Harry Martinson è stato uno scrittore ma anche un poeta svedese. Egli è nato a Jämshög il 6 maggio del 1904 ed è morto a Stoccolma l’11 febbraio 1978.
Chi era Harry Martinson?
Tra i numerosi ritratti di Harry Martinson quello che mi ha colpita in particolare è questo c
Chissà, sicuramente sarà stato impegnato a pensare alla sua prossima opera, oppure a rileggere qualcosa che ha già messo su carta.
Adoro le fotografie spontanee, sono le nostre raffigurazioni più belle dalle quali è possibile estrapolare le nostre riflessioni, cogliere le nostre sfumature migliori.
Lo scrittore è così concentrato – lo dimostrano i lineamenti del viso – ed è così estraniato dalla realtà che non si rende conto di essere stato catturato dall’obiettivo. Il suo portamento, benché sia seduto, appare elegante. Alle spalle di Harry possiamo notare il dipinto di una donna.
Eppure l’infanzia di Harry non pare essere stata felice, una di quelle che ogni bambino che si rispetti dovrebbe avere. Suppongo però che ad essere stata poco gioiosa non sia stata solo l’infanzia, probabilmente felice non lo è stato mai o forse lo è stato in maniera fugace.
Certo, non ho avuto l’onore di conoscerlo dal vivo, né di aver vissuto durante i suoi anni, ma da ciò che ho potuto leggere sul suo conto, mi è parso di afferrare ciò.
Basti pensare al solo il modo nel quale è morto. Ha lasciato questa vita in modo angusto, atroce, incurante della sofferenza che avrebbe potuto provare, Harry si è tolto la vita piantandosi un paio di forbici nello stomaco.
Tutto ciò mi genera una grande tristezza. In fondo, ogni letterato che si rispetti ha trascorso momenti lieti e meno lieti, ognuno di loro viene ricordato, oltre che per le sue opere, per qualcosa che lo ha segnato.
Questi grandi scrittori del passato recente e meno recente sono stati alle volte delle anime inquiete, altre volte sofferenti, taluni entusiasti della vita, ma ciascuno di loro – questo è un dato di fatto inconfutabile – ha donato al mondo letterario una grande impronta.
Harry Martinson avendo perduto i genitori, è stato adottato, ma a soli sedici anni, esattamente nel 1920, ha deciso di scappare e ha scelto di imbarcarsi a bordo di un peschereccio.
La sua salute precaria, però, lo ha costretto – dopo ben sette anni – a fare ritorno in Svezia ove ha preso a girovagare per la città senza una meta né uno scopo ben preciso. Si pensi che a ventun anni è stato arrestato per vagabondaggio.
Harry Martinson il modernismo nelle sue opere ed il premio Nobel condiviso
Partiamo dal premio Nobel: Harry ha fatto parte dell’Accademia svedese, ed è stato designato, assieme ad altri esimi letterati, come colui che avrebbe potuto ottenere il pregiato riconoscimento.
I membri dell’Accademia hanno da ultimo decretato che a pari merito il Nobel venisse consegnato, unitamente, ad Harry Martinson ed allo scrittore, traduttore svedese Eyvind Johnson. Questo nel 1974.
Per ciò che riguarda le opere di Harry, questi ha dato inizio al modernismo con l’opera dal titolo Fem Unga, ovvero Cinque giovani, si trattava di una raccolta antologica.
Il successo è arrivato nel 1935 con uno scritto che si definisce quasi biografico, tradotto in ben trenta lingue: Nässlorna blomma ovvero Le ortiche fioriscono. Quest’opera di Harry viene considerata, ancora oggi, un’esperienza di lettura stravolgente, inusuale, ma consigliata.
In questo romanzo ci parla di un ragazzo, Martin Tomasson, e del destino che lo attende nelle varie fattorie ove egli viene affidato. Il ragazzo assiste alla perdita di tutte le persone che per lui hanno significato qualcosa, tanto che inizia a pervaderlo una profonda solitudine.
Martin però non si arrende, trova in sé la forza per affrontare le avversità e prendere per mano la sua incontenibile voglia di cercare la luce.
Nel 1956 è la volta di Aniara, opera nella quale Harry ci parla di «Una nave spaziale in viaggio verso Marte, in fuga dalla Terra resa ormai invivibile da guerre e malattie. Il cervello di Ani
Un guasto condanna l’astronave a vagare nell’etere verso la costellazione di Lyra.La condizione disperata che attende i viaggiatori allenta i vincoli morali e spirituali: col tempo gli argonauti si abbandonano a rapporti sessuali lascivi, all’adorazione di culti esoterici, alla prevaricazione violenta.
La scena finale, nell’allucinante paesaggio dell’astronave ormai disseminata di cadaveri, vede i pochi sopravvissuti prepararsi alla fine.»
Harry Martinson è indubbiamente un autore da ricordare e da apprezzare.