La casa editrice Felix Krull Editore ha deciso di segnalare ciò che considera una preziosa fantasticheria barocca: il romanzo di Lodovica San Guedoro intitolato Gli avventurosi Simplicissimi.
Di cosa parla Gli avventurosi Simplicissimi?
Una favola arcana che svolge i destini di cinque studenti dell’università di Tubinga, partiti per l’Oriente e, dopo una notte stipata di incidenti in uno squallido alberghetto di Brindisi, da un maremoto separati, invece, e scagliati su una terra sconosciuta …
I rimandi a “L’avventuroso Simplicissimus”, romanzo picaresco del seicento ambientato durante la guerra dei trent’anni, non dovrebbero sfuggire ai dotti. Ma, da quella notte fatale, il romanzo va sempre più rassomigliando a un bellissimo naufragio della “personalità”. Si passa dal regno dell’aria a quello delle acque, dallo stato di uomini a quello di pesci e di nuovo a quello di uomini, continuamente la realtà si muta in sogno e i sogni si fanno realtà, s’incontrano personaggi esistiti più di duemila anni fa o anche meno di due secoli fa …
I cinque fili si riannodano infine in una villa, apparsa inizialmente come la caverna di Minosse … La favola, nell’ultima parte lievissima, diafana e soffusa di incantevole grazia come un sogno rococò, si chiude con la frase: “La Bellezza li aveva guardati negli occhi, e mai più essi avrebbero dimenticato il suo sguardo.”
Attraverso un linguaggio volutamente antiquato e la ricreazione di un’atmosfera ora fiabesca, ora decadente, Lodovica San Guedoro esprime tutta la propria passione per le fantasticherie e i preziosismi del romanzo barocco, trasfondendo anche un viscerale amore per l’arte e per la sua terra d’origine, la Sicilia.
Corriere della Sera, Simone BertelegniLa scrittura (de Gli avventurosi Simplicissimi) è volutamente anticheggiante, ricorda le romantiche atmosfere magiche di Novalis, ma anche Il pellegrinaggio in Oriente di Hermann Hesse. Si conferma così il programma letterario della Felix Krull, intenta a promuovere una letteratura <<inattuale>>, fondata sul valore intramontabile della bellezza, come risulta dall’insegnamento che giunge ai giovani Simplicissimi: <<La Bellezza li aveva guardati negli occhi, e mai più essi avrebbero dimenticato il suo sguardo>>. Questo romanzo, già nel titolo, si ricollega alla grande tradizione del romanzo picaresco secentesco, e segnatamente all’Avventuroso Simplicissimus di Grimmelshausen, come pure allude al principale romanzo neopicaresco della letteratura tedesca: il Felix Krull di Thomas Mann, cui è intitolata la casa editrice.
Il Messaggero, Marino FreschiMa la trama fantastica è solo il mezzo per descrivere un universo a sé, sospeso tra il regno dell’acqua e quello della terra, tra creature metafisiche e personaggi reali, scenari da fiaba e territori violentati dall’incuria dell’uomo: un continuo alternarsi d’incanto e disincanto, che avvicina il racconto ai ritmi intensi di una corale rappresentazione della bellezza incontaminata della natura, contrapposta alle brutture di una società sempre più insensibile e materialista.
Gazzetta del Sud, Francesco Bonardelli