Il commissario Montalbano pare proprio stia per chiudere i battenti. Un countdown oramai intriso di aspettativa ci dice che mancano solo poche ore all’attesissimo appuntamento di stasera – lunedì 8 marzo – e Rai Uno trasmetterà l’ultimo episodio che vede quale protagonista indiscusso Salvo Montalbano.
Il film che vedremo sarà Il metodo Catalonotti, tratto dall’omonimo romanzo.
Il metodo Catalanotti: dovremo davvero dire addio al commissario Montalbano?
La Rai, come ben sappiamo, è la rete deputata a trasmettere le vicende televisive del commissario più amato d’Italia, tratte dai memorabili romanzi del compianto e mai dimenticato Andrea Camilleri.
Da quando la notizia, che Il metodo Catalonotti sarebbe stato l’ultimissimo episodio del commissario mandato in onda, è rimbalzata tra le varie testate giornalistiche, da quando i vari rumors si sono via via rincorsi, una malcelata tristezza ha coinvolto tutti gli appassionati lettori e sostenitori del commissario che, dopo aver letto – e riletto – su carta le coinvolgenti indagini di Salvo Montalbano, non aspettavano altro che vedere riportate su celluloide quelle avventure così intense e colme di pathos.
Come ricorderemo, abbiamo già detto addio al personaggio letterario creato dalla penna del maestro Camilleri con l’avvincente Riccardino, romanzo pubblicato dopo la morte dello scrittore.
In quel preciso istante, tutti i lettori hanno preso coscienza del fatto di aver perso qualcosa che oramai era parte integrante della vita di ciascuno, abbiamo tutti inteso che non ci sarebbero più stati romanzi nei quali poterci tuffare e assaporare lo stile inconfondibile del maestro Camilleri.
Quello stile che trasuda sicilianità in ogni singola espressione, quelle scene così vivide e così intensamente descritte da Camilleri in quella sua maniera, sua assoluta prerogativa, che ti permette di cogliere anche quella che ti potrebbe sembrare una sfumatura insignificante, ma che in realtà non lo è.
A rammaricarsi di questa notizia, però, non sono stati solo i lettori, ma anche il primo cittadino della città di Noto, Corrado Bonfanti, il quale si è detto particolarmente amareggiato da questa notizia che rappresenta la fine di un’era, che segna il capitolo conclusivo di un periodo che ha, tra le altre cose, dato risalto e permesso di godere delle bellezze culturali e paesaggistiche della Sicilia.
Gli episodi de Il commissario Montalbano hanno permesso, a chi già non ne avesse contezza, di conoscere gli scenari caratteristici, i panorami mozzafiato, l’immensa cultura che compone quest’isola sempre baciata dal sole: il centro storico di Ragusa Ibla, il palazzo Nicolaci e la Cattedrale di Noto, il Santuario della Madonna Nera di Tindari… questi solo alcuni dei luoghi visitati nel corso di questi lunghi anni.
Proprio per tale ragione giunge accorato l’appello del sindaco di Noto, il quale si auspica e crede fortemente che anche Riccardino debba prendere forma, proprio per una sorta di riconoscenza nei confronti di quell’autore che tanto ha dato ai lettori e alla Sicilia.
Sono fermamente convinta che non sia solo il primo cittadino a desiderare ciò.
Il medoto Catalanotti: l’ultimo romanzo di Camilleri che vedremo sul grande schermo
Il metodo Catalonotti è stato pubblicato da Sellerio il 31 maggio del 2018, ma in che indagine andrà a imbrigliarsi stavolta il nostro commissario?
Il commissario Montalbano crede di muoversi dentro una storia. Si accorge di essere finito in una storia diversa. E si ritrova alla fine in un altro romanzo, ingegnosamente apparentato con le storie dentro le quali si è trovato prima a peregrinare.
È un gioco di specchi che si rifrange sulla trama di un giallo, improbabile in apparenza e invece esatto: poco incline ad accomodarsi nella gabbia del genere, dati i diversi e collaborativi gradi di responsabilità, di chi muore e di chi uccide, in una situazione imponderabile e squisitamente ironica.
Tutto accade in una Vigàta, che non è risparmiata dai drammi familiari della disocc
Per quanto impegnato in più fronti, Montalbano tiene tutto sotto controllo.
Le indagini lo portano a occuparsi dell’attività esaltante di una compagnia di teatro amatoriale che, fra i componenti del direttorio, annovera Carmelo Catalanotti: figura complessa, e segreta, di artista e di usuraio insieme; e in quanto regista, sperimentatore di un metodo di recitazione traumatico, fondato non sulla mimèsi delle azioni sceniche, ma sull’identificazione delle passioni più oscure degli attori con il similvero della recita.
Catalanotti ha una sua cultura teatrale aggiornata sulle avanguardie del Novecento. È convinto del primato del testo. E della necessità di lavorare sull’attore, indotto a confrontarsi con le sue verità più profonde ed estreme. Il romanzo intreccia racconto e passione teatrale.
Nel corso delle indagini, Montalbano ha la rivelazione di un amore improvviso, che gli scatena una dolcezza irrequieta di vita: un recupero di giovinezza negli anni tardi. Livia è lontana, assente. Sulla bella malinconia del commissario si chiude questo possente romanzo dedicato alla passione per il teatro (che è quella stessa dell’autore) e alla passione amorosa.
Un romanzo, tecnicamente suggestivo, che una relazione dirompente racconta in modo da farle raggiungere il più alto grado di combustione nei versi di una personale antologia di poeti; e, all’interno della sua storia, traspone i racconti dei personaggi in colonne visive messe in moviola perché il commissario possa farle scorrere e rallentare a suo piacimento. (Salvatore Silvano Nigro)
Nell’attesa di gustarci quest’ultima avventura del commissario Montalbano, incrociamo le dita affinché questa non sia davvero l’ultima volta che lo vedremo!