Il tempo e l’acqua, di Andri Snær Magnason, edito da Iperborea nella traduzione di Silvia Cosimini, è uno di quei libri da tenere a portata di mano quando il rumore bianco scaturito dall’espressione «cambiamenti climatici» ci stordisce.
Cosa si può fare, allora, per eliminare questo ronzio e agire? Ne Il tempo e l’acqua, Andri Snær Magnason ci guida in un inconsueto percorso per farci capire l’importanza di modificare da subito alcune nostre abitudini. Perché non c’è più tempo per aspettare e il cambiamento, per essere efficace, deve coinvolgerci tutti, a livelli diversi, ma ognuno di noi deve fare la nostra parte.
Partendo da racconti personali sui suoi nonni – ti anticipo che ha una famiglia pazzesca! – , passando poi attraverso le pieghe dell’affasciante patrimonio culturale dell’Islanda – perché si sa, si parte sempre da ciò che si conosce meglio – arriviamo a parlare di dati, dell’importanza delle parole che usiamo, di questa urgenza d’agire e di far capire, che lo stesso Andri Snær Magnason sente impetuosa nelle vene.
«Le parole influiscono sulle nostre emozioni. Le parole ci consentono di cogliere le sensazioni e descrivere che cosa abbiamo in petto. Le parole possono catturare movimenti interiori prima invisibili, inquadrarli.»
Conosciamo così Auðhumla, la grande mucca della mitologia norrena, nata dalla brina di Ginnungagap e dalle cui mammelle scorrevano quattro fiumi di latte. Seguiamo Andri Snær Magnason nella sua elucubrazione sulle origini di questo mito, l’accostamento della mucca universale a un mito indiano e poi a un ghiacciaio.
Andri Snær Magnason ci racconta tantissime cose, per esempio del suo doppio incontro con il Dalai Lama (a cui ha anche parlato di Auðhumla, ma ti lascio il piacere di leggere di persona lo scambio di battute in merito), o della conversazione avuta con sua nonna sull’odore di un ghiacciano islandese – e seguono pagine uniche dedicate ai ghiacciai, elementi fondamentali per la nostra sopravvivenza, di cui forse sottovalutiamo l’importanza. Attraverso le sue parole, scopriamo che il genere umano è «antifragile» e che per contrastare i cambiamenti climatici ci sono anche «soluzioni bellissime».
Per me, il primo pregio de Il tempo e l’acqua è proprio quello di immergerci in una realtà comprensibile, in modo leggero (ricordi la leggerezza di Calvino nelle sue Lezioni americane?), dove gli allarmanti dati sulla salute della Terra non sono solamente sterili numeri o lontanissime catastrofi, ma qualcosa di cui dobbiamo prenderci cura tutti, iniziando dalla nostra quotidianità. Andri Snær Magnason con la sua narrazione personale e ricca di esempi ci permette di sezionare quel rumore bianco di cui ti parlavo all’inizio, rendendolo più commestibile per tutti noi.
Il libro finisce con una nota di Andri Snær Magnason, scritta il 17 giugno 2020, dal titolo Apausalypse Now. Protagonista, ovviamente, è la pandemia che ci colpito quasi un anno fa e da cui non siamo ancora riusciti a uscire.
Concludo con la citazione che Andri Snær Magnason ha messo all’inizio del libro, subito dopo i ringraziamenti, perché secondo me racchiude tutta l’importanza di questo libro. Per me, tra i migliori che abbia mai letto e ringrazio Iperborea per averlo pubblicato qui da noi.
«Alla fine conserveremo solo ciò che ameremo, ameremo solo ciò che capiremo e capiremo solo ciò che ci avranno insegnato» (Babà Dioum)
Andri Snær Magnason
Scrittore, intellettuale, poeta, attivista ambientale a fianco di Björk, performer, Andri Snær Magnason si occupa di divulgazione scientifica e temi ambientali da molti anni. Oltre a Il tempo e l’acqua, Andri Snær Magnason ha scritto Bonus (Nottetempo, 2016), una raccolta di poesie; Lo scrigno del tempo (Giunti, 2019), un libro per bambini e Dreamland: A Self-Help Manual for a Frightened Nation (Citizen Press, 2008), un saggio di denuncia contro lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali in Islanda, diventato poi anche un lungometraggio co-diretto dallo stesso Magnason e dal regista islandese Thorfinnur Gudnason.