Contagiato (Infected) e i Fumetti sulla pandemia
La parola contagiato deriva dal latino contàgium, parola formata da cum – insieme – e tàgere, tangere – toccare. È l’atto finale dell’azione di un malato che, toccando un individuo sano, trasfonde la malattia.
Fumetti sulla pandemia
Sono due parole che non avrei mai accostato nel mio immaginario, ma mi rendo conto che la mia conoscenza in materia si limita al buon caro vecchio Dylan Dog, a Tex – molti albi dei quali la Sergio Bonelli Editore ha ceduto gratuitamente proprio durante il lockdown- e non dico Topolino ma poco ci manca. Presa dalla curiosità e facendo qualche ricerca però, è venuto fuori del materiale davvero interessante.
Intanto che Infected (Contagiato) è un fumetto scritto nel lontano 2012 ma la cui trama racconta, con 6 anni di anticipo, tutto ciò che abbiamo vissuto sulla nostra pelle da febbraio ad oggi, e che sicuramente non è finito in una bolla di sapone, anzi. Siamo ancora alle prese con decreti, regole, caccia ai furbi, ipocondrie varie e, purtroppo, anche molte vittime. Lungi da me fare qualsivoglia osservazione politica ma d’altronde una mente che ragiona ce l’ho e sono convinta che molte persone hanno provato o stanno provando ad unire i puntini, non senza serie difficoltà morali o semplicemente culturali.
Torniamo a noi, di cosa tratta uno dei fumetti sulla pandemia scritti negli ultimi anni? Su un sito ufficiale dell’Unione Europea, tra i tanti articoli presenti, sbuca questa pubblicazione, tra l’altro scaricabile gratuitamente proprio dalla pagina, i cui dati sono i seguenti:
- Pubblicato:
- Autori corporativi: Direzione generale Cooperazione internazionale e sviluppo ( Commissione europea )
- Autore/i personale/i: Durieux, Laurent; Jia Wei, Huang; Ferté, Ségolène; Morvan, Jean David; Vandersmissen, Alain; Pezzali, Walter
Temi: sanità pubblica
- Oggetto: prevenzione delle malattie, epidemia, politica sanitaria, cooperazione internazionale, sanità pubblica, ruolo internazionale dell’UE
La trama segnalata è di poche righe:
“Chan Wenling e la sua amica del futuro sono impegnate in un’avventura entusiasmante per convincere le persone ad agire insieme e salvare il mondo. Mentre la storia può essere immaginaria, è comunque intrecciata con alcune informazioni fattuali.”
Ma lo snodo della storia rispecchia perfettamente ciò che è avvenuto, e sta avvenendo, durante l’Emergenza Covid che ha colpito tutto il globo. Quando fu commissionata, questa pubblicazione venne pensata più che altro per essere distribuita tra gli ambienti interni dell’UE, e normali cittadini o appassionati di fumetti non hanno avuto modo di notarla o di prestarle particolare attenzione. Eppure le “predizioni” sono sconvolgenti, precise e puntuali, tanto da farsi venire molti dubbi, anche senza voler esser tacciati (nemmeno dalla nostra coscienza) come complottisti.
Il racconto inizia guarda caso in Cina, dove una scienziata di nome Chang Weiling guida un gruppo di colleghi a visitare un laboratorio. La dottoressa dice loro che è stata scelta per mostrare ai virologi stranieri un sito apposito di ricerca di livello P4, a Pechino, ovvero un luogo segreto dove vengono studiati e analizzati i più micidiali agenti patogeni conosciuti al mondo, per contrastare gli effetti dei quali non esiste alcuna cura.
La storia va avanti ed entra in scena un viaggiatore del tempo mandato per avvisare le autorità dell’imminente pandemia. Tra avvertimenti, riferimenti ai rischi della globalizzazione e gli evidenti fallimenti delle organizzazioni mondiali in caso di eventi come questo, distanziamenti sociali e la ricerca spasmodica di una cura, il fumetto racconta esattamente ciò che è avvenuto nella realtà.
La parte finale, poi, parla proprio di un vaccino e infatti la storia si conclude con i membri riuniti al Parlamento europeo a Bruxelles dove insieme al segretario delle Nazioni Unite e al segretario di Stato USA si annuncia finalmente la soluzione alla pandemia, ovvero il famigerato vaccino.
Sembra quasi una sorta di “linea guida” rivolta a chi di dovere, per indirizzare le decisioni. E chissà, magari abituare la popolazione attraverso messaggi semplici e apparentemente innocui. Non è una novità che le televisioni e i battage mediatici creino una sorta di ricondizionamento mentale, e anche a non esser scienziati, basta rifarsi alla storia dell’umanità, alla trasmissione dapprima orale tra le generazioni di storie e novelle a scopo d’insegnamento fino al marketing, che agisce su processi cerebrali definiti e approfonditamente studiati da chi ha interesse. Vogliamo parlare degli innumerevoli film che hanno mandato in onda negli ultimi decenni? Qualche dubbio, sulla possibilità che i media servano ad indottrinare in maniera inizialmente soft le popolazioni, quantomeno, sorge.
Vogliamo andare oltre comunque, ed ecco che vi sono numerose altre pubblicazioni, molti altri fumetti sulla pandemia usciti nelle edicole e librerie negli ultimi decenni.
Il primo – sono una fan sfegatata del vecchio Dylan… – è uno speciale, uno della serie che inizialmente ha avuto una pubblicazione irregolare.
“In un mondo alternativo, un’epidemia sta spazzando via la vita sulla Terra, trasformando la gente in zombi. Il primo infetto è Groucho. Ucciderlo salverebbe il mondo. Ma a Dylan manca il coraggio, manca il cinismo necessario, e il contagio si diffonde ovunque. Le storie sono ambientate in questo futuro distopico popolato da zombi da cui la civiltà umana ha dovuto imparare a difendersi per sopravvivere. È un pianeta allo sbando, così come allo sbando è l’Old Boy, schiacciato dal rimpianto di non aver agito. In ogni episodio lo sceneggiatore approfondisce un aspetto diverso del pianeta dei morti, tra persone che si stordiscono di droghe per fuggire dalla realtà e comunità di morti viventi che non sanno di esserlo.”
Kansen Rettou, di Masasumi Kakizak
“Uno dei fumetti sulla pandemia che rimanda ad immagini di film come Contagion, per la spietatezza con cui non risparmia dettagli sulla epidemia o nel mostrare con precisione “chirurgica” i corpi degli ammalati e dei deceduti.”
The Beauty 1 – Malati di bellezza
Interessantissimo questo libro, che non è proprio uno dei fumetti sulla pandemia ma è un titolo molto intrigante: The beauty, di Jeremy Haun e Jason A. Hurley
“Cosa succederebbe se si diffondesse una malattia sessuale in grado di rendere bellissimo chiunque la contragga? E se, dopo qualche anno, si scoprisse che ha conseguenze mortali? Questo il punto di partenza di una delle serie più originali degli ultimi anni, in cui una trama giallo-noir mozzafiato si mescola con tematiche fantascientifiche dando vita a una spietata analisi del mondo di oggi, ossessionato, contagiato dall’aspetto esteriore.”
Contagion è anche il titolo di questo albo di Batman, un altro dei fumetti sulla pandemia, pubblicato addirittura nel 1998 e disponibile solo in lingua inglese.
Batman: Contagion (Inglese) 31 dicembre 1998
Nella saga, ispirata al racconto di Edgar Allan Poe La maschera della morte rossa, il Sacro Ordine di Saint Dumas, un gruppo di cavaliere templari votato allo sterminio, diffonde per tutta Gotham il virus Ebola-A (detto “Virus dell’Apocalisse”), in grado di corrodere la carne dell’ospite dall’interno, minacciando la vita della popolazione. Una comunità di ricchi cittadini si segrega nel cuore di Gotham, nel complesso residenziale Babylon Towers, sperando di scampare al virus, salvo scoprire che uno dei loro membri è il paziente zero.”
L’elenco non è finito qui, caro iCrewer, molti sono i fumetti sulla pandemia che sono stati realizzati dai grafici in tutto il mondo. Casualità o piano diabolico per controllare il mondo? Facci sapere come la pensi e intanto, come sempre, buona lettura, e per concludere una frase detta da Diego Fusaro:
Chi si pone domande sarà anche complottista, ma chi accetta tutto senza domandare alcunché è uno stolto
MI sembra una logica conseguenza , dopo decenni di inculcamento del pensiero comune adesso che i più sono ben inquadrati tutti in fila per 6, chi muove i file del teatrino può giocare come il gatto con il topo…
Ti ringrazio Alessandro per aver condiviso il tuo pensiero. Non vi saranno verità ineluttabili ma quantomeno una riflessione credo vada assolutamente fatta…