Può un libro attirare per un titolo particolare? Sì, confermo. Può. E quello che Idea Vilariño ha scelto a suo tempo per una delle sue raccolte di poesia, è fuor di dubbio un titolo più che particolare: Di rose che si aprono nell’acqua, recentemente riedito da Bompiani Edizioni per la collana Capoversi.
L’autrice attira l’attenzione anche per l’insolito nome di battesimo, Idea. A questo aggiungiamo il titolo della raccolta e il gioco è fatto: l’editore Bompiani può dormire sonni sereni. Il frequentatore di versi e affini che, come me, si trova a spulciare fra le recenti pubblicazioni di poesia è già bell’e catturato.
Eh sì caro lettore, un titolo ad effetto ha il suo peso nel suscitare curiosità e Di rose che si aprono nell’acqua di Idea Vilariño, il suo bell’effetto ce l’ha.
Anche il nome dell’autrice non scherza: mi chiedo cosa avranno pensato i genitori della poetessa uruguaiana quando hanno scelto il nome di Idea per la loro bambina appena nata. Di sicuro non immaginavano che a distanza di molti anni e di moltissimi chilometri un’improbabile redattrice si ponesse domande sul nome della figlia, come in egual misura non potevano immaginare che quella bimba dal nome particolare potesse un giorno varcare i confini della sua terra d’origine con la sua opera.
Elucubrazioni mentali a parte, molto più verosimilmente in lingua spagnola il termine idea ha un significato diverso da quello attribuitogli in Italia e in ogni caso, non indago oltre e non mi pongo altre domande: qui si parla di poesia e Idea Vilariño è stata ed è, una delle voci poetiche più rappresentative dell’Uruguay.
Idea Vilariño: una voce poetica ma non solo
Nata Montevideo nel 1920, morta nel 2009, oltre alla poesia e alla letteratura coltivò attivamente la passione per la politica militante. Negli anni 50/60 Idea Vilariño fa conoscere al mondo letterario la sua vena poetica, ricca di passione e forza espressiva attraverso la pubblicazione di tre raccolte, Nocturnos (1955), Poemas de amor (1957) e Pobre mundo (1966) che rappresentano la sua essenza poetica fatta di ritmo e musicalità.
Proprio il ritmo e la musicalità sono prerogative specifiche di tutta la sua poetica, tanto che alcuni testi vengono musicati, anzi la Vilariño è anche autrice di alcuni testi di canzoni. La canción y el poema interpretata da Alfredo Zitarrosa e Los orientales sono solo due fra i titoli che la inseriscono, legittimamente, nel panorama della canzone popolare uruguaiana.
E se non bastasse a rendere l’idea di quanto la musica fu importante nella sua vita artistica, aggiungo anche che Idea Vilariño fu strenua sostenitrice della cultura tanghera e, a tal proposito, pubblicò alcuni saggi sul tango: Las letras de tango (1965) e El tango cantado (prólogo y antología) (1981).
Poesia, musica, politica, teatro e tanto altro fanno di Idea Vilariño una di quelle donne-artiste-letterate la cui fama valica i confini del loro paese di origine. Il fascino e l’aura di passionalità che l’hanno resa celebre in vita, arrivano inalterati fino a chi, come me, si è imbattuto nella riedizione italiana curata da Laura Pugno, della raccolta Di rose che si aprono nell’acqua rimanendone colpito sia dall’insolito titolo, sia dalla figura dell’autrice.
Non so cosa sia per me la poesia. È un modo di essere, del mio essere. Tutto il resto della mia vita è fatto di casualità. La poesia non è stata casuale. La mia poesia sono io.
Si raccontava in questi termini Idea Vilariño è non c’è da stupirsi, i poeti non sanno e non possono essere staccati da quanto scrivono, perché lì risiede la loro vera essenza.
Vederti ridere toccarti con le mani
vivere con te un giorno un anno tre settimane
dividere vita seria vita quieta con te
trovarti nel letto
nella stanza che ti vesti
che sai di vino che fumi
d’estate che sudi
o nell’amore quando chiudi
gli occhi assenti.
Con versi disillusi e concreti, densi di vibrante sensualità mista a toni di dolente pessimismo, Idea Vilariño racconta l’amore spesso tormentato, la solitudine, la morte e la lucida consapevolezza del vivere che di frequente si trova a definire insensato. Tematiche espresse con un linguaggio colloquiale, quasi intimo come se il discorso si chiudesse dentro il cerchio lettore-poeta, queste le caratteristiche principali di una poetica che ancora affascina e coinvolge i frequentatori di versi e affini. A riprova del fatto che la vera poesia non conosce tempo né latitudine.
E se le rose che si aprono nell’acqua simboleggiano e richiamano l’espandersi di parole e versi a tentare di spiegare il senso stesso dell’esistenza, noi che ne raccogliamo l’inconsistente ma denso profumo, ci lasciamo trasportare nel fugace spazio di una pagina, in una diversa dimensione dove il tempo ferma la sua corsa. E ci basta così per gustare un attimo di eterna bellezza.