Il 27 gennaio di ogni anno si celebra il Giorno della Memoria, una ricorrenza istituita per commemorare le vittime della Shoah e tutte le persone perseguitate durante il regime nazista e i suoi alleati. Questa data non è stata scelta a caso: il 27 gennaio 1945, infatti, le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau, simbolo della ferocia dell’Olocausto.
Giorno della Memoria: il significato delle parole Olocausto e Shoah
Spesso si usano i termini Olocausto e Shoah per riferirsi agli stessi eventi, ma è importante comprendere le loro origini e sfumature. La parola Olocausto deriva dal greco “holòkaustos”, che significa “completamente bruciato”, e si riferisce a un sacrificio religioso in cui la vittima veniva consumata dal fuoco. L’uso di questo termine per indicare lo sterminio degli ebrei europei da parte del regime nazista ha suscitato critiche, poiché suggerisce l’idea di un sacrificio volontario. Per questo motivo, è preferibile usare il termine Shoah, parola ebraica che significa “distruzione” o “annientamento”, maggiormente in linea con la realtà storica di un genocidio sistematico e crudele.
Il Giorno della Memoria non è solo un momento di riflessione sul passato, ma un monito per il presente e il futuro. Ricordare ci permette di preservare la memoria delle vittime e di contrastare l’indifferenza, il pregiudizio e ogni forma di odio. Le voci dei sopravvissuti, i documenti storici e le opere letterarie ci offrono strumenti preziosi per trasmettere questa consapevolezza alle nuove generazioni.
Il ricordo dell’Olocausto attraverso la Letteratura
La letteratura è uno degli strumenti più potenti per comprendere l’orrore della Shoah e riflettere sui suoi significati profondi. Ecco alcune opere fondamentali.
Simon Wiesenthal, nel suo libro Gli assassini sono tra noi (Garzanti), racconta come i nazisti, pur consapevoli delle atrocità commesse, fossero lucidamente certi che solo la memoria avrebbe potuto sconfiggerli. Sebbene sia una magra consolazione, è proprio la memoria storica che è sopravvissuta, ricordandoci l’importanza di non generalizzare. Tuttavia, è comprensibile che molti sopravvissuti abbiano scelto di lasciarsi alle spalle il dolore, cercando di dimenticare ciò che li ha feriti. È nostro dovere rispettare questa scelta, così come dobbiamo rispettare chi invece sente il bisogno di testimoniare e gridare il proprio dolore per liberarsi e per scuotere le coscienze.
Questa libertà di espressione permette di affrontare il passato, di ricordare amori perduti e affetti scomparsi, e di rielaborare il dolore per non lasciare che venga dimenticato. È una libertà riconquistata, che ci appare lontana ma che risuona ancora nelle profondità dello spirito. Il 27 gennaio va celebrato proprio per onorare chi, con fatica, ha trovato la forza di parlare e di sperare in un nuovo inizio.
Tra coloro che testimoniano l’importanza della memoria c’è Liliana Segre, una delle ultime sopravvissute all’Olocausto. La sua speranza, condivisa con altri sopravvissuti, è che la memoria non vada perduta, ma custodita e tramandata come un’eredità preziosa. Che si tratti di libri di storia, memorie personali o romanzi, è fondamentale parlarne e ricordare.
Tra i libri più significativi c’è Se questo è un uomo di Primo Levi (Einaudi, 1947), una pietra miliare della letteratura sull’Olocausto, in cui l’autore, sopravvissuto ad Auschwitz, racconta la sua esperienza nel lager. Levi ha scritto anche I sommersi e i salvati e Così fu Auschwitz (Einaudi), altre opere fondamentali sulla memoria storica, tra cui La Tregua.
Un altro libro toccante è Un sacchetto di biglie di Joseph Joffo (BUR), che narra la fuga di due fratelli dai nazisti nella Francia occupata. Questo libro, adatto anche ai giovani lettori (dai 10 anni), ha ispirato un film uscito di recente.
Da segnalare anche La scomparsa di Joseph Mengele di Olivier Guez (Neri Pozza), che ricostruisce la fuga in Brasile del medico nazista, e La guerra di Margot di Monika Hesse, che racconta la storia di un’amicizia tra una giovane tedesca e una giapponese in un campo d’isolamento americano.
Il libro Noi bambine ad Auschwitz di Andra e Tatiana Bucci rappresenta un’altra testimonianza emozionante. Le due sorelle raccontano la loro esperienza nei campi di concentramento, il lungo peregrinare in Europa dopo la liberazione e il difficile ritorno alla normalità.
Più recente è In Auschwitz. La vera storia, in cui il divulgatore e romanziere Andrea Frediani racconta quella del luogo in cui molte di quelle storie sono iniziate e finite. Un saggio che ripercorre i fatti, gli orrori e le idee che hanno portato alla costruzione di uno dei luoghi più tristemente noti nel mondo.
Ma abbiamo anche Il custode delle luci di Auschwitz è un memoir che racconta la storia di Moshe, il padre dell’autore Naphtali Brezniak. Una storia triste e bellissima che spezza il cuore ma che rappresenta una testimonianza vivida e forte sugli orrori dell’Olocausto.
Infine, vi consiglio anche Mi chiamo Oleg. Sono sopravvissuto ad Auschwitz di Filippo Boni e Oleg Mandić, edito da Newton Compton Editori. Oleg Mandić aveva undici anni quando l’Armata Rossa liberò Auschwitz. Nato in Croazia, nel 1944 fu deportato con la madre e la nonna come prigioniero politico, poiché suo padre e suo nonno erano partigiani. Ad Auschwitz affrontò fame, lavori forzati, soprusi delle SS e il terrore del reparto di Mengele, dove i bambini sparivano senza lasciare traccia. Sopravvisse per caso o destino, in un luogo dove la morte era onnipresente.
Per anni Oleg tenne nascosti i ricordi del campo, incapace di parlarne. Con il tempo, però, sentì il bisogno di tornare ad Auschwitz, testimoniare ciò che aveva vissuto e rispondere al richiamo di una misteriosa lettera. Come lui stesso racconta: «Sono stato l’ultimo prigioniero a uscire vivo da Auschwitz».
Questi libri sono strumenti preziosi per mantenere viva la memoria e continuare a riflettere sul passato affinché tragedie simili non si ripetano mai più.
Queste letture, ognuna con il suo approccio unico, sono una finestra preziosa sulla storia e un invito a riflettere su temi universali come la dignità umana, il coraggio e la responsabilità morale.
In questo Giorno della Memoria, fermiamoci a ricordare e a leggere, per far sì che il passato non si ripeta.