Gli spaghetti alla Bolognese non esistono! Il titolo non fa pensare certo ad un giallo con tanto di guardie e ladri. Quando si parla di spaghetti cosa puoi pensare? Il solito libro di cucina e poi riflettendo, di Filippo Venturi non ho memoria letteraria. Insomma un approccio partito, lo ammetto, con il freno tirato. Ho sciolto le riserve andando avanti con la lettura, quando ho finalmente fatto pace con la vera natura di Emilio Zucchini, oste bolognese doc con l’intuito naturale dell’investigatore. In poche parole, il protagonista di questa rocambolesca avventura tragicomica bolognese.
Gli spaghetti alla bolognese non esistono, un nuovo enigma per Emilio Zucchini
È un personaggio fuori dall’ordinario, lo si comprende subito. La sua è una mente vivace, attento osservatore della natura umana, comprende i gesti, ne traduce le intenzioni. D’altra parte, il suo lavoro lo permette. Basta un ordine o un gesto per stilare subito il profilo dell’ospite seduto al tavolo. Difficile che sbagli. Come potrebbe? La sua è una trattoria di tutto rispetto, l’atmosfera della Vecchia Bologna è quella giusta, ogni piatto rispetta le tradizioni, guai a contraddirlo soprattutto se gli vengono richiesti gli spaghetti alla bolognese.
Detto questo, la storia si snoda tra un primo e un dessert quando, improvvisamente, una bella ragazza si sente male. È un trambusto che altera troppi equilibri. Da esperto dell’arte culinaria il solo pensiero di “aver agito con negligenza” non fa dormire il povero Emilio
“È stata una delle notti peggiori della sua vita, Emilio l’ha passata a rivedersi la scena in loop, con il cuore che gli batteva tipo coniglio su un tagliere, a rigirarsi tra le coperte, come quella volta in cui si fece fuori un salame d’oca intero insieme ad una boccia di Lambrusco Gasparossa, la camomilla dei ristoratori. È distrutto!”
Anche Mirko (il Grande Gandhi), il buttafuori con gli attacchi di panico, è certamente il termine di paragone. È lui il folle capace di rubare il quadro di San Luca dalla Cattedrale! Uno alla volta, come funghi (per rimanere in tema) escono tutti gli altri personaggi, dall’ispettore Jodice al serial killer, da Maggie la ex fidanzata al cardinale, ce n’è per tutti i gusti, ognuno descritto nei minimi particolari . Un bel minestrone fatto sapientemente in casa!
Gli Spaghetti alla bolognese non esistono, quale è la verità’ di Filippo Venturi
Emilio, suo malgrado, si ritrova a interpretare particolari all’apparenza senza importanza, leggere ancora una volta l’animo disilluso del colpevole di turno. Ma sarà lui il vero responsabile? Al di là della legge, cosa porta un uomo a trasgredire? La verità è sempre la soluzione più giusta o è preferibile tacerla per mantenere intatti gli equilibri? Nel suo indagare Emilio si scontra con le storie personali di chi vive ai margini, l’arroganza di chi applica la legge con le sue regole, l’amore mai dimenticato e quello materno.
Al di là della vicenda giustamente tinta di giallo, è la scrittura in se a rendere tutto molto veloce e intenso. A tratti in maniera vorticosa e a mio avviso eccessiva. Spesso colorita da improvvisi menù imprecatori che mi hanno fatto sorridere oltre ad evidenziare, senza dubbio, un’immaginazione fuori dal comune per non dire esagerata.
Il percorso per arrivare alla verità non è poi così immediato ma una volta raggiunta Emilio acquisisce nuove consapevolezze. In tutto questo, Bologna, rimane l’eterna principessa a cui deve tutto e da cui non si separerebbe mai. Come dargli torto. Il fascino di Bologna non è in discussione. Filippo ed Emilio, in questo, la pensano nello stesso modo. L’importante non perdere mai le buone abitudini.
“Emilio rimane seduto. Si guarda intorno. Quello è il suo mondo. E dopo tutto va bene così. SI stende il tovagliolo sulle gambe e prova a non pensarci più. Da un giro di forchetta alle tagliatelle e avverte una sensazione particolare, molto vicina a quella che il vescovo gli ha appena trasmesso con le sue parole”.
“È qualcosa di simile al concetto di bontà suprema. Ci si abbandona. Mastica estasiato, assapora con lentezza, deglutisce a occhi chiusi. No ci sono dubbi: sono anche più buone del solito. Rosse e sugose con la pasta tirata a martello, al dente come da tradizione, col sale di cottura perfetto. Ed eccolo lì davanti a a lui, finalmente, quel famoso e irresistibile sole nel piatto che lo fa stare bene”
Mi piace pensare che anche il giallo di Filippo Venturi abbia la sua morale. In fondo, nella vita nulla è come sembra e mai veramente scontato. Che la felicità può tornare a sorridere quando meno te l’aspetti, che andare oltre alle apparenze è giusto e doveroso se si vuole dare un senso e una risposta ai fatti della vita. A parte questo, Gli spaghetti alla bolognese non esistono è un romanzo gradevole come un souflè, la modalità di scrittura inebriante come il Lambrusco di Venturi, intenso quasi come un tacchino arrosto e dolce quanto basta per chiudere il libro assaporando un leggero retrogusto di un buon tiramisù.