Avevamo già conosciuto Julio Cortázar in Libri da… Argentina, ma approfitto della pubblicazione in Italia da parte di Edizioni SUR de Il viaggio premio, per parlarne ancora. Julio Cortázar è un autore fondamentale nel panorama della letteratura del Novecento, considerato uno dei più originali e innovativi del suo tempo, in grado di rompere con successo alcune regole narrative fino ad allora intoccabili come la linearità del tempo.
Il suo romanzo più conosciuto è Rayuela. Il gioco del mondo, un capolavoro del Novecento che ha modificato la storia del romanzo e la visione di chi lo ha letto. Ma non parleremo di questo, oggi. I protagonisti di questa lettura sono invece altri tre suoi libri: Il viaggio premio (traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini), Il giro del giorno in ottanta mondi (traduzione di Eleonora Mogavero) e Disincontri (traduzione di Ilide Carmignani). Tutti e tre sono stati pubblicati in Italia dalla casa editrice SUR.
Il viaggio premio, di Julio Cortázar
Procediamo in ordine cronologico inverso, per pubblicazione da parte di SUR. È uscito il 31 marzo nelle librerie Il viaggio premio, il primo romanzo scritto da Julio Cortázar. Correva l’anno 1960 e nelle sue pagine si possono trovare già i prodromi di quello che sarà Rayuela: l’antiromanzo per eccellenza.
Questa misteriosa convocazione è solo la prima di una lunga serie di inspiegabili eventi che i vincitori si troveranno ad affrontare e – fra guasti ai motori, un’epidemia di tifo a bordo, l’equipaggio che parla a stento la loro lingua e l’intero settore di poppa che gli viene precluso – ognuno di loro dovrà fare i conti con ciò che ha lasciato sulla terraferma e i nuovi fragili equilibri sulla nave.
Alternando narrazione e riflessione, dialoghi di stampo teatrale e infiniti riferimenti letterari, Julio Cortázar racconta una caleidoscopica storia a più livelli, che è insieme allegoria della condizione umana e del vivere sociale, oltre che dell’arte di narrare.
Uscito per la prima volta nel 1960, Il viaggio premio è il primo romanzo pubblicato da Cortázar: in queste pagine gli appassionati dell’autore argentino ritroveranno attrazioni al profumo di sigaretta, Parigi, giochi di specchi, ironia, politica e l’idea postmoderna di antiromanzo che raggiungerà il suo massimo compimento in Rayuela.
Il giro del giorno in ottanta mondi, di Julio Cortázar
Continuiamo con quello che viene considerato un classico cortazariano. In Italia è il 2016 e viene pubblicato da SUR in occasione dei cinquant’anni dalla sua prima uscita. Come avrai già capito, Il giro del giorno in ottanta mondi è un rimando al famoso libro di Jules Verne, un autore che Julio Cortázar ha conosciuto da piccolo grazie alle letture della madre, e che non ha mai smesso di amare.
Ed è un vero e proprio viaggio quello che il lettore si trova a intraprendere: un viaggio attraverso un’epoca e un modo di intendere l’arte. Dai cronopios a Eugénie Grandet, da Jack lo Squartatore a Duchamp, dalla letteratura alla boxe al sempre amato jazz: infiniti sono gli spunti che l’autore raccoglie in questo volume, che si può leggere tutto d’un fiato o centellinare poco a poco. Con una freschezza e una spontaneità ancora intatte, Cortázar crea il suo primo libro-oggetto, in cui a racconti, articoli e poesie affianca vignette, illustrazioni e foto per sfatare, ancora una volta, il mito della letteratura come esercizio di serietà.
Disincontri Julio Cortázar
Infine, concludiamo questo suggerimento di lettura con una raccolta di racconti, pubblicata originariamente nel 1982 (da SUR nel 2019). È l’ultima opera di Julio Cortázar. Il grande autore argentino, infatti, muore qualche anno dopo, nel 1984, a Parigi.
Così, le voci dei protagonisti e quella dell’autore si sovrappongono: c’è Cortázar, quello vero, che in una lettera all’attrice Glenda Jackson confessa il proprio timore di non saper più distinguere realtà e finzione. C’è un giovane che, nel mettersi a scrivere di Sara, il suo amore d’infanzia, finisce per rincontrarla davvero. C’è una scuola che di notte si trasforma; c’è la boxe, come sempre, quel ring che è metafora di attese e sconfitte. C’è un diario, paradossale, in cui l’autore-protagonista si dice incapace di descrivere Anabel, la donna per la quale traduce lettere e di cui viene fuori, invece, un ritratto vivissimo.
Sono messaggi in bottiglia questi racconti, spontanei e misteriosi. Pubblicati per la prima volta in un volume a sé e nella nuova traduzione di Ilide Carmignani, sono chiavi per porte che non si aprono, puntuali come un contrattempo, familiari e spiazzanti come un déjà-vu. Che lo si legga da sempre o per la prima volta, l’incontro con Cortázar è sempre un «disincontro».