e diverranno tali e quali agli adulti: esigenti e mai soddisfatti, sempre alla ricerca costante di quella che, secondo i loro progetti, è l’idea della loro personale felicità. Be’, sì certo può essere, magari è vero che anche loro entreranno a far parte della schiera di coloro che passeranno gran parte della loro vita a rincorrere quella chimera che credono sia il simbolo della assoluta felicità, ma magari è altrettanto vero che non sarà così.
Probabilmente capiranno che per essere felici ciò che conta è godere di tutto quello che la vita ci offre, che bisogna imparare a guardare il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, che dovremmo cogliere quelle sfumature che sanno di positività e non di negatività!
Pensate poi a tutti quei bambini che celano, dentro di loro, il desiderio di avere una mamma e un papà, o anche uno solo dei due genitori, tutte quelle anime innocenti che, non per loro colpa e per motivi che forse non sapremo mai spiegare realmente, si ritrovano a non potere godere delle amorevoli figure che dovrebbero accompagnare il loro cammino; e allora non pensiamo che per loro, la felicità, rappresenti proprio questo e nient’altro?
Ed è proprio a tal proposito che voglio suggerirti un libro che potrai trovare già dall’8 ottobre, ovvero Ho soffiato il mio desiderio fino al cielo di Philippe Amar ed edito Garzanti, una storia che sa di quella felicità che si nasconde dietro il desiderio di un bambino, un romanzo che ti lascerà quel qualcosa dentro che ti farà capire come davvero per essere felici basta realmente poco «La felicità si nasconde tra le pieghe invisibili del cuore. C’è un desiderio che accomuna tutti i bambini del mondo: avere una mamma e un papà.
È così anche per Victor, che vorrebbe capire se quella sensazione è diversa dall’affetto che gli ha regalato l’anziana Tatie, da cui è stato allevato come un figlio. Adesso che non può più occuparsi di lui, l’intraprendente dodicenne decide che a trovare una mam
Il problema è che non ha messo in conto un possibile rifiuto da parte di Lily. Pur restando affascinata dall’entusiasmo di Victor, la giovane pasticcera non ha nessuna intenzione di fargli da madre. Almeno finché non avrà fatto ordine nella sua vita cui manca il solido fondamento dato da poche e semplici certezze.
L’amore, la maternità, la stabilità lavorativa restano per lei un orizzonte a cui tendere, a patto che trovi il coraggio di dare retta alla voce del passato da cui continua a essere tormentata. Nel frattempo, Victor non ci pensa nemmeno ad arrendersi e stare a guardare. Giorno dopo giorno, si impegna a escogitare stratagemmi e rocambolesche imboscate per intrappolare e conquistare Lily. Perché nessuno meglio di lui sa che è il cuore a scegliere la persona capace di regalarci la felicità.»
Non smettere mai di cercare la felicità, ma non dimenticarti di cercarla nella bellezza dei piccoli gesti.