Un’antica maledizione. Un viaggio a ritroso nelle pieghe del tempo. Un tortuoso percorso verso la verità.
Caro iCrewer ti presento il romanzo dalle mille sfaccettature.
La bambina senza cuore di Emanuela Valentini
Una storia a metà strada tra la favola e la quotidianità, con tinte fosche, cupe, talvolta macabre… oggi le definiscono dark; che non si discosta molto, però, dalle favole dei miei tempi, per esempio “Cappuccetto rosso”, “Biancaneve”, “Pollicino”, “Barbablù”. Per questo motivo ho letto questo libro con molta attenzione e devo dire che ha toccato le mie corde fin nell’intimo.
Perché la storia di Lola è un tema che, sviluppato come fiaba, ti fa pensare e riesce a sbloccare quel qualcosa che sai di avere nascosto nel profondo del tuo essere e non hai il coraggio di tirare fuori.
Esplorare le profondità dell’animo umano è più semplice attraverso lo strumento della fiaba, perché il suo linguaggio parla alla persona, non conta l’età o l’estrazione sociale: tutti siamo stati bambini e tutti lo siamo ancora. E coltiviamo il desiderio di essere accarezzati da storie che ci somigliano e questo miracolo qualche volta accade.
La trama si snoda attraverso un arco temporale tra presente e passato, in un alternarsi di epoche che entrano in contatto tra loro perché i personaggi principali, Lola e Nathan, hanno tanto in comune, sono il famoso trade union per le vite che si intrecciano indissolubilmente. A prima vista potrebbe trarti in inganno, mio caro lettore, ma ti assicuro che tale trattazione non soffre di questo stile espositivo, anzi a parer mio, lo rende ricco di sfumature emozionali.
Lola, cui un terribile e “misterioso” destino la costringe a “vivere” in forma di fantasma con uno squarcio nel petto, appare come una pallida e tenera principessa il cui “castello” è un cimitero su un isolotto, circondato dalle acque di un placido lago, su cui si trovano lapidi storte e coperte da rampicanti che nascondono scritte abrase, fosse e cumuli di terriccio da cui sporgono teschi.
“Vivo qui un eterno attimo presente. Non ho passato, non ho futuro. Non sono libera di scegliere cosa fare di me. Sono sospesa.”
Sarà su questo isolotto non lontano dalla sua cittadina, Wisperwood, che Nathan, altro protagonista, quindicenne e con un difficile rapporto con il padre, il sindaco della cittadina William Morris, incontrerà la “Bambina senza cuore”.
“Occorre che tu dimentichi. Non puoi tornare nel mondo dopo averci incontrati.”
“E perchè no?” Nathan aggrottò le sopracciglia chiare.
“Se lo desideri non dirò a nessuno che vivete qui. Non sono mica scemo.”
Questa frase indica la difficoltà del rapporto con il padre che sembra trattarlo sempre come un bambino, senza instaurare con lui un vero e proprio legame, fatto di reciproca fiducia. Probabilmente, perchè troppo preso dai problemi che lo assillano; William Morris ha dovuto crescere il figlio praticamente da solo, da quando lo moglie è stata trovata morta nel bosco.
Perché devi sapere, caro iCrewer, che sulla città di Wisperwood, nonostante il suo primo cittadino si stia dando un gran da fare per cercare di modernizzarla un pò, incombe una specie di maledizione, strani e macabri eventi si succedono, c’è un pericolo costante per tutti coloro che hanno il coraggio di uscire di notte. Le persone vengono ritrovate morte il mattino seguente.
Nathan fa la conoscenza anche degli amici di Lola: il Poeta, una figura evanescente, che ama filosofeggiare, anche lui mancante come Lola del cuore; Rufus, un gargoyle di pietra che si crede un cane, sempre pronto a saltellare e abbaiare; e un grande angelo di marmo bianco, denominato appunto il Bianco, che sorveglia il cimitero.
Nulla è lasciato al caso, ogni descrizione di situazioni, di luoghi, di personaggi, ti trasporta immediatamente lì dove devi essere, ti fa vivere l’istante, ti “lega” emotivamente al personaggio; come nel caso di Rosie Maud, apparentemente una dolce e tenace vecchina, con una parte di sangue magico nelle vene, e l’abilità di una strega. Ciò che lega Rosie Maud alla Piccola Lola è essere stata al suo funerale! Era una bambina anche lei, con poteri magici, e pertanto una persona diversa, da cui tenersi alla larga, da disprezzare ed abbandonare al suo destino e tutto ciò l’ha portata ad isolarsi, a modificare i suoi sentimenti, diventando cinica, fredda, insensibile, arrabbiata, triste, scatenando una serie di eventi totalmente negativi ed infinitamente devastanti, per i quali prende coscienza solo in un determinato momento.
Ed anche le ambientazioni hanno il loro peso sulla trama come precedentemente trattato
Le scene buie, brulle, desolate ti affascinano ma nel contempo ti fanno tremare le gambe, mentre un groppo in gola ti sale
“Nel folto del bosco, là dove la luce del sole filtrava a fatica, creando pozze di chiarore indefinito nell’oscurità verde, si chiese che volto avessero i Vicini di cui aveva parlato Maud. Si fermò al centro del sentiero di foglie e rivolse attorno lo sguardo. Era pieno giorno. Il bosco parlava un linguaggio di fruscii e schiocchi; nel silenzio di fondo una bacca cadeva da un ramo con un tonfo, un uccello lanciava il suo richiamo echeggiante. Il vento. re dell’autunno, costruiva intere melodie di rami sfregiati.”
Ora mi fermo, altrimenti rischio di raccontarti troppo, ma se vuoi un consiglio non perdere di vista questo libro.
Se vuoi ritrovarti, se hai bisogno di una mano per non perdere di vista quelli che sono gli affetti e i valori irrinunciabili, corri in libreria. La magia di un sorriso e l’eroismo fanno parte della piccole cose di tutti i giorni. Guardati attorno e troverai nei tuoi amici le sembianze di Bianco, Rufus, Poeta e Lola; in te stesso, il coraggio e la determinazione di un cavaliere puro come Nathan.