Siamo ancora in un periodo dell’anno in cui è possibile fare nuovi propositi e porci obbiettivi, in cui è ancora valido pianificare nuove idee e determinare quello che vorremmo che il 2020 ci lasciasse in ricordo per il futuro. No, non siamo per niente in ritardo, ci siamo presi qualche giorno per smaltire le sbornie dei giorni di festa ed ora, ben concentrati sull’obbiettivo, siamo pronti ad affrontare il nuovo della nostra vita che avanza.
Con questo articolo vorrei lanciarti una idea, un suggerimento da attuare in questo nuovo anno, un progetto che metterà nero su bianco le tue emozioni e che le renderà indelebili nonostante lo scorrere del tempo. Voglio suggerirti di scrivere il quaderno delle emozioni. Le tue emozioni!
È un lavoretto, che possiamo chiamare anche compitino, che a me piace moltissimo. Io lo faccio ormai da qualche anno, ed essendo questo il mio articolo numero cento su questa piattaforma (se i miei calcoli non sono errati), mi piaceva l’idea di festeggiarlo e celebrarlo condividendo con te, lettore di libri.iCrew, questo mio trucchetto per fermare le emozioni quasi fossero fotografie.
Di cosa si tratta?
È un’idea molto semplice. Forse è più difficile spiegarla che metterla in pratica.
Per prima cosa comprati un quaderno. Io direi che vista l’importanza delle parole che ci scriverai, legate alle tue emozioni, sarebbe bello cercarne uno con la copertina che ti piace davvero. Un quaderno che ogni volta che lo estrarrai dal cassetto ti gratificherà anche solo osservandolo e tenendolo in mano. Io attualmente ne sto usando uno con la copertina in pelle, uno di quelli un po’ vintage che si chiudono con un pezzetto di corda e che sembrano vecchie agende: bellissimo!
Una volta acquistato il taccuino sei a cavallo. Non serve altro, se non una matita o una penna. Niente di più.
Ora sta a te, ogni volta che provi una emozione, andare a scriverla nell’agenda. Potrai pensare beh ma allora è un diario e in un certo senso hai ragione, ma no, non proprio. La mia esperienza mi fa pensare al diario come a una cronaca della vita, un susseguirsi di cose fatte e non fatte, di riflessioni e pensieri riguardanti questo o quello. Il quaderno delle emozioni, invece, è solo la memoria scritta di quello che sentiamo e di cosa ci provoca una emozione.
A me è sempre piaciuto far caso a cosa mi fa emozionare. Mi sono sempre posto la domanda cosa mi fa davvero emozionare? Beh, tenere un quaderno delle emozioni mi ha aiutato tantissimo a trovare una risposta a questa domanda. Perché se è vero che in origine ci si approccia da scrittori, essendo noi gli autori della memoria, in secondo luogo, quel quaderno, diventa una lettura straordinaria da fare, magari alla fine dell’anno, che riguarda noi stessi, la nostra anima e i nostri sentimenti più profondi e più veri. Dopo un anno, il quaderno diventa un libro, un libro che parla di noi, di chi l’ha scritto, che sicuramente ci regala emozioni impagabili. Pensa a leggerlo dopo due, tre, dieci anni… che emozione!
Ma in pratica allora quando si apre il quaderno e si scrive?
Come detto, non c’è una regola o un momento giusto o sbagliato. Si scrive quando si prova una emozione.
C’è una particolare canzone che mi ha fatto sentire i brividi o che ha acceso in me qualcosa: scriverò che la canzone x del cantante y mi ha fatto fare questa riflessione sulla mia vita e ho provato rabbia, gioia, paura, dolore…
Ho visto due ragazzi che si baciavano sotto una quercia secolare al parco e ho rivissuto con i miei ricordi un momento simile in cui ero io il protagonista del bacio: scriverò che ho ripensato a quella volta che innamorato pazzo ho baciato la mia lei, o il mio lui, sentendomi sollevato da terra di due centimetri e questo ricordo mi ha ancora fatto sentire il calore nel petto.
Ho visto mio figlio contento per un bel voto a scuola: scriverò che… in realtà non lo so perché non ho ancora figli, ma credo sia semplice il discorso. Chiaro no? Ogni volta che provi una emozione forte scrivila. Ripeto, quel quaderno diventerà il tuo libro personale, il libro che nessuno potrà mai scrivere all’infuori di te.
Io personalmente mi emoziono molto quando vedo la gioia. Quando davanti a me si sviluppa una situazione di felicità. Di questo sono contento, sarebbe stato peggio se il dolore e la tristezza avessero avuto più peso sulle mie emozioni. Quando vedo qualcuno che festeggia i suoi traguardi raggiunti mi commuovo. Non ho ancora capito se è per una questione di empatia o per invidia, e certo, il fatto di appuntare ogni volta il tipo di emozione e la fonte che l’ha provocata mi aiuterà tantissimo anche a trovare questa risposta.
L’ultima volta che ho aperto il quaderno delle emozioni è stato ieri sera. Forse è per questo che questa mattina mi sono svegliato con l’idea di scrivere questo articolo. Ieri sera ho visto su Netflix il film Bridget Jones’s baby, una bella commedia che è il terzo capitolo della saga cinematografica nata dai libri di Helen Fielding, anche se in realtà in questo caso è nato prima il film del libro Bridget Jones’s Baby. (e così meschinamente ho legato questo articolo a un libro evitando le ire delle amorevolissime colleghe, ma non dirglielo!)
Non è mia intenzione spoilerare, anche se il film non è recentissimo, ma una delle scene finali, quella in cui la ormai quarantatreenne protagonista è pronta a partorire, mi ha fatto gonfiare gli occhi. In questo caso l’amore e la gioia condivisa dai tre diretti interessati (e sì, sembra strano ma sono tre) mi ha colpito dritto nello stomaco e solo per non fare una figuraccia con mia moglie che dice che ho le cipolle negli occhi ho trattenuto a stento le lacrime. È stato inevitabile aprire il quaderno delle emozioni e scrivere “Ho visto Bridget Jones’s Baby e la scena del parto mi ha fatto sentire che anche io vorrei avere un momento di felicità così importante e così intenso” . Quindi i casi sono due, o sono invidioso o ho un forte desiderio di partenità… e sarebbe anche ora, caro il mio Bridget quarantenne Jones.