I romanzi Feel Good, un fenomeno del 2020
La nostra era letteraria è stata da poco ribattezzata come “l’era dei romanzi feel good” o come la chiamano gli inglesi Up literature, ma precisamente di cosa stiamo parlando?
Caro iCrewer capiamo insieme di cosa si tratta. Per la nostra rubrica dedicata ai Generi Letterari ho infatti deciso di parlarti proprio di questo nuovo brand letterario, il Feel Good.
Inizierei con lo spiegarti da dove nasce questo mio interesse e poi passerò al resto.
È da circa un anno che sto cercando di completare la scrittura di un libro, nel corso del componimento dell’opera mi sono resa conto, anche grazie al mio editor, che certe questioni meritavano più attenzione e così sono iniziate varie stesure del testo, che spero trovino una fine, ma veniamo al punto.
Qualche giorno fa ho voluto iscrivere questo libro a un concorso letterario e mi sono trovata a dovermi fermare a riflettere: dovevo infatti definire in che espediente narrativo potesse essere collocato.
Come sai caro iCrewer mischiare i generi letterari è quanto mi riesce meglio, ma non potevo iscrivere il mio libro nella narrativa, perché mi sembrava di barare un pochino, nel senso che non è che se non si sa dove collocare un romanzo allora lo si mette nella narrativa, ci vuole un pizzico di riflessione e così mi sono messa a pensare.
Sapevo di non poter definire il mio romanzo un libro di genere Rosa. Si parte da un divorzio, la protagonista subisce un lutto ed è molto depressa, angosciata e triste. Nello sviluppo della trama nasce una storia d’amore, ma non è questa la protagonista del libro e quindi non può essere considerato un Romanzo Rosa.
C’era poi un lato legato alla suspense, questo mi ha spinto per un po’ a definirlo un Romantic Suspense, ma questa componente restava una piccola parte della narrazione. Non ci sono rapimenti, sotterfugi, misteri da svelare… insomma definirlo tale avrebbe scontentato tutti gli amanti di questo genere.
Quello che caratterizza questo romanzo è infatti la componente di rinascita, di superamento del proprio stare male, una ricerca della felicità.
Frase principale del romanzo è appunto questa:
La felicità non ci viene data, ma va guadagnata.
I titoli stessi dei capitoli del romanzo sono epiteti utili a tirare su di morale il lettore a farlo reagire alle avversità della vita.
Così ho digitato su Google: romanzi che fanno stare bene e mi è apparso un interessante articolo sui libri Feel Good.
Quando l’ho letto ho capito che avevo trovato quello che stavo cercando.
Il Feel Good come genere letterario
Per Feel Good s’intende una nuova tipologia di romanzi, un espediente letterario recentemente lanciato da un articolo del The Guardian. Esso consiste in un certo tipo di letteratura che ha uno scopo ben preciso che, come esprimono le parole feel good, possiamo tradurre con sentirsi bene o anche sentimenti positivi, possiamo quindi definirli come dei romanzi che servono per tirarsi su di morale. Una letteratura che aiuta il lettore a reagire e fa sorgere in lui dei sentimenti positivi.
Si tratta quindi di una serie di letture utili a trasformare i sentimenti di negatività, in emozioni utili a superare i momenti difficili e farli sfociare in occasioni. Il Feel Good negli ultimi anni si è tramutato in una vera e propria moda editoriale che sta conquistando il pubblico con tanto di hashtag dedicati. Queste storie hanno una trama precisa che parte da un evento drammatico per il protagonista e proseguono con una sua graduale rinascita.
Sono storie reali che narrano del superamento di un periodo di sofferenza, dell’affrontare varie sfide, malattie superate, depressione, l’amore, superamento di un lutto, di giovani che crescono imparando dai propri sbagli…
Sono ovviamente storie a lieto fine, racconti in cui dopo il buio si scorge l’arcobaleno e in cui la felicità non è certo data, ma va guadagnata passo dopo passo; sfida dopo sfida. Il segreto per la loro ottima riuscita è l’empatia che nasce con il lettore e riuscire a creare un’immedesimazione con chi legge che magari ha vissuto sulla propria pelle quanto narrato e che ci sia un bel finale.
Tra i vari esempi inizio con il riportarti un caso brillante che narra del superamento di un divorzio e di come crescere tre figli dopo una separazione. Tutto questo viene narrato in Il Colore delle magnolie, una serie di romanzi che ha spopolato nel mondo tanto da diventare una serie di Netflix. La dipendenza dalle droghe può essere un altro esempio o anche una storia più semplice come quella raccontata da Gail Honeyman in Eleanore Oliphant sta benissimo, Garzanti 2018.
Eleanore Oliphant sta benissimo, Gail Honeyman
Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo.
Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene.
Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre.
Mi chiama dalla prigione. Dopo averla sentita, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto.
E se me lo chiedete, infatti, io sto bene.
Anzi, benissimo.
O così credevo, fino a oggi.
Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E all’improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie paure, non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.
Anzi: benissimo.
Questo romanzo ha vinto il Costa First Novel Award e presto diventerà un film. Si tratta di una storia in cui si denota la forza, il dolore, ma anche la resilienza e la speranza di tornare a vivere.
Due parole sull’autrice…
Gail Honeyman è nata e cresciuta in Scozia, mentre ora vive a Glasgow; fin dai tempi della scuola la scrittura per lei è stata non solo un’attitudine, ma un sogno. Ha coltivato questo sogno con passione, fino a che non è divenuto un progetto a cui ha dedicato tutto il suo tempo. Questo progetto ora ha un nome ed è Eleanor Oliphant sta benissimo, diventato un vero caso editoriale, un bestseller venduto in 35 paesi.
Come hai notato anche tu caro iCrewer rinascita, amore, positività, serenità, voglia di tornare a vivere; sono questi i sentimenti che riempiono questi testi. Un altro esempio è il libro di George Saunders, Lincoln nel Bardo, edito da Feltrinelli nel 2017.
Lincoln nel Bardo, George Saunders
Febbraio 1862, la Guerra civile è iniziata da un anno, e il presidente degli Stati Uniti, Abraham Lincoln, è alle prese con ciò che sta assumendo tutti i contorni di una catastrofe. Nel frattempo Willie, il figlio prediletto di undici anni, si ammala gravemente e muore. Verrà sepolto a Washington, nel cimitero di Georgetown. A partire da questa scheggia di verità storica – i giornali dell’epoca raccontano che Lincoln si recò nella cripta e aprì la bara per abbracciare il figlio morto – Saunders mette in scena un inedito Aldilà romanzesco popolato di anime in stallo. Il Bardo del titolo, un riferimento al «Libro tibetano dei morti», allude al momento di passaggio in cui la coscienza è sospesa tra la morte e la prossima vita. È questo il limbo in cui si aggirano moltitudini di creature ancora troppo attaccate all’esistenza precedente, come Willie, che non riesce a separarsi dal padre, e il padre, che non riesce a separarsi dal figlio. Accompagnati da tre improbabili guide di ascendenza dantesca, assisteremo allo sconvolgimento prodotto nel mondo di queste anime perse dall’arrivo di Willie Lincoln, che è morto e non lo sa, e di suo padre, il presidente, che è come morto ma deve vivere per il bene del proprio paese. Sentiremo le voci – petulanti, nostalgiche, stizzose, accorate – degli spiriti e il controcanto della storia. Leggeremo nei pensieri di Lincoln e nella mente di suo figlio, uniti da un amore che trascende il dolore e il distacco fisico. Il romanzo si svolge in una sola notte, eppure abbraccia le epoche e arriva fino a noi, spaziando in un territorio dove tutto è possibile, dove la logica convive con l’assurdo, le vicende vere con quelle inventate, dove tragedia e farsa non sono due categorie distinte e separate ma un’unica realtà indifferenziata e contraddittoria, che proprio per questo appare spaventosa e viene negata. Come si può vivere, amare e compiere grandi imprese, sapendo che tutto finisce nel nulla?
Alcuni romanzi innalzano la fiducia in noi stessi e a credere che anche i sogni possano diventare realtà. Credo che il più conosciuto tra questa tipologia di romanzi sia Io prima di te di Jojo Moyes.
Io prima di te, Jojo Moyes
Sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell’autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni.
Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione.
A trentacinque anni Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto vittima e che l’ha inchiodato su una sedia a rotelle gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima, e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza.
Quello che invece ignora è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un’esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti variopinti.
Nessuno dei due, comunque, sa che la propria vita sta per cambiare per sempre.
Questa nuova tipologia di romanzi unisce dei libri che raccontano di persone reali che affrontano problemi ordinari e si manifestano con tutti i loro difetti o debolezze. Delle storie comuni, ma che non puntano a creare pietà o trame drammatiche, bensì delle narrazioni con cui ciascuno può immedesimarsi.
Come posso concludere questo articolo non citando il nostro Roberto Emanuelli i cui romanzi fanno sognare milioni di lettori e lettrici, che si tatuano sulla pelle le sue frasi. Citazioni che puoi trovare sui canali social, Facebook, Instagram e Twitter. Tra i suoi libri ti riporto come caso esplicativo E allora baciami, Rizzoli, 2017.
Roberto Emanuelli, E allora Baciami
L’amore, quello vero, quando arriva te ne accorgi ed è impossibile da dimenticare. Lo sa bene Leonardo, che non riesce a liberarsi dai ricordi da quando Angela se n’è andata. Ha avuto tante donne, ma nessuna può sperare di prendere il suo posto. E poi c’è Laura, la figlia di diciassette anni sempre più bella ma anche terribilmente distante.
Lei l’amore lo impara su internet, nelle parole di blogger che sanno sfiorarle il cuore come quel padre così silenzioso non potrebbe mai fare. Se sua mamma è fuggita, si dice, un motivo ci sarà pure. Già, ma quale? E come scoprirlo? La risposta gliela porterà il destino, al termine di un viaggio sorprendente, che per lei significherà trovare il coraggio di amare, per Leonardo la forza di ricominciare a farlo. Perché anche il più piccolo gesto d’amore è un miracolo, ma quel miracolo bisogna desiderarlo insieme.
Una storia di rinascita e di una bellezza senza pari.
Se il Feel Good diventerà o meno un genere a se stante non posso saperlo, ma una cosa è certa questi libri stanno facendo impazzire il mondo, le loro pubblicazioni aumentano di giorno in giorno e molti sono già diventati dei film.
Spero di averti incuriosito caro iCrewer, al prossimo articolo!