Il 2 maggio scorso l’Inter si è laureata campione d’Italia per la diciannovesima volta nella sua storia. Una vittoria attesa dal 2010 – l’anno dello straordinario triplete con Mourinho in panchina – dai tanti tifosi che non hanno potuto contenere la loro gioia, esplosa al triplice fischio finale della partita Sassuolo Atalanta, che di fatto ha consegnato lo scudetto alla squadra guidata da Antonio Conte.
Una stagione trionfale, quella di Lukaku e compagni, che dopo un girone di andata di buonissimo livello, nella seconda parte della competizione hanno alzato l’asticella delle loro prestazioni, e di conseguenza dei risultati, dimostrando già da alcuni mesi come lo scudetto non sia mai stato in discussione.
Uno strapotere assoluto: fisico, mentale e tecnico.
L’inter è campione d’Italia 2020 – 2021
Caro iCrewer sai bene quanto per me sia importante il rapporto di fiducia che ci lega: io scrivo sempre in assoluta trasparenza, evidenziando anche le mie lacune quando serve, con lo scopo di propormi ogni volta come un appassionato e non un professionista del blogging.
Così è anche oggi: prima di proseguire con l’articolo, se mai ce ne fosse bisogno, devo confessare che non sono un tifoso interista. Sono sicuro che in qualche vecchio pezzo sul calcio ho già esplicitato la mia fede che, quest’anno, ahimè, mi ha fatto tribolare non poco.
Per tutto questo, credo, prendono ancora più valore le mie parole di congratulazioni per lo scudetto dell’Inter, che come detto, ritengo meritato al cento per cento.
Molti dei meriti vanno all’allenatore che ha saputo costruire una formazione titolare inossidabile, allestita con il perfetto equilibrio tra capacità tecniche dei singoli e coralità di quadra.
Doti atletiche invidiabili, penso al giovane Barella che mi auguro possa essere un punto fermo determinante per la nazionale ai prossimi Europei; forza fisica dominante, penso al gigante belga Lukaku che a tratti è sembrato inarrestabile; e poi corsa, tanta tanta corsa, vedi Hakimi, la più bella rivelazione della squadra di Conte.
Anche se per come intendo io il calcio, ossia l’espressione del talento e della poesia scritta coi piedi, la vera vittoria dell’allenatore è stata, secondo me, il recupero totale del danese Eriksen, che è passato nel giro di qualche mese da uomo mercato in uscita a timbro certificativo dello scudetto. Chapeau.
Giusto dunque che i tifosi si godano questa vittoria, arrivata tra l’altro nell’anno migliore per spezzare l’egemonia della Juventus, la squadra rivale per antonomasia. Fermare sul più bello, all’alba del decimo scudetto consecutivo, la cavalcata trionfale della squadra bianconera, durata più di tremila giorni, è stato di sicuro un valore aggiunto al titolo conquistato.
Un nuovo libro celebra la storia dell’Inter
C’è anche una novità editoriale che renderà felici tutti i tifosi della Milano nerazzurra: Inter. Icona senza tempo, un volume da collezione uscito pochi giorni fa per Marsilio Editore scritto a quattro mani da Andrea Paventi, giornalista che segue l’Inter per Sky Sport e Carlo Canavesi giornalista che collabora con L’Eco di Bergamo e con Bergamo TV.
Si tratta di un viaggio totale nell’universo Inter. La storia del club è raccontata attraverso quasi cinquecento fotografie che guidano il lettore tra aneddoti, racconti e numeri che hanno reso la squadra, una di quelle con la tifoseria più appassionata di sempre.
Questa è una caratteristica che riconosco e che fa onore ai tifosi dell’Inter. La loro fede calcistica ha un mordente invidiabile e il loro attaccamento alla maglia è encomiabile.
Nel percorso attraverso la storia del club appena laureatosi campione, si va dalla data della fondazione, 9 marzo 1908, fino ad arrivare ai nostri tempi, quelli che han visto arrivare la proprietà cinese che proprio quest’anno ha voluto cambiare il logo del marchio.
E poi il racconto e il ricordo dei tanti campioni che hanno vestito la maglia a strisce nere e azzurre.
Il mio preferito è senza dubbio Roberto Baggio, campione trasversale che ha legato la sua carriera al calcio in generale e non a una squadra di appartenenza. Se invece dovessi sceglierne uno davvero identificativo di questa squadra direi Ronaldo, il fenomeno, a mio avviso il giocatore più forte di tutti i tempi, tra quelli che ho avuto la fortuna di vedere giocare. Una citazione d’obbligo anche per Alvaro Recoba, grandissimo esponente del famoso calcio poesia di cui parlavo prima.
Inter. Icona senza tempo non è solo un almanacco con risultati e tabellini, c’è molto di più. Nel libro infatti, viene raccontato anche come è cambiato il calcio nel corso di un secolo: strumenti, divise e modi di guardarlo. Allo stesso modo si evidenzia il cambiamento del capoluogo lombardo nel corso dei decenni e l’impatto sportivo e sociale che la squadra ha avuto sul territorio nel tempo.
Oserei dire un notevole lavoro di testimonianza e di storia che non necessariamente dovrà essere esclusiva dei tifosi nerazzurri, ma che potrebbe rivelarsi interessate per tutti gli amanti del calcio.
Perché alla fine è vero che siamo tifosi, che amiamo e odiamo a seconda dei colori della maglia, ma ciò che ci accomuna tutti, nessuno escluso, è l’amore per la palla che rotola sul prato verde.