Il romanzo della profezia sul Coronavirus: Abisso, di Dean Koontz, edito Fanucci. La recensione
Caro iCrewer, come promesso eccomi qui a raccontarti la lettura di un thriller che non potevo non leggere assolutamente: Abisso, di Dean Koontz, un romanzo a dir la verità pubblicato negli anni ’80 ma che è tornato alla ribalta in questo periodo di (concedimelo anche se non voglio fare allarmismi) apocalisse ed emergenza sanitaria mondiale.
La recensione di questo libro non è facile perché va analizzato sotto due aspetti differenti: il primo, più ovvio, è quello legato all’abilità dell’autore nella costruzione della trama, delle psicologie dei personaggi, nel rispetto di tutti quei canoni che permettono di decidere se il racconto è valevole oppure no; il secondo riguarda le aspettative che, in questo non dico unico ma quantomeno particolarissimo caso, si sono create a seguito del tam tam mediatico che ha sponsorizzato questo thriller, tirato fuori dai meandri della letteratura anni ’80.
D’accordo, cominciamo!
Il thriller è scritto bene, a regola d’arte; le ambientazioni sono descritte perfettamente, le personalità degli attori principali e secondari idem; anzi, ho apprezzato particolarmente il disegno che esce dalla descrizione della cosiddetta Strip, la zona più famosa della città di Las Vegas, che allora come ora rappresenta il luogo di perdizione, del lusso sfrenato, del vizio e dell’eccentrico per antonomasia e della realtà dei Casinò, meta ambita da ogni persona, in America come nel mondo, di qualunque estrazione sociale, che viene risucchiata in un vortice tintinnante e luccicante cui è quasi impossibile resistere.
Michael chiese: “Infarto, Pete?” La terza guardia rispose: “Ciao, Mike, non credo sia il cuore. Probabilmente si tratta della combinazione di svenimento da black-jack e incontinenza da bingo. È rimasto seduto qui per otto ore filate”. Sul pavimento, l’uomo in beige prese a lamentarsi. Le palpebre vibrarono. Scuotendo la testa, evidentemente divertito, Michael aggirò uomo e guardie per immettersi nuovamente nella folla. Quando alla fine arrivarono in fondo al Casinò e poi alle scale mobili diretti alla galleria commerciale Tina disse: “Cos’è lo svenimento da black-jack?”.
“È una cosa stupida, ecco cos’è”. Rispose Michael, ancora divertito. “Un tizio si siede al tavolo per giocare e si fa coinvolgere a tal punto da perdere la cognizione del tempo, che è esattamente ciò che la direzione vuole da lui. Per questo non ci sono finestre né orologi nei Casinò. E ogni tanto capita che qualcuno perda davvero la cognizione del tempo, e non riesca a svegliarsi per ore e ore continuando a giocare come uno zombi. E nel frattempo beve qualche bicchiere di troppo. Quando alla fine si rimette in piedi, si muove troppo velocemente. Il sangue defluisce dalla testa e, bang! si accascia svenuto. Ecco spiegato lo svenimento da black-jack”. “Ah”.
“Lo vediamo in continuazione”. “E l’incontinenza da bingo?” “A volte un giocatore si appassiona talmente al gioco da essere praticamente ipnotizzato. Beve con una certa frequenza, ma sprofonda in un tale stato di trance che ignora perfino il richiamo della natura, così, bingo! la vescica non regge. A volte lo spasmo è così forte da bloccare tutti i condotti. Non riuscendo a liberarsi, dev’essere portato in ospedale e cateterizzato”. “Oh mio dio, dici sul serio?”. “Eccome.”
Abisso però non è solo questo…
… è anche e soprattutto la ricerca di una madre, l’amore materno che vince la razionalità e sente la verità: suo figlio che credeva morto la sta chiamando? Ovviamente questo genere di trama sortisce l’effetto desiderato poiché smuove gli istinti primordiali presenti in ognuno di noi. Quindi suspense, azione, istinto, e la forza della resistenza nella lotta per la sopravvivenza. In Abisso c’è tutto questo, il che lo rende un perfetto thriller.
Arriviamo alla parte della cospirazione, o mistero, o appunto profezia sul Covid-19. Naturalmente non voglio spoilerare il contenuto, per non togliere al lettore il piacere di scoprire da solo quella che è la parte più intrigante di tutta questa storia. Cito una frase comunque significativa, e comunque in linea con il pensiero, ammesso oppure no, che è passato per la testa a molti di noi, soprattutto in questo ultimo mese.
MOLTE PERSONE LA’ FUORI, NEL RESTO DEL MONDO, CREDONO NELLA GUERRA CHIMICA E BIOLOGICA
[…] l’estrema destra e l’estrema sinistra condividevano due obiettivi base: volevano una società più ordinata di quanto non fosse in natura e volevano centralizzare il controllo della popolazione in un governo forte. Quelli di destra e quelli di sinistra si differenziavano per certi dettagli, ovviamente, ma il loro unico grande punto in comune si concentrava sull’identità di quelli a cui sarebbe stato permesso di essere parte di una classe privilegiata al comando, una volta che il potere fosse stato sufficientemente centralizzato.
Il mio pensiero è che la storia, ciclicamente, si ripete: la natura dell’uomo è insita e non è difficile immaginare come vengano mosse le pedine. Cambiano i paesi protagonisti, cambiano le modalità, ma la sete di potere sparirà mai dal nostro DNA?
Il romanzo-profezia, dunque?
Beh, vorrei tanto caro iCrewer darti la risposta, ma preferisco lasciare a te l’onore di deciderlo dopo che avrai letto il libro. Posso sicuramente affermare che è un bellissimo thriller e che non ti deluderà, come anche sono convinta che riuscirà ad accontentare anche il lettore più esigente.
Devo segnalare ad ogni modo, almeno per quanto riguarda la versione elettronica, alcuni refusi e taluni paragrafi che non erano corretti a livello di sintassi, non so se a causa della traduzione o del modo diverso delle lingue nello scegliere i tempi verbali. Inezie comunque, che non pregiudicano affatto la (piacevolissima) lettura.