Ciao iCrewer!
Oggi, per il nostro consueto appuntamento con la rubrica Lifestyle ti vorrei parlare di Kobe Bryant e il suo romanzo autobiografico intitolato The Mamba mentality – Il mio basket.
Tutti ormai conosciamo Kobe Bryant e la sua storia; una leggenda, o forse “la” leggenda del basket, morto prematuramente, insieme alla figlia, a causa di un terribile incidente, il 26 gennaio 2020.
The Mamba mentality – Il mio basket di Kobe Bryant
The Mamba Mentality, impreziosito dalle fotografie di Andrew D. Bernstein, fotografo ufficiale dei Lakers che ha seguito Kobe fin dai suoi primi passi allo Staples Center, è un viaggio per parole e immagini nella mente di un artista tra i più geniali e vincenti della storia dello sport. Vent’anni di carriera nella stessa squadra, i Los Angeles Lakers, cinque Titoli NBA, due ori olimpici, un’infinità di record personali. Kobe Bryant ha letteralmente rivoluzionato la pallacanestro, prima di ritirarsi nel 2016 scrivendo una toccante lettera d’addio al basket che è diventata un cortometraggio animato premio Oscar nel 2018. In questo libro illustrato Kobe (autosoprannominatosi “Black Mamba” dal nome di uno dei serpenti più letali e rapidi in natura) racconta il suo modo di intendere il basket: le sfide sempre più dure lanciate a se stesso e ai compagni in ogni allenamento, i riti per trovare la carica o la concentrazione, tutti i retroscena della preparazione ai match e i motivi per cui, semplicemente, per lui perdere non è mai stata un’opzione. E ancora: la volontà di superare il dolore e rinascere ogni volta più forte dopo i tanti infortuni patiti in carriera, i suoi maestri, lo studio maniacale degli avversari – da Michael Jordan a LeBron James – per carpire loro ogni segreto possibile e migliorare, migliorare ancora e ancora fino all’ultimo minuto dell’ultima partita disputata.
Ovviamente non potevo parlare del libro di Kobe Bryant, senza menzionare la sua biografia (anche se potete trovarla ovunque…)
Kobe Bryant
Kobe Bryant nasce il 23 agosto del 1978 a Filadelfia, negli Stati Uniti, figlio di Joe Bryant, giocatore di basket che militò in squadre italiane: per questo Kobe Bryant da piccolo cresce nel nostro Paese, seguendo la carriera di papà, prima a Rieti, poi a Reggio Calabria, quindi a Pistoia e infine a Reggio Emilia.
Tornato in America, frequenta la high school e diventa famoso conquistando, con la Lower Merion High School , il titolo nazionale e battendo il record di punti di Wilt Chamberlain nel quadriennio del liceo. Non ancora diciottenne, Kobe Bryant nel 1996 si dichiara eleggibile per il Draft Nba desideroso di passare tra i professionisti senza frequentare il college: a sceglierlo, come numero 13, sono gli Charlotte Hornets, che però lo cedono ai Los Angeles Lakers in cambio del centro Vlade Divac.
Nel corso della prima stagione con i giallo-viola, Kobe Bryant totalizza più di sette punti di media a partita, e vince lo Slam Dunk Contest, cioè la sfida delle schiacciate, in occasione dell’All Star Game, davanti a Chris Carr e a Michael Finley. La stagione successiva Bryant raddoppia il proprio bottino e diventa così il più giovane titolare di sempre.
Nell’estate del 1999 i losangelini accolgono come allenatore Phil Jackson, che porta Bryant e compagni a vincere tre titoli Nba di seguito, dal 2000 al 2002.
Nel frattempo, però, il giocatore deve fare i conti con alcuni guai giudiziari; dopo aver pagato una cauzione di venticinque mila dollari, i legali della controparte, decidono di ritirare le accuse e proseguire su una via civile.
L’episodio ha pesanti conseguenze per Bryant: molti sponsor (Nutella Adidas), rompono il contratto con lui che però si rifà sottoscrivendo un contratto con Nike per otto milioni di dollari.
Partecipa per due volte alle Olimpiadi conquistando entrambe le volte l’oro, a Pechino nel 2008 e a Londra nel 2012.
Kobe Bryant muore tragicamente in un incidente d’elicottero il 26 gennaio 2020, a Calabasas in California. Nell’incidente sono coinvolte in totale nove persone, tra cui la figlia tredicenne Gianna.