Il Ministero della Cultura ha nominato la Capitale Italiana del Libro 2022. La città che è stata scelta è Ivrea, città piemontese che dal 2018 è entrata a far parte anche del patrimonio dell’Unesco.
Ivrea: Capitale italiana del Libro 2022
La città di Ivrea è stata scelta tra le otto finaliste come Capitale italiana del Libro 2022. Le altre città candidate erano: Aliano, Barletta, Costa di Rovigo, Nola, Pistoia, Pescara e Pordenone.
Ivrea è risultata la migliore candidatura tra le sedici che sono state presentate, di cui otto giunte in finale. Questo traguardo segna l’avvio di una nuova fase per la città che potrà rendere ancora più ricca la sua storia millenaria: da prima capitale d’Italia con Re Arduino, fino a divenire capitale della tecnologia, dell’innovazione e laboratorio di futuro grazie alla straordinaria esperienza di Camillo e Adriano Olivetti.
La visione comunitaria che ha caratterizzato il periodo olivettiano è stato il tema scelto per il dossier di candidatura, che ha coinvolto nella sua elaborazione oltre 50 persone e 7 community del mondo del libro. Inevitabile il richiamo a un oggetto-simbolo: la Lettera 22, la mitica macchina da scrivere portatile ideata dalla Olivetti, divenuta un’icona mondiale.
Il Ministro Dario Franceschini ha così commentato la scelta di Ivrea:
Tra le altre proposte, tutte di qualità e meritevoli di attenzione, la candidatura di Ivrea si segnala per la capacità di mettere in rete le molteplici energie del territorio, di aprirsi alla dimensione internazionale, di proporsi come luogo dove si immagina il futuro del libro e della lettura.
Il sindaco Stefano Sertoli ha, invece, commentato così:
Siamo davvero felici di questo riconoscimento, frutto di un grande lavoro, in cui abbiamo profondamente creduto. Ivrea potrà condividere con tutta Italia lo straordinario patrimonio culturale che custodisce ed essere per un anno intero il palcoscenico di tutto ciò che ruota intorno al mondo dei libri. Aspettiamo qui i lettori, gli scrittori, gli editori, i librai per creare insieme il Manifesto per il futuro del libro e dare vita a un anno che faccia davvero diventare la lettura patrimonio collettivo. Il mio grazie va a tutti coloro che ci hanno sostenuto, dai cittadini agli addetti ai lavori fino ai partner pubblici e privati.
Costanza Casali, Assessore alla Cultura di Ivrea, aggiunge:
Un grazie speciale va a tutto il mondo Olivetti, che si è messo a disposizione per questo progetto. Adesso non abbiamo un minuto da perdere perché l’anno è già incominciato. Ci metteremo al lavoro sin da subito con il team che ha realizzato la candidatura per partire quanto prima con il programma presentato nel dossier.
Un’antica città
Il toponimo potrebbe quindi derivare dalla divinità celtica Epona, in particolare dalla contrazione dei termini gallici epo, affine al greco antico hippos, (cavallo), e reda, cioè carro a quattro ruote, indicandola come già strategica stazione viaria di carri equestri per gli accessi cisalpini.
I romani latinizzarono il nome, che subì delle varianti, quali Iporeia, quindi Ivreia, Ivrea. A partire dal I secolo a.C. fu infatti colonia romana, collocata a presidio della via militare che dalla pianura piemontese si spingeva nelle valli della Dora Baltea. Particolarmente rilevanti, tra le testimonianze archeologiche di questo periodo, sono i ruderi dell’anfiteatro, collocato a breve distanza dall’attuale centro storico. In seguito mutò nome in Augusta Eporedia.
Ivrea è celebre in tutto il mondo per il suo Storico carnevale, che culmina con la spettacolare battaglia delle arance. Nei primi decenni del Novecento la città è stata la culla del processo industriale che ha raggiunto l’apice con l’Olivetti e il progetto industriale e socio-culturale di Adriano Olivetti. Riconoscibile nel tessuto urbano, la città industriale è stata progettata dai più famosi architetti e urbanisti italiani del Novecento. “Ivrea città industriale del XX secolo” è iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 2018.