Ci lasciava quarant’anni fa Gianni Rodari, un poeta per tutti. Oggi, lo ricordiamo così…
Quanto pesa una lacrima? La lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra
Gianni Rodari apparentemente facile, apparentemente leggero, apparentemente scanzonato fu poeta e rimane tale per tutti, grandi e piccini, anche a distanza di cento anni dalla nascita e quaranta dalla morte, avvenuta proprio il 14 Aprile 1980.
Chi fra noi non ha studiato e mandato a memoria una sua poesia? È il poeta più ‘gettonato’ dalle maestre di scuola elementare: facile, rimata e spesso ritmata, comprensibile a chiunque, la sua poesia arriva diretta, senza metafore arzigogolate, ne doppi sensi da leggere fra le righe ma non per questo meno densa di significati intrinseci e valore poetico.
Gianni Rodari ha fatto della leggerezza, dei buoni sentimenti, della semplicità, il veicolo per diffondere la sua poesia, raggiungendo davvero tutti. È errato, come spesso avviene, considerarlo solo un poeta per l’infanzia: ci sono valori e sentimenti che abbracciano l’intera umanità e restano eterni, fissi nel tempo. Se un poeta riesce a raggiungere grandi e piccini con i suoi versi, allora si, diventa egli stesso un alfiere dell’universalità, non relegabile ai confini del mondo infantile o scolastico.
Qualcuno che la sa lunga/ mi spieghi questo mistero:/ il cielo è di tutti gli occhi/ di ogni occhio è il cielo intero./ È mio, quando lo guardo./ È del vecchio, del bambino,/ del re, dell’ortolano,/del poeta, dello spazzino./ Non c’è povero tanto povero/ che non ne sia il padrone./ Il coniglio spaurito/ ne ha quanto il leone./ Il cielo è di tutti gli occhi,/ ed ogni occhio, se vuole,/ si prende la luna intera,/ le stelle comete, il sole./ […] Spiegatemi voi dunque,/ in prosa od in versetti,/ perché il cielo è uno solo/e la terra è tutta a pezzetti. (Il cielo è di tutti, Gianni Rodari)
I versi che hai letto sopra, sono la dimostrazione di tutta l’opera poetica di Gianni Rodari, il cui stile semplice, musicale, diretto, rimato pur non sempre rispettando una metrica fissa, risulta leggibile e comprensibile da chiunque si approcci alla lettura, così come il messaggio che il poeta vuole lanciare.
Non solo poeta
Il patrimonio letterario che ci ha lasciato, non racchiude soltanto il mondo dei versi, Gianni Rodari fu anche giornalista e favolista.
Nato il 23 Ottobre 1920 a Omegna sul Lago d’Orta (quest’anno si celebrano con varie iniziative anche i cento anni dalla nascita), con un carattere piuttosto schivo, perde il padre a soli dieci anni. Consegue il diploma magistrale a 17 anni e si iscrive, senza mai laurearsi, alla facoltà di Lingue dell’Università Cattolica di Milano.
Dalla militanza adolescenziale nell’Azione Cattolica, passa a quella giovanile nel Partito Comunista, subito dopo la caduta del Fascismo. Dotato di una grande curiosità intellettuale, legge Nietzsche, Stirner, Schopenhauer, Lenin, Stalin e Trotzkij. “Queste opere, – commenta- ebbero due risultati: quello di portarmi a criticare coscientemente il corporativismo e quello di farmi incuriosire sul marxismo come concezione del mondo”.
Gianni Rodari, attivista politico e letterato essenzialmente autodidatta, subito dopo la guerra, nel 1947, diventa cronista, poi capo-cronista e in seguito inviato speciale, dell’Unità. Mentre lavora come giornalista comincia a scrivere racconti per bambini. Nel 1950 si trova a dirigere un settimanale per bambini, Il Pioniere e nello stesso anno pubblica Il libro delle filastrocche ed il Romanzo di Cipollino.
In seguito, riesce a realizzare la scelta che contrassegnerà tutta la sua vita: affiancare al lavoro di scrittore per l’infanzia quello di un giornalista politico.
Gli anni Sessanta, vedono Gianni Rodari scrittore affermato, pubblica per Einaudi Filastrocche in cielo ed in terra, il primo libro di una lunga serie dedicata alla Letteratura per bambini che gli consentirà sul finire del decennio, nel 1970, di vincere il Premio Andersen e acquisire la consacrazione a scrittore per l’infanzia.
I suoi libri sono racconti delicati, intelligenti, pieni delle cose belle e intriganti che raccontano in maniera leggera dell’Italia quotidiana del secondo dopoguerra. Al centro delle sue storie ci sono lavoratori, bambini distratti, mentitori ambiziosi, bambine di cristallo, capi che si sciolgono al sole, coccodrilli sapienti, postini che sollevano navi e anfiteatri e uomini che si trasformano in pesci.
Fra la numerosa e varia produzione letteraria, dedicata alla letteratura per l’infanzia ma che consiglio di leggere anche agli adulti per la ‘profonda leggerezza’ con cui l’autore tratta buoni sentimenti e valori universali, è opportuno ricordare alcuni titoli che ancora oggi a distanza di tempo non smettono di appassionare bambini e adulti: titoli come Favole al telefono, Il libro dei perchè, Fiabe lunghe un sorriso, Il libro degli errori, Tante storie per giocare, Grammatica della fantasia e numerosi altri, fanno parte di quel patrimonio letterario italiano di cui andare fieri.
A me piace chiudere questo piccolo ricordo dedicato a Gianni Rodari con una sua frase, che sposo in pieno e sento profondamente mia:
Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.