Cari iCrewers è un piacere, dopo avervi parlato della sua prima pubblicazione “A un passo dalla vita” edito Lettere Animate, avere come ospite di Sogni di Carta Thomas Melis.
Inizierei dalla domanda un po’ di rito: chi è Thomas Melis?
Sono nato nel 1980 a Tortolì, in Sardegna, e sono stato avvicinato alla narrativa da bambino, dai miei familiari. Alle storie per l’infanzia, con il tempo, si sono affiancati argomenti più complessi che, in seguito, mi hanno orientato nella scelta dell’università.
Mi sono laureato a Firenze in Lettere e Filosofia, e ho conseguito un master all’università di Bologna in Relazioni Internazionali. A questo bagaglio culturale si è sommato quello professionale nel campo della consulenza aziendale e della progettazione, settori in cui ho dovuto utilizzare la scrittura quotidianamente.
Un’esperienza significativa è venuta dalle collaborazioni che ho avuto con alcune riviste on line di attualità politica: hanno rappresentato l’anello di congiunzione tra la scrittura tecnica del mio lavoro e quella artistica. In seguito ho cominciato a occuparmi di copywriting e produzione di testi commerciali per il web. Un’attività che mi ha aiutato molto nella fase di revisione del testo e nella scelta del linguaggio più adatto.
Come hai iniziato a scrivere?
Non c’è stato un punto zero. Fondamentalmente perché io non scrivo di getto, ma ho la necessità di studiare e progettare a fondo ogni paragrafo. Posso dire di aver iniziato a produrre testi con una struttura complessa e professionale ai tempi dell’università. In seguito, grazie allo studio degli autori che considero esemplari e al lavoro, ho utilizzato le esperienze accumulate per la creazione dei miei romanzi.
È il genere noir che ha scelto te o sei tu che lo hai scelto?
Non si è trattato di un qualcosa di così “poetico”. È stato tutto molto più ragionato. Avevo bisogno di uno strumento letterario che mi permettesse di analizzare quei lati oscuri della società che spesso si cerca di nascondere sotto il tappeto. Il noir era perfetto per questo obiettivo e, in ogni caso, non c’erano alternative. Quindi, se vuoi, ci siamo incontrati a metà strada.
Quale genere proprio non scriveresti e perché?
Non ho mai ragionato seriamente su questo tema. Credo che se decidessi di fare il ghostwriter per qualcuno, con sacrificio e dietro compenso, potrei scrivere qualsiasi genere. Forse non sarei in grado di lavorare al fantasy o a un certo tipo di rosa, o comunque dovrei utilizzare il doppio del tempo. Il motivo è sempliceme: faticherei a trovare l’ispirazione e dovrei fare un grosso sforzo per gestire il processo di scrittura. Lo farei, appunto, solo come lavoro, come d’altra parte già faccio quando mi occupo di copywriting.
Quali sono le soddisfazioni più grandi che ti ha dato la scrittura?
Ne ho avuto più di una. Dal riconoscimento del valore dei miei romanzi da parte di persone di assoluta competenza che operano nel settore, alla possibilità di parlare dei miei lavori davanti a decine di persone. Ci sono poi sensazioni difficili da definire, come quando si scopre che qualcuno sta leggendo il tuo libro, magari a migliaia di chilometri da te, oppure quando lo vedi esposto nella vetrina di una libreria in cui entravi sin da bambino. Quello che gira intorno al sole della narrativa è un mondo difficile da affrontare, ma è anche molto emozionante.
Consiglieresti a un giovane di cimentarsi in questa grande passione e cosa gli suggeriresti?
Non credo di essere nella posizione di poter consigliare a un giovane una scelta simile. L’unica cosa che mi sento di suggerire, a chi intendesse farlo, è di prendere questa decisione con molta serietà. Dedicarsi alla narrativa significa fare un lavoro, va preso con lo stesso impegno. È necessario studiare in modo approfondito per creare qualcosa che sia qualitativamente appena accettabile. Lo studio deve essere accompagnato da una cura maniacale del testo, ogni cosa deve essere ragionata, progettata e rimessa in discussione decine di volte prima di poter essere considerata definitiva. Pensare di seguire solamente l’ispirazione o un’idea romantica di scrittura come fuoco inarrestabile è un modo di diseducativo e fuorviante di affrontare una disciplina che sa essere durissima.
Progetti per il futuro?
Nei prossimi mesi continuerò a promuovere “Nessuno è intoccabile”, il mio secondo romanzo uscito per la Butterfly Edizioni.
Invece, il 24 ottobre 2018, il mio primo editore, Lettere Animate, ha pubblicato una nuova edizione di “A un passo dalla vita”, il libro con cui ho esordito nel 2014. Abbiamo deciso di ripresentarlo ai lettori in occasione del quarto anniversario, in una versione dalla grafica rinnovata e con alcune piccole modifiche al testo. Ho anche in mente un nuovo progetto, a cui ho iniziato a lavorare, ma è ancora presto per svelarne i dettagli.
Puoi svelarci qualche data in cui potremmo incontrarti dal vivo?
Sicuramente il 10 novembre 2018 nella città di Siniscola, vicino a Olbia. Sarà una delle tappe del booktour con cui quest’estate ho presentato “Nessuno è intoccabile” in giro per la Sardegna. Dovrebbero aggiungersi altre date, ma non sono ancora state fissate in modo preciso, quindi, se potete e volete, vi aspetto a Siniscola!
E con questo cari iCrewers vi salutiamo e mi raccomando se siete nei paraggi non mancante all’appuntamento di Siniscola il 10 Novembre con Thomas Melis e come dico sempre…
IN ALTO I NOSTRI CUORI
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