Ciao iCrewer! Sai, qualche settimana fa ho avuto l’occasione di recarmi in Germania per un viaggio di piacere e una delle tappe è stata Potsdam. Si tratta di una città nei pressi di Berlino, dove si trova quella che era la residenza estiva del re Federico II di Prussia: il palazzo Sanssouci. Fatta erigere all’interno dell’omonimo parco, sulla base di uno schizzo del re stesso, la costruzione di circa metà ‘700 è ora patrimonio dell’UNESCO. Immagino che non sia poi questa grande sorpresa il fatto che una delle stanze che più mi ha colpito sia stata la biblioteca.
Federico II di Prussia
Federico II nacque a Berlino nel 1712. Da giovane gli venne impartita un’educazione molto rigida, basata soprattutto sui recenti avvenimenti storici, sulla matematica, sull’economia, sulla finanza, tralasciando completamente materie come la letteratura e il latino. Tuttavia il ragazzo mostrò fin da subito un’inclinazione particolare per le arti e per l’ambito umanistico, interesse che la sorella maggiore e il precettore incoraggiarono. Il suo mentore arrivò persino ad allestire per il principe una biblioteca segreta, contenente circa 3000 volumi, in modo che egli potesse leggere gli autori, i poeti e filosofi che tanto amava ma banditi dal padre.
La biblioteca di Sanssouci
Non c’è da stupirsi che, una volta re e libero dall’egemonia paterna, abbia progettato una biblioteca degna di questo nome. Si tratta di una stanza circolare un po’ nascosta, quasi incuneata tra altre due camere alla fine degli appartamenti reali, a cui si accede solamente attraverso lo studio. E’ un luogo intimo, privato, in cui Federico II , detto anche “il filosofo di Sanssouci”, poteva ritirarsi e, in tranquillità, assaporare quei libri, quell’arte e quel sapere a lui così cari.
I volumi disposti sugli scaffali, progettati appositamente per essere agevolmente raggiungibili dal sovrano, alto poco più di un metro e sessanta, sono circa 2100, rilegati in pelle nera e rossa e adornati da ricche decorazioni. Gli argomenti sono eterogenei, ma vi è una netta prevalenza della lingua francese, sia per opere in traduzione che per originali: poesie classica, storiografia greca e romana, letteratura francese del XVII e XVIII secolo e, soprattutto Voltaire. Federico II provava una profondissima ammirazione per il padre dell’Illuminismo, tanto da invitarlo alla sua corte. Al contrario, la letteratura tedesca non lo interessava poi granché.
Insolito il fatto che gli stessi identici titoli presenti a Sanssouci si possano trovare anche in tutte le altre biblioteche del regnante, il quale, nel 1771, fece addirittura decorare le coste dei libri con l’iniziale della biblioteca di appartenenza. La lettera che contraddistingue i volumi appartenenti alla residenza estiva è la V.