Il commissario Ricciardi, serie televisiva in onda su RAI UNO ogni lunedì sera, è il nuovo appuntamento con il giallo che la rete ammiraglia della RAI propone agli spettatori. Dopo la serie dedicata al commissario più famoso e guardato d’Italia, il celeberrimo Montalbano di Andrea Camilleri, dallo schermo televisivo si affaccia e fa capolino un altro commissario, destinato a diventare una presenza amica nelle case degli italiani.
È un bel personaggio Il commissario Ricciardi, uno di quelli cui è facile affezionarsi: sono soltanto due, delle sei previste, le puntate della serie andate in onda fino ad ora e già lo share degli ascolti è ad ottimi livelli. Sarà per la presenza di un attore come Lino Guanciale già nel cuore del pubblico televisivo e non, sarà per l’ottima regia curata da Alessandro D’Alatri, sarà per la particolarità della trama ma l’appuntamento con RAIUNO, il lunedì sera, credo proprio diventerà fisso per molti, me compresa.
La storia è ambientata nella Napoli degli anni trenta in pieno regime fascista. Di quel periodo descrive, attraverso le storie e i personaggi, le condizioni di vita delle varie classi sociali, con i ricchi vicini al regime e i loro privilegi e i poveri che vicini o lontani dal regime, sempre poveri restano.
Una Napoli raccontata nei suoi bassi, nei vicoli, nelle case dei poveri come nelle piazze importanti e nei salotti-bene della borghesia. Una varia umanità che viene mostrata nella sua reale essenza con gli slanci, le chiusure, le ricchezze e le povertà, le sincerità e le ipocrisie che caratterizzavano la società di quei tempi. E tutto sommato, pur se è passato quasi un secolo e tanto progresso ha rivoluzionato la nostra vita, in fondo, nell’animo umano non è cambiato niente.
Il commissario Ricciardi chi è?
Il commissario di polizia Luigi Alfredo Ricciardi, trentaduenne, vive solo con la vecchia tata Rosa che si occupa di lui da sempre, soprattutto dopo la dolorosa morte della madre Marta che Ricciardi subisce da ragazzino. Tanto dolore lascia in eredità al nostro commissario un animo sensibile e schivo e un particolare dono che il nostro chiama il Fatto: è in grado cioè di percepire gli spiriti delle vittime morte violentemente.
Le ombre si manifestano al commissario sul luogo del delitto, come immagini evanescenti che ripetono ossessivamente l’ultima frase pronunciata o pensata al momento della morte. Da questo primo momento, le visioni si ripetono fin quando la vittima non ottiene giustizia con la scoperta del suo assassino.
Il commissario Ricciardi è un uomo solo, proprio a causa di questo particolare “dono” percepito dallo stesso come una maledizione. I pochissimi affetti nonché personaggi fissi della serie sono, oltre a Rosa, il brigadiere Raffaele Maione, al quale è legato particolarmente, l’anatomopatologo Bruno Modo, antifascista convinto, che lavora presso l’ospedale dei Pellegrini, Enrica Colombo, una ragazza che abita nel palazzo di fronte, della quale Ricciardi si innamora ma, almeno fino ad ora, (siamo alla seconda puntata) senza esternare i propri sentimenti.
Una serie televisiva ben fatta, con un’atmosfera a tratti cupa e misteriosa, perfettamente in sintonia con i delitti e le visioni del commissario. Inutile dire della bravura del protagonista: Lino Guanciale è un attore apprezzato per le sue doti interpretative, sia che si tratti di ruoli drammatici che brillanti. È anche un bell’uomo il che non guasta, ma è essenzialmente un bravo attore, capace di calarsi totalmente nei personaggi che interpreta.
Il commissario Ricciardi dai libri alla Tv
Il commissario Ricciardi non nasce come serie televisiva: le sue vicende prima di approdare allo schermo nascono dalla penna di Maurizio De Giovanni, autore che non è nuovo al pubblico televisivo. Sua è infatti anche l’invenzione di I bastardi di Pizzo Falcone e di Mina Settembre altre serie televisive nate dalla sua penna.
Il primo dei romanzi che Maurizio De Giovanni dedica al commissario Ricciardi risale al 2006. Intitolato Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi, ha inaugurato il 25 gennaio scorso la serie televisiva che sarà di sei puntate in totale. La seconda serata ha visto la trasposizione televisiva del secondo libro della serie, La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi.
E’ facile stare insieme quando va tutto bene. Il difficile è quando si devono superare le montagne, fa freddo e tira vento. Allora, forse, per trovare calore, uno si deve fare un poco più vicino.
Nei prossimi lunedì vedremo l’adattamento televisivo, in ordine, del terzo, quarto, quinto e sesto libro che hanno rispettivamente i seguenti titoli: Il posto di ognuno. L’estate del commissario Ricciardi, Il giorno dei morti, L’autunno del commissario Ricciardi, Vipera, Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi, In fondo al tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi.
La serie letteraria comprende ben dodici volumi, l’ultimo dei quali, Il pianto dell’alba. Ultima ombra per il commissario Ricciardi, edito da Einaudi, è stato pubblicato nel 2019. Al momento seguiremo in TV la trasposizione dei primi sei volumi, in seguito, chissà…
Maurizio De Giovanni, papà del commissario Ricciardi
Maurizio De Giovanni, scrittore, soggettista e sceneggiatore, è nato a Napoli nel 1958. La sua carriera di scrittore esordisce nel 2005 quando partecipa a un concorso riservato a giallisti emergenti, con un racconto ambientato nella Napoli degli anni trenta, I vivi e i morti. Il racconto sarà in seguito la base di un romanzo edito da Graus Editore nel 2006, Le lacrime del pagliaccio. L’anno successivo il suddetto romanzo sarà ripubblicato con il titolo Il senso del dolore: Maurizio De Giovanni dà così inizio alla serie di inchieste del Commissario Ricciardi.
Da allora la sua penna non si è fermata un istante: una vastissima produzione lo vede scrittore apprezzato in Italia e all’estero nonché impegnato anche come ideatore di numerose serie televisive.