In libreria, edito da Haiku Edizioni, un romanzo che ti lascerà senza fiato, una storia di fantasia in un mondo reale: di cosa sto parlando? De Il cacciatore di miele e la tigre del bengala dell’autore Davide Latini, che apre l’immaginazione al cuore pulsante dell’Asia meridionale: le Sundarbans, la più grande foresta di mangrovie del pianeta.
È lo stesso autore a ricordarne in una nota la cronistoria:
La foresta è famosa in tutto il mondo perché vive la tigre del Bengala, un animale bellissimo ma anche particolarmente feroce, con la fama di essere un mangiatore di uomini. La foresta è meno famosa per essere luogo di raccolta di miele selvatico, quello che i residenti chiamano l'”oro liquido”. Ogni anno circa cento uomini, che per vivere non hanno altra possibilità se non quella di rischiare la vita avventurandosi nella foresta, vengono uccisi dalle tigri.
Il cacciatore di miele e la tigre del bengala
Il cacciatore di miele e la tigre del Bengala è una narrazione dal titolo ottocentesco con una trama altamente contemporanea, intensa, spietata e allo stesso tempo disincantata e ricca di umanità. Il protagonista è Roni, un giovane cacciatore di miele delle Sundarbans che tra paure, violenze e grande povertà, combatte per la sopravvivenza di se stesso e della propria famiglia.
La sua è una lotta contro le minacce della foresta, quindi le tigri, i serpenti, i coccodrilli, ma anche contro chi cerca di speculare sull’esistenza altrui, contro quegli uomini che possono rivelarsi più pericolosi delle belve.
Di seguito la sinossi!
I cacciatori di miele scommettono tutto entrando nella foresta: devono guardarsi da pitoni, cobra, dai coccodrilli nascosti nelle acque melmose, dalle api giganti e, soprattutto, dalle tigri più feroci del mondo. La loro vita quotidiana non è certo migliore, le abitazioni nelle Sundarbans sono fatiscenti, e così la foresta rappresenta l’unica speranza di sopravvivenza per la gente del posto, incarognita dalla povertà.
La storia di Roni racconta questa guerra di tutti contro tutti, una guerra che per i più poveri assume una forma brutale, nel cuore di una terra meravigliosa e senza pietà.
L’autore Davide Latini
Davide Latini è un viaggiatore seriale e un esperto conoscitore del sud est asiatico, in tutte le sue contraddizioni e continue emergenze umanitarie. Nel suo ultimo romanzo, Il cacciatore di miele ha raccontato la vita quotidiana nelle Sundarbans, in Bangladesh, tra l’avidità del neocolonialismo e le feroci tigri del Bengala.
Dove una guerra di tutti contro tutti per i più poveri assume una forma brutale, nel cuore di una terra meravigliosa e senza pietà. Lo scrittore, originario di Prato, abita a Riccione ma ha vissuto e lavorato per tredici anni in Asia in qualità di buyer di una grossa azienda commerciale.
Questa sua seconda opera, dopo Un dio perdente (Efesto, 2019), nasce dallo studio delle condizioni sociali in cui versano gli abitanti delle Sundarbans, il terrificante e caleidoscopico sistema che l’autore cerca di svelare anche attraverso una serie di articoli messi a corredo del suo racconto.