Il primo bacio, il primo amore, perfino il primo giorno di scuola elementare o il primo giorno di lavoro… sono quelle giornate che in un certo senso fanno da spartiacque della nostra vita. E il primo libro? Perchè perdonami, caro iCrewer, ma come tu ben saprai, il primo libro è una questione importante, nella maggior parte dei casi è la causa di un folle innamoramento oppure di un ‘indifferenza che accompagnerà il mancato lettore per tutta la vita.
E allora chiudiamo gli occhi e torniamo un po’ indietro, caro lettore, a quel giorno in cui per la prima volta hai capito di saper leggere un libro e che… accipicchia! Era bellissimo leggerlo! Ricordo una giornata di giugno, il lastricato che pavimentava il corso del paese era decorato con magnifiche immagini colorate con migliaia e migliaia di petali di fiori.
Il primo libro non si scorda mai
A metà del corso, assolato e caldo, lo stanzone della Pro loco ospitava una specie di mercatino dei libri. Erano oggetti magnifici, colorati e interessanti, così rosa, così arancioni, pieni di figure stupende. Adoravo i libri pop up, quelli con le immagini che si sollevavano girando le pagine ma in realtà duravano quanto un gatto in Tangenziale per quanto erano fragili.
Insomma, insisti insisti, quella mattina di un caldo giugno, forse avrò avuto sei o sette anni, anzichè il solito gioco comprato al camioncino dei croccanti e dei brigidini, chiesi un libro. E ce n’erano così tanti che la scelta comportò una serie di rinunce. Mi ricordo che decisi che doveva essere grande, con tante figure ma anche con tanto scritto perchè insomma, ero abbastanza esperta di lettura, facevo le elementari!
Scelsi Fate una magnifica edizione illustrata da Tony Wolf con le storie di alcune simpatiche fate: Fiordaliso, Tulipana, Albicocca, Pignasecca, Orchidea e le altre. Ogni fata un’avventura e ancora tanti altri personaggi con cui le protagoniste si rapportavano. Maghi, folletti, gnomi e giganti in un bosco incantato che faceva sognare.
C’era forse una possibilità che leggere non diventasse la mia più grande e viscerale passione? No non c’era. Non ho più smesso di sfogliare pagine, attratta da quella sensazione di appagamento che ogni volta si rinnova. Ad ogni buon libro, ad ogni storia avvincente quel piacere, quel gusto di buono e di soddisfacente mi si ripropone in bocca.
Ricordo un altro episodio legato alla lettura, in modo nitido, come lo vivessi adesso. Eravamo in seconda media, forse terza. In classe si leggeva Verga, Nedda per la precisione. Mi appassionai alla storia di questa disgraziata a cui non fanno altro che cadere mattoni sulla testa. La sagra del ‘maiunagioia’.
Quando suonò la campanella e da letteratura si passò a geografia, gli altri tirarono un sospiro di sollievo. Io, rintanata nel banco contro il muro, presi il libro dalla cartella e mi finii di leggere Nedda di nascosto. Ebbene, chi conosce quella novella lo sa, il finale è davvero straziante: un neonato, già orfano di padre, muore di stenti tra le braccia della mamma. Ebbene, cominciai a piangere come una fontana.
A niente valsero le pacche sulle spalle dei compagni di classe o della professoressa che non riusciva a spiegarsi perchè piangessi così, dal nulla, solo perchè lei aveva parlato del delta del Po. Non importa se piansi e se ancora Nedda è per me una lettura strappalacrime, inaffrontabile. Quella disobbedienza mi valse un regalo: la mia professoressa mi regalò la mia prima copia de Il gattopardo.
‘Prova questo, racconta del periodo di storia che stiamo studiando. Ti piacerà. Era una grande la mia prof Tomasi Rosso, nipote alla lontana di Tomasi di Lampedusa. Si era accorta che quel fuoco, quell’urgenza di girare le pagine, di immergersi nei mondi della lettura, bruciava in me come in nessun altro della sua classe.
E’ forse questo il mio primo libro, quello che non si scorda mai. Quello che ho letto con consapevolezza e coscienza, con pieno appagamento e intensità. L’ho amato, adorato, riletto e riletto e riletto. E ho amato il film che ne è un’appendice fedelissima. Il primo libro non si scorda mai… per me Il gattopardo!
Il libro che mi ha fatto capire che amavo leggere è stato Piccole Donne. Da allora non ho più smesso😊