Cari iCrewers, oggi “ospite” della rubrica è un grande artista che ha segnato, e continua a farlo, la storia del cinema italiano. Sto parlando del mitico Totò, che, con la sua comicità e ironia rimarrà sempre nel cuore degli italiani.
Questa biografia è un omaggio sentito e puntuale a un artista poliedrico e alla sua complessa personalità, che spiega perché ancora oggi Totò sia amato, “venerato” e costantemente ritrasmesso in televisione.
Accanto a una meticolosa disanima della sua opera teatrale e cinematografica, letteraria e cantautoriale, l’autore non trascura l’aspetto più intimo del Principe de Curtis.
Attraverso un repertorio unico di testimonianze e ricordi dei familiari e dei grandi artisti con cui Totò ha collaborato, ci racconta le debolezze del grande comico, i suoi fallimenti amorosi, il suo precario stato di salute che alla fine lo costringe a rinunciare al teatro, il suo profondo senso di sconforto di fronte alla critica che lo accusava di mettere in scena sempre le solite “Totoate”.
Il libro, edito Fazi, è stato scritto da Giancarlo Governi, giornalista e autore televisivo, fine conoscitore dell’argomento. In queste trecento pagine non si limita a ripercorre una lunga carriera artistica ma la infarcisce di preziose testimonianze e aneddoti inediti, mettendo a punto una biografia accurata e definitiva.
Questa biografia è una bella ricompensa per un artista convinto di non aver fatto abbastanza.
L’artista
Antonio De Curtis, in arte Totò, nacque nel cuore di Napoli (rione Sanità) dalla relazione clandestina tra Anna Clemente e il marchese Giuseppe De Curtis.
Fin da piccolo manifestò una particolare attitudine alla recitazione. Verso la metà degli anni Venti si avvicina al Varieté, sfoggiando il suo innato talento. Con l’avanspettacolo e la Rivista degli anni Trenta raggiunse la celebrità, aprendosi la strada al cinema.
In trent’anni interpretò circa 97 film, conquistando un primato (tuttora imbattuto) di oltre 270 milioni di spettatori. Una storia inaugurata dall’esordio di Fermo con le mani! (1937), passata attraverso capolavori di comicità, quali Totò, Peppino e la… malafemmina (1956) e “Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi” (1960), e conclusa dal filone drammatico, cui appartiene il pasoliniano Uccellacci e uccellini (1966).
Lo straordinario talento dell’attore napoletano è stato esaltato da diversi compagni d’avventura. Tra tutti, Peppino De Filippo. Con lui ha condiviso il set in moltissime occasioni.
Morì a Roma, il 15 aprile 1967, stroncato da una serie improvvisa di tre infarti. Una folla oceanica ne accolse il feretro a Napoli in occasione dei funerali.
Le sue celebri frasi
Totò rimane e rimarrà, per sempre, il Principe della risata. Certamente Principe sì ma il suo tema di fondo è stato sempre lo stesso:
Io so a memoria la miseria. E la miseria è il copione della vera comicità.
Vi lascio con una delle sue più celebri frasi e se il libro vi intriga, il link d’acquisto:
Signori si nasce e io, modestamente, lo nacqui!
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