Oggi per la rubrica Leggiamo per i piccoli continuiamo il nostro viaggio nel mondo pedagogico, in particolare in quello della disabilità.
Premetto che sono una semplice mamma che ha uno sguardo attento ai problemi che affliggono i nostri figli e ora più che mai c’è bisogno di uno sguardo attento e un’educazione al rispetto verso l’altro, all’essere gentile, all’accettare la diversità di ogni essere umano come unicità del suo essere. Spero quindi che questo nostro appuntamento settimanale possa aiutare in questo. Dopo questa premessa direi che possiamo partire per la nostra prossima tappa!
Il concetto di disabilità
Il bisogno della persona con disabilità è quello di ridimensionare questo suo status rendendo accessibile il contesto in cui vive, in una perfetta inclusione. Ecco che entra in gioco questo termine che ha un significato molto profondo e che oggi sta alla base della diversità come accettazione dell’unicità di una persona, non come difetto o mancanza ma come valore aggiunto. Vediamo come!
Inclusione: più che integrazione
Mentre le nuove generazioni lo fanno naturalmente, noi millennials dobbiamo abbandonare ormai il concetto di integrazione per passare a quello innovativo dell’inclusione. Perché? Perché mentre l’integrazione mette insieme un gruppo ma solo fisicamente, l’inclusione fa qualcosa di più profondo: tutti possono fare tutto senza più barriere per l’apprendimento e la partecipazione, avendo come obiettivo principale il valore della diversità, con bisogni e necessità individuali diverse gli uni dagli altri.
Come educare alla diversità
Per far si che la disabilità sia vista come una condizione naturale dell’individuo e non come estranea e strana (scusate il gioco di parole), deve partire sin dall’infanzia. Uno dei luoghi in cui la diversità si fa presente è sicuramente la scuola, in cui si sperimentano i primi rapporti sociali, i gusti diversi, le prime amicizie e dove in qualche modo si capisce che il mondo è bello perché è vario, ognuno di quei bambini è speciale a suo modo, unico nel suo genere.
Questo primo approccio è importantissimo per come i bambini, da adulti, guarderanno le disabilità in futuro. Qui entra in gioco la famiglia e la figura dell’insegnante, che potranno accogliere, ascoltare e creare un momento educativo e istruttivo all’incontro con il diverso.
Lo sport come veicolo di inclusione
Uno dei veicoli importanti dell’inclusione è lo sport, uno strumento così potente da abbattere qualsiasi ostacolo e barriera promuovendo l’amicizia, la solidarietà, il rispetto delle regole, il gioco di squadra, la disciplina, la fiducia, il rispetto del prossimo, favorendo la socializzazione.
L’educazione alla diversità può essere trasmessa ai piccoli adulti del futuro soprattutto grazie allo sport, in cui tutti hanno pari diritti e dignità, in cui tutti possono vincere e perdere allo stesso modo, mettendo a zero le differenze e creando un’unione solida e profonda.
Letture che valorizzano la diversità
I libri sono degli ottimi compagni di aiuto nel capire e comprendere con altri occhi la diversità e ho deciso di scegliere tre letture per bambini (con fasce di età dai 6 anni in su) per iniziare con loro questo percorso di sensibilizzazione alla disabilità.
Il primo titolo che ti consiglio è Riccio Lino e le Gommolose di Enza Crivelli e Marco Carabassi edito da Uovonero. In questo libro il protagonista è un riccio particolare combina guai che tutti allontanano perché non sa giocare con gli altri animali; eppure tutti vorrebbero fare amicizia con lui perché ha un tesoro nascosto. Si tratta di un viaggio sull’amicizia e sullo scoprire le diversità.