Caro iCrewer, oggi vorrei parlarti di La voce delle ombre, di Frances Hardinge, edito da Mondadori.
Se ti stai chiedendo il perchè, beh…
Halloween sta arrivando. Zucche su zucche stanno venendo intagliate, sulle loro lisce superfici spuntanto sorrisi sdentati, pronti a ospitare le luci dei lumini. E mentre noi pregustiamo il giungere della festa, con i suoi costumi e tutti quei “dolcetto e scherzetto“, nelle viscere della terra i morti cominciano a svegliarsi. Gemono in dormiveglia nei loro giacigli, quasi pregustando la notte in cui potranno tornare a camminare tra i vivi.
E per immergerci ancora di più in quest’atmosfera, non c’è nulla di meglio di un libro che, durante tutta la lettura, mi ha dato l’impressione di essere cupo, fumoso, profondamente inquietante.
La trama
La storia di Makepeace è oscura, misteriosa, piena di intrighi e cose non dette. Fin da piccola, si rende conto che lei e la madre non appartengono veramente al paesino in cui dimorano. Sembra quasi esserci uno steccato, una recinzione a separarla dagli altri.
Soltanto un nome rimane, Fellmotte, in qualche modo collegato alle origini della ragazza. E quando Makepeace viene presa in consegna proprio da questa antica famiglia scozzese, il momento delle risposte sembra essere giunto.
Così la giovane si trova prigioniera in un castello tetro, alla mercé di Lord Fellmotte, vecchio, fragile, ma con occhi che sanno trafiggere la mente e paralizzare il corpo. Cosa vogliono da lei? Perché la tengono rinchiusa? Una cosa è certa, l’unico di cui si può fidare è lo spirito che dimora in lei, l’accompagna e la protegge.
Tutti questi segreti, questi misteri non fanno altro che irrobustire la trama scritta da Frances Hardinge, la rendono abbastanza solida da reggere brusche, e a volte quasi poco realistiche, virate di contesto.
La voce delle ombre: recensione
E’ un libro inquietante, caotico, eppure immediato nel trasmettere il suo messaggio primario: è una storia di sopravvivenza. Resistere è quello che fa Makepeace ad ogni prova che le si para davanti. Prima si tratta di sopravvivere nel contesto estremamente religioso di Poplar, con il rischio di venire additata come strega; poi le notti nella buia cappella nel camposanto; gli incubi; la rivolta e, soprattutto, cercare di sopravvivere ad un destino che sembra quasi segnato.
Tuttavia, in questo libro c’è molto altro. C’è l’amore fraterno per James, l’unico essere umano di cui Makepeace si fida. C’è la caparbietà, la volontà ferrea di raggiungere lo scopo prefissato, indipendentemente dal prezzo richiesto. E c’è la pietà, pietà per ogni essere vivente, anche se gli uomini fanno di tutto per non meritarsela.
E’ un mutamento continuo, quello di Makepeace: cambia maschera, nome, identità. Cresce. Da bambina sola e spaurita, si trasforma in una donna forte, coraggiosa, astuta e con un grande cuore. Cresce molto più di James, accecato dal desiderio di fare parte di qualcosa, fino al punto di rischiare di essere annientato.
Di sicuro un libro imprevedibile. Non ho capito come e dove sarebbe finita, fino a che non sono arrivata all’ultima pagina.
Il linguaggio è tetro quanto il racconto. Frances Hardinge fa un ottimo lavoro nel tinteggiare tutto con colori foschi, nel descriverci le scene in modo tale da far aumentare i battiti del nostro cuore, quasi in sincrono con la paura, o la determinazione, di Makepeace.
La cover mi è subito piaciuta. Insolita, ha catturato immediatamente la mia attenzione. Credo che si sposi molto bene con la narrazione che introduce.
Frances Hardinge
Originaria di Oxford, Frances Hardinge tra ispirazione per i suoi lavori dalla sua infanzia e dall’enorme casa in cui è vissuta, in un piccolo, strano villaggio. Tutto ciò l’ha portata a scrivere romanzi ambientati nel passato, intrisi di mistero e magia. Oltre a La voce delle ombre, con Mondadori ha pubblicato anche Una ragazza senza ricordi (2017) e L’albero delle bugie (2017).