I volti del silenzio è un racconto-verità 94 pagine, scritto da Adelaide Camillo per le edizioni Pav. Pubblicato nel Gennaio 2020, con la collaborazione del progetto Frida Khalo, la città delle pari opportunità che da Napoli si occupa di violenza sulla donne.
Una donna uccisa ogni tre giorni. Questi sono i numeri allarmanti degli omicidi con vittime femminili […]. Adelaide Camillo con quest’opera dà voce a chi ora non può parlare…
Così si legge nella prefazione del libro, curata da Aurora Di Giuseppe: lo scopo de I volti del silenzio è più che nobile, più che attuale. Lo scopo del libro è quello di dare voce a chi non ce l’ha più. La stessa autrice lo ribadisce nell’auto-presentazione: la storia prende spunto da fatti e personaggi reali.
I volti del silenzio, sono i volti delle donne che non ci sono più o che vivono nel loro costante dolore, incapaci di chiedere aiuto […]. Donne che hanno paura e che per tanto, per troppo tempo, hanno vissuto nel terrore e sopportato, pianto, urlato nessuno le ha viste e sentite.
Il femminicidio è una realtà sconvolgente che continua ad occupare le cronache nazionali ed internazionali con il suo tragico copione di violenze domestiche e familiari, con le sue morti assurde, con i sensi di colpa a posteriori di chi in avrebbe potuto fare e non ha fatto, in nome di un qualcosa che definire amore è un grave crimine.
Non starò a parlarti del problema, non basterebbe un articolo e forse neanche un intero libro per analizzare cause, effetti, dinamiche, modalità e numeri: anche se non bisognerebbe mai spegnere i riflettori su questa piaga sociale (perché questo è diventata, una vera e propria piaga e come tale andrebbe affrontata).
A lettura completata ti racconto le mie impressioni
Come al solito, ribadisco per la millesima volta che una recensione è, e resta, un parere personale e non una verità assoluta. Una recensione non dipende dall’importanza del tema trattato ma da come è stato trattato, dallo stile di scrittura, dall’intreccio della storia, dalla scorrevolezza della lettura, dalle invenzioni più o meno felici dell’autore e via discorrendo… Non ultimo, anzi forse per primo, occorre specificare che il gusto letterario, la sensibilità di chi legge, il suo background culturale giocano un ruolo di notevole importanza.
Ho letto I volti del silenzio in un solo pomeriggio, la brevità, solo 94 pagine e il tema trattato lo consentono: sarà una mia deformazione mentale ma quando si parla di ‘questioni femminili’ di una certa importanza, mi lascio coinvolgere totalmente, dimenticando pure le incombenze domestiche et similia, come direbbero i latini.
I volti del silenzio di Adelaide Camillo, coinvolge sia per le tematiche che affronta ma soprattutto per l’approccio iniziale con il quale l’autrice racconta la storia. Un approccio onirico e surreale che ho trovato originalissimo e quasi poetico che mi ha fatto letteralmente divorare i primi capitoli.
L’atmosfera in cui Adelaide Camillo fa muovere le ‘sue donne’, persone realmente esistite e morte per mano di mariti e compagni assassini, è come dicevo sopra, un’atmosfera onirica e molto suggestiva, le invenzioni dell’autrice sui luoghi, sulle modalità, sui dialoghi, il tutto accompagnato da un elegante stile di scrittura, mi hanno letteralmente affascinata e coinvolta.
I volti del silenzio un racconto-verità
I nomi, i volti, le vite e le storie di Enzina, Fiorinda, Fortuna, Melania, Guerina, nomi e storie che ricordiamo bene, diventano nel racconto, nomi, volti e storie-simbolo di una violenza inaudita, subita in nome dell’amore. Donne raccontate da vicino, storie che abbiamo letto sulle pagine di cronaca nera e delle quali, da donne, siamo rimaste sconvolte e inorridite.
Queste donne-personaggi-simbolo immerse nell’atmosfera surreale e poetica creata da Adelaide Camillo con fantasia e maestria, rappresentano le donne di tutti i tempi e di tutte le latitudini, vittime sacrificali dalla prima all’ultima. L’ultima vittima, quella cioè che nelle intenzioni dell’autrice è destinata a finire per sempre la tragica serie ne I volti del Silenzio, ha il nome di Speranza.
Qui, su questo personaggi,o voglio soffermarmi. A cominciare dal nome, Speranza è un personaggio emblematico e simbolico: rappresenta proprio la speranza della fine, della risoluzione di questa piaga sociale che è il femminicidio. Una vittima finale che metta un punto fermo. Di Speranza-personaggio non si sa nulla: Adelaide Camillo la lascia quasi in sospeso, in attesa di scoprire il suo destino mentre le sfilano davanti molte altre vittime consapevoli del loro passato e del loro destino, mentre Speranza resta ignara di tutto.
Senza esagerazione mi sento di affermare che non mi capita spesso di leggere un libro e restarne totalmente coinvolta. Per I volti del silenzio, è successo. Almeno nei primi capitoli… Poi, nel dipanarsi della storia, il racconto sembra cambiare volto. Ed è un peccato a mio avviso perché a tratti, anche per lunghi tratti, perde quella oniricità, quell’atmosfera surreale, quella, oso dire, poesia di cui è permeato all’inizio.
Peccato, ribadisco che Adelaide Camillo abbia voluto inframmezzare la storia raccontata di sue considerazioni personali, giuste e sante ma eccessive a mio avviso. Considerazioni che pezzano il contesto della trama, che a tratti assumono un aspetto ripetitivo e che sopratutto ne spezzano l’oniricitá, l’atmosfera di sogno, l’invenzione surreale dell’inizio.
Se Adelaide Camillo avesse continuato sulla scia dei primi capitoli, senza interferenze esterne (sul finale arriva anche Frida Khalo, cosa che ho trovato assolutamente fuori luogo) e senza eccessive considerazioni personali, il racconto avrebbe avuto un altro pathos, un altro volto, sicuramente più suggestivo e coinvolgente, senza nulla togliere al messaggio di base di tutta la storia.
Resta fermo comunque il fatto che I volti del silenzio è un bel libro, a cominciare dalla copertina perfettamente in sintonia con il titolo: un volto di donna senza volto e senza voce, sovrastato da quello maschile che rende bene l’idea della violenza e della sopraffazione.
P. S. Una piccola osservazione per l’autrice: occhio a qualche svista grammaticale. Suppongo sia solo una svista ma nel complesso della scrittura risalta come un piccolo neo.
Chi è Adelaide Camillo?
Adelaide Camillo, nata nel 1972, ha trascorso gli anni della sua vita lavorando come assistente familiare, specializzandosi in assistenza invalidi e anziani e coltivando alcune sue passioni come quella della scrittura, scoprendo una certa predilezione per i gialli. È autrice di Finché morti non ci separi (PAV 2019) e L’Ispettore D’Amato – 26 Luglio 1968 (PAV 2018). Ha collaborato nelle antologie Ali Spezzate ed Emozioni Nascoste. Con I volti del silenzio continua il suo filone di storie vere dedicato a donne uccise per mano dei propri compagni.
ciao e buon pomeriggio, mi scuso se solo ora commento la tua recensione ,ma credimi se non era per il fatto che mi so messa un po’ a curiosare non me ne sarei proprio accorta .Ti volevo comunque ringraziare moltissimo per aver speso il tuo tempo nel leggere il mio libro e per le belle parole e soprattutto per la sincerità con cui ti sei espressa. Il mio lavoro ha avuto il suo perché anche dove tu hai notato delle “mancanze” che io apprezzo molto il modo in cui le hai esposte.
grazie mille e scusa per il ritardo.
Adelaide Camillo
Ciao ,mi scuso per il ritardo, ma se non sbirciavo un po’,non mi sarei accorta della tua recensione. Ti chiedo scusa e ti ringrazio per l’onestà e sincerità con cui hai trattato il mio lavoro.
Non è da tutti ed io l’ho apprezzato molto.
buon proseguimento
Adelaide Camillo