Galateo per ragazze da marito, Bompiani, Irene Soave
Premesso che sull’argomento inerente al galateo per le ragazze che cercano di farsi raccattare da un possibile marito io non ho la benché minima conoscenza, mi sono buttata sulla lettura di questo testo.
La stessa Irene Soave, giornalista del Corriere della Sera non molto più grande di me, è infatti nata nel 1984, dichiara in un primo capitolo, che fa da introduzione al testo e s’intitola Come è fatto questo libro, che esso sia nato per una sua passione nel collezionare galatei. Suggerisce inoltre al lettore di leggere Galateo per Ragazze da marito come un documento. Un testo in cui vengono raccolte informazioni che l’autrice ha esaminato nel corso dei suoi studi e che esprimono le usanze di una società. È appunto con questo spirito che io l’ho letto.
In Galateo per ragazze da marito puoi trovare non solo un’analisi dei Galatei. Nel testo è possibile reperire informazioni ottenute in opere come L’Enciclopedia della donna, Fratelli Fabbri (1962-1966). Ci sono dati presi in rubriche contenute in giornali più o meno moderni come Saper Vivere (1955-1978), Grazia, (1978-1984), Gente. Insomma una cultura enorme che trovo una passione abbastanza insolita, per una giovane che è nata dopo gli anni ottanta.
Conoscenze che hanno portato Irene Soave a scrivere Galateo per Ragazze da Marito, un romanzo in cui vi è un’affascinante documentazione relativa a questo modo di usanze in vigore nei tempi passati e che è giunto sino a noi. Il libro fa riflettere e mostra al lettore come questa cultura sia radicata anche in noi che ci consideriamo donne libere e indipendenti e riteniamo vecchie e antiquate le regole con cui in parte anche le nostre mamme si sono dovute confrontare.
Mi sono piaciuti i rifermenti alle donne a noi contemporanee come Kate Middleton di cui non ho visto il matrimonio: faccio parte di quella percentuale della popolazione a cui non ne è fregato assolutamente nulla. Sono interessanti le informazioni relative ad altre donne come Meghan Markle di cui comunque io non sapevo nulla per lo stesso motivo per cui non mi ha interessato il matrimonio della Middleton, come quello di qualunque altra donna celebre. Personalmente faccio fatica ad andare al matrimonio dei miei parenti e amici, figuriamoci se mi vado a incuriosire per i festeggiamenti di celebrità che non conosco.
Ho trovato gradevoli i riferimenti a film che ho visto e non particolarmente amato come Il Diavolo veste Prada. Ho apprezzato i toni ironici e lo sforzo fatto dall’autrice a invogliare il lettore a proseguire nella lettura del testo, ma l’argomento per chi non ne è interessato è davvero complesso da digerire.
Non voglio fare una polemica con quanto ha esposto nel suo libro Irene Soave, anche perché come ho detto all’inizio di questo articolo non ne avrei mai le competenze. Quello che voglio dire è semplicemente che di tutte queste regole e del mondo dei matrimoni in generale personalmente non me ne sono mai curata e seguire questo libro mi è stato particolarmente difficile. L’unica cosa di cui ho una vaga reminiscenza sono i detti che ci sono nella parte centrale del testo, frasi del tipo: Vince chi fugge, Arriva quando non lo cerchi. Espressioni che le amiche si passavano a vicenda nei tempi dell’adolescenza, mi sono anche ritrovata un pochino nel concetto del Gli uomini scappano, perché gli spaventi a cui io ho sempre risposto con un nuovo diploma, una nuova laurea e un meglio così. Ancora oggi mio marito dice che a volte lo spavento e vorrebbe fuggire, ma ormai l’ho maritato per cui si arrangia, anche perché gli ricordo spesso che in caso di divorzio lo spenno e quindi alla fine mi sopporta.
A parte gli scherzi. Il libro è davvero complesso, la lettura difficoltosa e l’argomento a mio personale parere antiquato. Per molti versi assomiglia ai volumi di Antropologia Culturale, unica materia del mio corso di Laurea in cui non brillavo particolarmente e forse quello che manca sono le esperienze nel mondo reale.
Irene Soave sottolinea spesso la contrapposizione tra quanto scrivevano le autrici di questi galatei o di chi curava le rubriche o le scrittrici delle opere riportate e la vita che conducevano nella realtà. Della serie: predica bene e razzola male. Forse è questo che manca in questo agglomerato di regole un maggiore esame di come vivevano realmente le persone che leggevano e scrivevano queste regole. L’autrice compie una sorta di passo verso questa direzione, ma forse dovrebbe ampliare questo sforzo per creare un vero e proprio manuale di antropologia il cui elemento cardine sarebbe appunto l’osservazione diretta.
Per questo scopo penso che potrebbe interrogare le nostre nonne, le nostre mamme oltre che riportare la documentazione relativa a persone celebri i cui matrimoni lasciano il tempo che trovano e poi indagherei su altri fattori importanti che nel libro sono stati accennati come i matrimoni in bianco, i matrimoni che ci si sente costretti a mantenere anche se sarebbe preferibile che la coppia in questione si separasse. L’aumento esponenziale dei divorzi, la diminuzione dei matrimoni, l’aumento dell’età in cui ci si sposa e il matrimonio tra coppie dello stesso sesso, chissà se anche in questo caso vi sono norme di galateo?
Le mie ovviamente sono solamente ipotesi di una persona che a tutti questi argomenti è veramente troppo estranea.