Buongiorno iCrewer! Sabato 26 giugno mi è capitata un’occasione che non mi si presentava da molto tempo: partecipare all‘incontro di presentazione di un libro. Ebbene sì, nel piazzale del centro di Zanè (Vi), Paola Barbato, scrittrice e fumettista, ha parlato del suo nuovo thriller: L’ultimo ospite, edito da Piemme.
L’incontro, organizzato dalla libreria Il colore del grano, in collaborazione con l’Ufficio cultura e la biblioteca di Zanè, è stato davvero interessante (ha fatto un po’ freschino, ma colpa mia che non mi ero portata nemmeno una giacchetta). Non so perchè, ma in passato non ho mai partecipato a molte presenzatione, preferendo interviste e articoli online. Questa volta, invece, ho accettato un invito, e devo dire che è stata proprio una buona idea.
Sentir raccontare i retroscena, la fase di creazione del romanzo proprio da Paola Barbato ha avuto un sapore completamente diverso, rispetto alla parola scritta.
Due parole con Paola Barbato
Paola Barbato ha raccontato di aver preso ispirazione da una residenza realmente esistente, quanto meno per gli esterni e la disposizione delle stanze, e di essersi pian piano inventata tutto il mobilio e la collocazione dei vari oggetti rinvenuti durante la narrazione. Una sua collaboratrice le ha persino discegnato a mano il modello 3D della casa, per essere sicura, in fase di editing, che tutto fosse coerente e al posto giusto.
Mi ha fatto sorridere la spiegazione dietro la scelta di affidare la vicenda a un notaio – e non al solito detective o commissario: alcuni parenti della Barbato che esercitano questa professione, l’hanno infatti pregata di dar vita a un loro collega che non fosse vecchio e polveroso. Da qui nasce Flavio, avvenente ed eccentrico, protagonsita, insieme alla sua assistente Letizia, di un altro romanzo della stessa autrice, che verrà dato alle stampe quest’estate (si tratterebbe di un’avventura precedente rispetto a quella narrata ne L’ultimo ospite, ma per ragioni editoriali non è ancora stata pubblicata).
E sebbene Paola Barbato sia la prima a dire che Flavio non è per nulla un uomo debole, a prendere in mano le redini della situazione, ad avere il mutamento e la crescita più grande sarà Letizia che, per certi versi, incarna spudoratamente la personalità dell’autrice stessa.
Molto interessante deve essere anche il ruolo giocato dalla cagnolina Zora, ma non avendo ancora letto il romanzo, non mi addentro in possibili ipotesi del perchè.
Insomma, si è trattato di un incontro con l’autrice davvero molto stimolante!
Se anche tu abiti nei pressi di Zanè, in provincia di Vicenza, Veneto, e sei appassionata di letteratura, sono felice di dirti che gli eventi letterari non sono finiti! Sabato 3 luglio, alle ore 17.45 a parlare ci sarà l’autore Matteo Bussola, mentre alle 21.00 Enrico Galliano. Il 24 luglio (sempre sabato), invece, toccherà a Romina Casagrande. Gli eventi sono gratuiti e per partecipare basta soltanto prenotarsi via e-mail qualche giorno prima (per motivi di sicurezza).
L’ultimo ospite: la trama
È questo ciò che prova Letizia quando mette piede per la prima volta a Olimpia d’Arsa, una villa antica e quasi in rovina in cui è costretta a rinchiudersi per qualche giorno con Flavio, il notaio che le ha dato un lavoro e una ragione per ricominciare.
La proprietaria della casa è morta novantenne senza eredi né testamento e i lontanissimi parenti si sono fatti avanti come bestie avide e feroci, pronti a scannarsi tra loro per impossessarsi della tenuta. E di tutto quello che c’è dentro. Un incarico come tanti. Ma non questa volta.
Sono solo piccoli dettagli che non combaciano, un cuscino spostato, una serie infinita di armadi nascosti nella boiserie, il cane di Letizia, che in quella casa non vuole entrare, e una luce azzurra, comparsa per brevi istanti una notte dalle bocche di lupo del seminterrato. Sono solo scherzi della mente, si ripete Flavio, compreso nella propria razionalità. Ma Letizia è certa che non sia così e la sua fervida immaginazione si accende quando trova oggetti infantili sepolti nella casa, ciocche di capelli biondi, muffole, piccoli trofei.
Perché una donna senza figli né nipoti avrebbe dovuto conservarli? Perché avrebbe dovuto nasconderli? Ora Flavio e Letizia sono dentro senza possibilità di uscire e il più atroce dei dubbi si insinua nelle loro menti così diverse: e se non fossero soli?