Dal 17 ottobre arriva in libreria La Cina spiegata all’Occidente (Fazi Editore, pp. 528, € 20), il nuovo saggio di Pino Arlacchi, sociologo di fama internazionale e profondo conoscitore della civiltà cinese. Un’opera che affronta, con una ricchissima documentazione e l’esperienza diretta dell’autore, i tre grandi fattori che spiegano il “miracolo cinese”: un’ascesa iniziata nel 1978 con le riforme di Deng Xiaoping e culminata con l’attuale ruolo della Cina come prima potenza economica mondiale e attore centrale del nuovo ordine geopolitico globale.
I tre “segreti” della potenza cinese
Secondo Arlacchi, l’eccezionalità della Cina si comprende attraverso tre risorse strategiche poco note al pubblico occidentale:
- Avversione alla guerra e alla violenza: un radicato principio di non-espansionismo che ha contraddistinto la storia cinese per millenni.
- Meritocrazia come strumento di governo: l’arte del buon governo è affidata a un’élite selezionata per merito, refrattaria all’uso della forza.
- Socialismo di mercato: un modello in cui il mercato è strumento dello Stato, e non viceversa, unendo pianificazione e iniziativa economica.
Questa triade millenaria, nata cinquemila anni fa e consolidata da tremila, è sopravvissuta sia all’aggressione occidentale sia alla rivoluzione socialista che ha portato alla nascita della Repubblica Popolare Cinese, ereditandone e rilanciandone i principi.
“La chiave per entrare nella mentalità della Cina e dei cinesi è la conoscenza delle istituzioni politiche originali che hanno creato nel corso dei millenni e dentro le quali vivono ancora oggi“, scrive Arlacchi.
Queste istituzioni, pur “piene di difetti”, hanno permesso alla Cina di ottenere traguardi impensabili in una sola generazione, utilizzando risorse interne e senza ricorrere a invasioni o sfruttamento di altri paesi.
Pino Arlacchi: un’autorità internazionale
Pino Arlacchi, tra le massime autorità mondiali in tema di sicurezza umana, è noto per bestseller come Gli uomini del disonore e Addio Cosa Nostra. Professore di Sociologia, ex vicesegretario generale e direttore esecutivo del programma antidroga e anticrimine dell’ONU, è stato collaboratore e amico dei giudici Chinnici, Falcone e Borsellino. Ha ricoperto incarichi da deputato, senatore e parlamentare europeo, ed è tra i principali architetti della legislazione antimafia italiana e delle strategie ONU contro mafie, droghe e riciclaggio.
Presidente del Forum internazionale di criminologia e diritto penale, associazione di studiosi provenienti da cinquanta paesi con sede a Pechino, Arlacchi vive a Roma ed è sopravvissuto a un attentato mafioso, vivendo per tredici anni sotto scorta. Tra i suoi saggi più recenti: I padroni della finanza mondiale (2018), Contro la paura (2020) e Giovanni e io (2022).
Con “La Cina spiegata all’Occidente”, Arlacchi offre un affresco sociologico e politico che mette in luce le radici storiche e istituzionali della potenza cinese, proponendo una lettura controcorrente capace di colmare il divario di comprensione tra Oriente e Occidente.