In arrivo in libreria, dal 17 febbraio, Il corpo nero di Anna Maria Gehnyei pubblicato da Fandango Libri: un libro politico per le nuove generazioni che non hanno voce. La scrittrice, al suo debutto con questo libro, racconta la storia di una generazione, la seconda, fatta da chi viene visto solo come un bambino immigrato e solo dal colore della propria pelle.
Vediamo insieme la sinossi!
Il corpo nero di Anna Maria Gehnyei
Il razzismo purtroppo ad oggi c’è ancora è inutile negarlo: molto probabilmente ha assunto forme diverse, più subdole e pericolose, dalle quali occorre essere all’allerta.
Gli schiavi le avevano fisiche, ora sono di altro tipo. Negare la cittadinanza a un milione di ragazzi è una discriminazione.
Questo il commento dell’autrice del libro che narra la sua esperienza diretta.
Il corpo nero è la storia di Anna Maria Gehnyei, in arte Karima 2g.
Anna nasce a Roma da genitori liberiani, suo padre è stato il primo uomo Kpelle a cui i capi del villaggio hanno permesso di allontanarsi dalla propria terra, il primo Kpelle ad arrivare in Europa.
Nonostante la Liberia fosse “la terra dei Liberi”, ovvero gli schiavi afroamericani rilasciati dagli europei in Africa, i suoi genitori le insegnano ad avere un amore incondizionato verso i bianchi, che per lei si incarnano nei bambini privilegiati di Roma Nord che non la trattano, nelle maestre della scuola che la lasciano sempre in banco con la gemella, nei datori di lavoro che si stupiscono del suo italiano, dei poliziotti che a ogni rinnovo del permesso di soggiorno fanno su chi è in attesa con lei battute razziste.
Mentre tutto quello che sa della Liberia sono le storie che sua madre le ha raccontato da piccola. Non conoscendo le fiabe europee, infatti le racconta i giorni della sua infanzia, le descrive una terra magica e ricca di risorse, e i rituali nascosti del villaggio del padre.
La Liberia e l’Africa sono tutti gli zii che frequentano la sua casa e i parenti che non ha mai conosciuto, la sua famiglia lontana.
Ovunque lei vada, da sola o con le sue sorelle, qualunque età lei abbia, a Roma c’è sempre qualcosa o qualcuno che le ricorda di essere nera, così si trova a negoziare continuamente tra due culture: quella italiana che non l’accetta, e quella africana a cui non appartiene fino in fondo.
È troppo nera per parlare bene l’italiano, troppo nera per indossare degli abiti eleganti, troppo nera per essere istruita. La storia tutta umana, fatta di ricordi, suoni, amore e vergogna, di chi nonostante il mancato riconoscimento dalle istituzioni e una cittadinanza negata, decide di non cadere nella trappola del vittimismo.