Per K. J. Rowling il momento non è dei migliori. Dai media ai i giornali, al mondo del web e non solo, il coro di proteste è stato unanime soprattutto se ad essere stati lesi sono stati i fantomatici diritti della dignità umana. Poteva il mondo della rete farsi scappare l’occasione di chiudere la bocca ad una delle autrici più amate degli ultimi anni? Certo che no! È bastato postare un semplice tweet per scatenare una serie infinita di polemiche alcune molto dure e, a mio avviso, ingiustificate.
“Le donne transgender sono donne. Ogni affermazione contraria cancella l’identità delle persone transgender”
Alla scrittrice inglese non è rimasto altro che rispondere ai rissosi malpensanti con un bel saggio, corposo ed esaustivo; ma andiamo per ordine, giusto per comprenderne meglio le motivazioni.
K. J. Rowling, il tweet della scrittrice
Ai primi di giugno K. J. Rowling scrive. “Vestitevi come vi pare, fatevi chiamare come vi pare, andata a letto con qualsiasi adulto consenziente: ma cacciare le donne dal loro posto di lavoro, per avere affermato che il sesso è una cosa reale?”
A cosa si riferisce la Rowling? L’unica cosa certa è che le considerazioni della scrittrice hanno sollevato una vero e proprio polverone mediatico poiché ritenute commenti anti-trans ma anche discriminatori nei confronti di una parte delle donne. In poche parole, l’accusa rivolta alla scrittrice è di avere rivendicato l’appartenenza biologica delle donne come fatto oggettivo rispetto alla identità di genere indotta nei transgender, rei, a suo dire, di estremizzare un movimento attivista pericoloso e lesivo per l’identità femminile stessa.
L’accusa di transfobia non deve essere piaciuta molto alla Rowling e tanto meno al mondo dei social scatenatosi in un vero botta e risposta. “Feminazi’, ‘Terf’ (acronimo di Trans-Exclusionary Radical Feminist, ossia una femminista radicale che esclude le persone transessuali), ‘Strega’, ‘Cagna,’ queste sono alcuni degli insulti ed offese che hanno raggiunto l’autrice via web. La risposta è arrivata puntuale su alcuni tweet e non mi ha sorpreso:
“I tempi cambiano. L’odio nei confronti delle donne è eterno”, scrive la Rowling “Rispetto il diritto di tutte le persone trans di vivere in un modo che sia autentico e confortevole per loro. Marcerei con voi se voi foste discriminati sulla base dell’essere trans. Allo stesso tempo, la mia vita è stata plasmata dall’essere femmina. Non credo sia odioso dirlo”.
Che il tema sia estremamente articolato e complesso lo si evince chiaramente e credo lo sapesse anche la scrittrice quando ha deciso di esprimere il suo pensiero. Non è certo cosa facile esprimere opinioni in merito quando si parla comunque di esseri umani. Ci sono dei distinguo a mio avviso importanti che in qualche modo aprono la strada a riflessioni sull’identità sessuale o di genere e di ruolo. Il significato cambia quando si passa dall’anatomia di una persona alla percezione che ciascuno ha di sé in quanto maschio o femmina, che in questo caso, implica la difesa della libertà di scegliere chi essere e come comportarsi. Su questo non ci piove ed è un diritto sacrosanto.
K. J. Rowling, l’autrice scrive il saggio e spiega le sue motivazioni
Più che prevedibile che a cotanto chiasso la Rowling rispondesse alla sua maniera pubblicando il saggio che ti ho citato. Nell’incipit l’autrice richiama alla memoria un tweet del 2019 in cui prendeva le difese di Maya Forstater, una ricercatrice licenziata dal lavoro per avere espresso il suo pensiero sui trans. Nel saggio K. J. Rowling spiega come l’interesse verso queste tematiche in qualche modo l’avevano spinta anni prima a documentarsi ma il condividere un post le avevano compromesso la vita privata, scatenando le prime contestazioni. Seguendo e commentando poi su tweeter Magdalene Burns, una ragazza lesbica malata di tumore al cervello, le contestazioni sono aumentate.
“Magdalen era una giovane femminista lesbica dal grande coraggio, che stava morendo a causa di un tumore al cervello. Volevo contattarla direttamente e l’ho fatto. Magdalene era una convinta sostenitrice del sesso biologico, credeva che le lesbiche non meritavano di essere definite bigotte solo perché sceglievano di non frequentare donne trans non operate. A quel punto gli attivisti trans di Twitter hanno unito i puntini e sono aumentate le vessazioni social nei miei confronti”.
Lo sfogo di K. J. Rowling è chiaro: non ha senso contestare se si condivide lo stesso pensiero. E lo afferma con serenità quando svela i soprusi subiti in famiglia dall’ex marito, la fortuna per avere ricominciato a vivere pur non avendo dimenticato il passato.
“Se poteste trovarvi nella mia testa capireste quello che provo ogni volta che una donna trans muore per mano di un uomo violento. Credo che la maggior parte delle persone trans non solo non rappresentino una minaccia, ma che siano anche molto vulnerabili. Proprio per questo voglio che le donne trans siano sicure ma allo stesso tempo non voglio che le donne nate come tali si sentano meno sicure.
E quando permetti che le porte dei bagni siano aperte ad ogni uomo che si senta una donna, questo perché i certificati di conferma dell’identità di genere potrebbero essere consegnati senza un’operazione chirurgica o l’assunzione di ormoni, stai praticamente aprendo la porta a tutti gli uomini che desiderano entrare. E questa è la pura e semplice verità”.
Una risposta chiara per chiudere la polemica una vota per tutto e soprattutto per chi non volesse leggere tra le righe il rispetto verso tutte le categorie, nessuna esclusa. A questo mi associo. Non voglio entrare nel merito di tematiche che meriterebbero l’approfondimento giusto ma rivendico come la Rowling oltre al rispetto della persona, il diritto ad esprimere il proprio pensiero, cosa che nel Regno Unito, progressista per eccellenza, non è stato concesso.
Non ti sembra una contraddizione?