Roberto Carboni ci ha regalato un thriller veramente intrigante; La collina dei delitti è ambientato tra Bologna, le colline circostanti e altre zone dell’Emilia. Paesaggi e città che riconosciamo subito per il magistrale modo in cui sono descritti.
Lo stesso vale per il tempo delle azioni: la trama è un intreccio tra il presente e il passato, un passato lontano venti anni, che torna alla ribalta in modo clamoroso nella vita di diverse persone.
I protagonisti sono persone che hanno un presente molto diverso tra loro ma che hanno avuto un passato in comune, un passato da dimenticare, ma che per un caso fortuito torna agli onori della cronaca dopo vent’anni.
L’architetto Gabriele Moretti è sicuramente il protagonista che mi ha è più piaciuto in quanto sviscerato in ogni sua parte: passato e presente che si incrociano nella mente che non vuole ricordare. Un personaggio ben strutturato sia per quanto concerne la vita privata che quella professionale oltre al rapporto con tutti gli altri.
Era attanagliato da dubbi sui ricordi che stavano emergendo, convinto che la memoria gli stesse giocando un altro brutto tiro. Da una ricerca in rete aveva scoperto che durante la trance i falsi ricordi sono frequenti.
Altro protagonista, sicuramente sopra le righe, è Anna Paola. Anche in questo caso l’intreccio è molto ben strutturato, lei è chi tira la fila dei ricordi, è quella che mette tutti all’erta, è la donna alla ricerca di un riscatto.
La scrittura di Roberto Carboni
La Collina dei delitti è un thriller scritto bene, ho trovato solo qualche errore o refuso di poco conto. Avrei sicuramente voluto da Roberto Carboni che fosse riuscito a tenere il pathos più alto, anche con l’utilizzo di un genere di scrittura ancor più adatto al grande thriller. Alcuni passaggi, obbligati per far sì che le scene fossero ben visibili al lettore, li ho trovati troppo prolissi, il ritmo deve essere sempre incalzante.