Appena letto il titolo del libro, Ristoceutica, ho pensato ad un’altra ennesima bella trovata del nutrizionista di turno, in effetti bisogna ammettere che l’arte culinaria con le sue varianti ha ormai monopolizzato tutte le piattaforme, da quella letteraria a quella televisiva per finire costantemente sul web, dove senza fine scorre tutto ciò che possiamo e non dobbiamo mangiare, ciò conviene o a cui è meglio rinunciare, eliminando o aggiungendo cibi a seconda delle situazioni.
Una buona notizia arriva da un libro il cui titolo non mi ha destato troppa simpatia, mi ha dato la sensazione di trovarmi di fronte ad un nuovo concentrato di pillole magiche per frenare o addirittura bloccare il metabolismo: più un antibiotico che una guida dietetica. La spiegazione è semplice Ristoceutica, questo è il titolo, deriva dalla fusione tra ristorazione e nutraceutica, la scienza che studia i cibi nutrienti che fanno bene alla salute, e quando si parla di salute non si può più scherzare, anche perché è da tempo consolidato il concetto che il cibo sano aiuta a vivere meglio e a prevenire patologie importanti. Il primo organo a beneficiarne, in questo caso, è il cuore, per gli addetti ai lavori limitandosi alle giuste dosi e associando i cibi giusti molti dei problemi legati alle malattie cardiovascolari potrebbero ridursi se non addirittura sparire.
“Ogni volta che consumiamo un pasto”, spiega il professor Lionetti, “abbiamo la possibilità di pilotare a distanza l’espressione dei geni di una cellula. È quindi di fondamentale importanza ricercare le associazioni “vincenti” tra i diversi alimenti, e anche i metodi di cottura e di conservazione ottimali, affinché le proprietà epigenetiche positive di ciascuno vengano valorizzate per preservare il nostro stato di salute”.
Di cosa si occupa la ristoceutica?
Alla luce di quanto già citato, è facile intuire che gli sforzi degli addetti ai lavori sono diretti soprattutto allo studio non solo delle interazioni tra gli alimenti funzionali ma soprattutto alla ricerca delle combinazioni più favorevoli per ottenere risultati positivi evitando chiaramente interazioni negative per l’organismo Non solo, si studiano i metodi di conservazione e della cottura dei cibi oltre alla interazione dei composti attivi con farmaci o patologie già presenti. Per chiarire meglio le idee, dopo tanto ricercare, i risultati di Leonetti ci dicono che i polifenoli di olio extravergine d’oliva e cacao, gli omega 3 di pesce azzurro, le noci, i sulforafani dei broccoli e il beta-glucano dell’orzo influenzano positivamente il nostro DNA, per questo fondamentali nella nostra dieta quotidiana.
Si sa, la scienza, qualunque progresso faccia, è un bene da condividere così Leonetti ha preso carta e penna e ha deciso di divulgare le sue fatiche scientifiche in una bella guida gastronomica in cui dispensa consigli culinari e ricette sopraffine mirati al benessere del cuore. Non solo, sono ben spiegate le proprietà dei vari alimenti, le loro categorie, il loro valore nutrizionale. In sostanza, se vogliamo un cuore sano e forte possiamo, anzi dobbiamo, sforzarci di mangiare una bistecca circondata da erbette con un contorno di pasta fredda, ma alla fine la cosa importante è comprendere che sederci a tavola più consapevoli ci rende migliori in tutti i sensi, più sani e più belli.