Con oggi termina il primo fine settimana di esodo estivo, il primo vero weekend da bollino nero sulle strade di tutta Italia. Tuttavia, oltre al tanto agognato inizio delle ferie estive, questi giorni segnano anche qualcos’altro: il periodo più a rischio per l’abbandono di animali domestici, cani e gatti in particolare.
Grazie all’aumento di strutture ricettive e di ospitalità pet friendly (ossia che accettano almeno alcune specie di animali domestici), è sicuramente diventato più agevole andare in vacanza insieme ai cuccioli della famiglia. Senza contare che c’è sempre l’opzione della pensione per animali – una struttura in cui mandare in villeggiatura l’interessato per la durata delle vacanze degli umani – oppure quella di assumere un dogsitter, catsitter o un petsitter più in generale, ossia una persona che si occupi dell’animale domestico per il tempo pattuito.
Eppure, ciò non toglie che i dati parlino chiaro.
Il periodo in cui si nota il maggior numero di casi di abbandono di animali domestici è l’estate
Prendersi cura di un animale domestico riempie il cuore, non solo perchè ci si abitua a tenere conto delle necessità di un altro essere vivente, oltre che alle proprie, ma soprattutto per l’affetto e la stabilità che si possono trovare in lui o lei.
Se si è single o in generale si vive da soli, avere un animale domestico da cui tornare a casa vuol dire che non si aprirà l’uscio di una dimora vuota. Se il luogo in cui si vive non aiuta la propria situazione psicologica, l’animale domestico può essere un grande appoggio. Un compagno per bambini che non hanno fratelli, o che sono cresciuti insieme all’amico a quattro o a due zampe. Dover cambiare l’acqua e mettere le crocchette nella ciotola a volte è l’incentivo necessario per alzarsi dal letto.
Per non parlare delle passeggiate all’aria aperta, che fanno bene a entrambi, e a tutte le coccole che volenti o nolenti vengono dispensate anche non-stop (il mio cane spinge con la zampa il braccio della persona che lo sta accarezzando, se le coccole non sono esattamente di suo gradimento, se vuole grattini invece di carezze e via dicendo).
Ogni anno si sentono campagne di sensibilizzazione, molteplici appelli a un comportamento responsabile, eppure sono in molti che finiscono per preferire la spiaggia (o la montagna, o il lago, o l’estero, o qualsiasi altro posto) al cucciolo che aveva deciso di portare all’interno della loro famiglia.
Nel caso in cui si assista a un abbandono sarebbe bene filmare il fatto, e poi rivolgersi alle autorità, visto che l’abbandono di animali domestici è un reato punibile con un anno di galera o una multa di 10.000 euro, con la massima sentenza. Se invece ci si imbatte in cani e gatti randagi, sarebbe bene cercare di mettersi in contatto con il centro ENPA più vicino.
La prima cosa che ogni proprietario di animali domestici deve invece fare è quella di compiere decisioni consapevoli e oculate, ancora prima di optare per l’aggiunta di un nuovo pezzo al puzzle familiare.
È necessario porsi domande basiche, ma per questo non meno importanti: sono pronto a un impegno del genere? A sacrificare tempo e denaro per trattare questo cucciolo al meglio delle mie capacità? Sono consapevole che non si tratta di un giocattolo, ma di un essere vivente con il proprio carattere e le proprie attitudini e attitudini? Mi rendo conto che i cuccioli rimangono cuccioli per pochi mesi, e poi crescono (soprattutto di stazza)? Sono pronto a sacrificare le mie ferie in trasferta, nel caso in cui non riuscissi a trovare una sistemazione consona al mio animale domestico?
Ecco, se la risposta anche a uno solo di questi quesiti dovesse essere no, il mio personale consiglio è di pensare ancora un po’, prima di compiere il passo. Per chiarirsi bene le idee, un buon metodo è sempre quello di informarsi: leggere libri sulla cura degli animali – meglio ancora della razza e specie che si vorrebbe adottare – parlare con persone del settore, in modo da ricevere consigli mirati, e magari fare un giro al canile, per dare la possibilità di trovare una nuova casa a chi non ce l’ha più da tempo e per vedere con i propri occhi le conseguenze dell’abbandono di animali domestici.