Caro Lettore, oggi condivido con te la lettura di I sogni dei bambini sono gratis, romanzo d’esordio di Luca Fiscariello edito Amicolibro.
I sogni dei bambini sono gratis
I temi scritti da bambino aprono pagine sui momenti più importanti del suo passato, impreziositi dai disegni che custodiscono il suo sguardo sul mondo.
Il primo racconta proprio l’inizio dell’anno scolastico.
È l’ultimo anno della scuola elementare, e nelle parole “ho atteso da tanto tempo questo momento” è racchiusa l’impazienza di crescere che ogni bambino vive quando sente che qualcosa sta cambiando dentro di lui e fuori.
Il passaggio dalla scuola elementare alla scuola media rappresenta infatti un momento di transizione dall’infanzia all’adolescenza che un pò spaventa ma soprattutto crea attesa e aspettative che rendono impazienti.
Il rapporto con i genitori, la vita di ogni giorno, l’importanza e il ruolo della maestra, l’amicizia, la noia. Ogni tema affronta un argomento che, rivisto con gli occhi da adulto, assume un significato e una valenza nuovi, confrontato anche con un tempo molto diverso rispetto a quello in cui si svolgevano i fatti, ossia gli anni ottanta. Quante cose sono cambiate da allora? In meglio o in peggio?
Ciò che colpisce di questo romanzo è la capacità dell’autore di farti sentire le sue emozioni, forse perché alcuni episodi che descrive sono comuni a molti.
Mi sono ritrovata più di una volta nelle sue parole e ricordo benissimo i pomeriggi di noia vissuti proprio come lui la racconta.
“Ricordo bene quelle ore strette nella morsa della noia. Avvertivo un senso d’angoscia, nel ticchettio ritmato del grande orologio in soggiorno…”
Il tempo da bambina mi sembrava infinito e anche io spesso aprivo un’enciclopedia. A casa mia c’era l’enciclopedia della cucina, quella medica e la Bibbia a fumetti. C’era poi un mobiletto con un’antica raccolta di classici. Quelli per esempio amavo impilarli e contarli come fossero costruzioni. Non parliamo poi degli amici immaginari e degli angoli della casa con porte segrete o rifugi da esplorare, passavo ore a fantasticare su cosa ci potesse essere oltre i muri.
Un altro argomento che mi ha riportato indietro nel tempo riguarda il rapporto con i genitori. Il tema “Vi presento i miei genitori” mi ricorda il mio stesso scritto dell’epoca, anche io ho descritto i miei genitori allo stesso modo, fisicamente e con solo qualche caratteristica distintiva che li inquadrasse.
“Il padre faceva il padre. Era una figura perlopiù evanescente, che la mattina salutavi sulla porta e rivedevi la sera”.
È vero, il rapporto con i genitori era più distaccato, nel senso che i bambini avevano accesso solo fino ad un certo punto, poi dovevano rimanere al loro posto e non valicare il confine. Il dialogo che c’è oggi almeno nel mio caso non c’era e chi prendeva le decisioni erano i genitori e non c’era verso di replicare.
E poi un bel messaggio, quello della maestra che ci porteremo sempre nel cuore. Io purtroppo ho cambiato scuola più volte alle elementari, e non ho avuto una maestra di riferimento, ma per esempio mia figlia di 9 anni ha avuto fino a quest’anno (perché purtroppo è andata in pensione) una maestra meravigliosa che come nel caso dell’autore ha aiutato i bambini a tirar fuori soprattutto le emozioni. Questo è fondamentale per loro che hanno bisogno di capire cosa gli succede dentro ogni volta che qualcosa cambia, per poter comprendere che il cambiamento fa parte della vita e non è qualcosa di cui aver paura.
Se ti fa piacere, per conoscere meglio l’autore guarda anche questa interessante intervista di Mariagrazia Cucchi:
Ho letto il romanzo in poche ore e non perché non vedessi l’ora di arrivare alla fine, ma per gustarmi ogni ricordo e rituffarmi un po’ nei miei. Mi è piaciuto molto lo stile di scrittura scorrevole e fresco, che mi ha accompagnato in questo viaggio dentro la memoria dell’autore, lasciando molti spazi aperti alla riflessione e al confronto con il presente.
L’uomo o la donna che diventiamo è frutto di tutte le esperienze, belle e brutte, che raccogliamo durante il percorso e anche i cambiamenti a volte, seppur dolorosi, sono necessari per andare avanti e crescere.
I sogni dei bambini sono gratis e devono continuare ad esserlo, perché sognare è l’unico modo per non rimanere fermi dove si anche quando tutto intorno sembra immobile. Sogni che da adulti non riusciamo più neanche ad immaginare perché sostituiti da altri che gratis non sono più.
Come sempre buona lettura!