Francesca Schiavone l’ho sempre molto seguita e apprezzata. Fa parte di quella generazione di outsider che guardi sempre con ammirazione, anche se il tempo delle gare si è concluso. Non è solo un mio punto di vista, la campionessa di tennis rimane nella memoria collettiva come agonista, ma anche come persona. Le personalità fuori dal comune colpiscono e attraggono, le guardi e ti chiedi quale è il segreto del loro successo.
Nel caso di Francesca Schiavone non è poi così difficile spiegarselo. La sua è sempre stata una personalità forte, grintosa, una volontà di ferro, capace, nonostante un fisico non imponente, di stupire per il suo gioco veloce ed esplosivo. In una parola, una leonessa, soprannome che l’ha sempre accompagnata dentro e fuori dal campo.
Francesca Schiavone la vita e la carriera di una leonessa del tennis
Esplosiva anche la sua carriera prima che la malattia la colpisse nel 2018 costringendola al ritiro. Il successo in singolare conquistato nel 2010 al Roland Garros, un match straordinario conquistato con la consapevolezza che uscire vittoriosa avrebbe dato il giusto senso a tanti sacrifici.
Avevo due sogni nella mia carriera: vincere il Roland Garros e diventare una Top 10. Li ho realizzati e sono davvero felice
Non è stato l’unico successo: tre vittorie nella Fed Cup, 2006, 2009 e 2010, otto titoli WTA nella sua bacheca e nel 2011 ha raggiunto la quarta posizione nel ranking mondiale. Una personalità forte ma anche controversa spesso controcorrente come la dichiarazione rilasciata nel 2011.
“Per una donna, il sesso prima di un match non solo è ammesso. E anche fantastico! Alza gli ormoni, porta vantaggi da tutti i punti di vista.’’
Per brillare soprattutto nel tennis più che le qualità sono le caratteristiche personali a determinare un campione. È necessario superare quella linea sottile della normale attitudine per scoprire cosa spinge un atleta a trasformarsi in un campione.
Francesca Schiavone i segni particolari li ha sempre esibiti e sono stati fondamentali. Il rovescio ad una mano, l’essere sempre diretta nei modi e nel suo gioco, senza fronzoli ma efficace, incisivo, pungente.
È rimasta una leonessa anche quando nel 2018 ha scoperto di avere un tumore. Decisa anche nella scelta di ritirarsi e cominciare una seconda vita.
“Ho affrontato la battaglia più dura della mia vita contro un tumore maligno, ma sono riuscita a vincere. Oggi vivo di felicità, e sono pronta ad affrontare nuovi progetti”.
Francesca Schiavone la sua autobiografia
A 40 anni Francesca ha finalmente vinto la sua gara più importante contro il cancro. Dal mondo del tennis ha trasferito i suoi interessi alla ristorazione aprendo un bistrot a Milano senza tralasciare il suo progetto di raccontarsi in una importante autobiografia. La mia rinascita edita da Mondadori racconta la sua vita , dai primi passi nel tennis fino al grande successo al Roland Garros, la malattia, la guarigione, il ritornare a sperare in un futuro fatto di sogni e progetti.
Sul campo da tennis non si è mai risparmiata. Che fosse dopo una vittoria o una sconfitta, ogni volta si è rimboccata le maniche per dare di più, con la consapevolezza di poter fare sempre meglio e di dover dare una disciplina ai suoi sogni. Giorno dopo giorno ha costruito se stessa come tennista e come persona, e così, pur avendo meno muscoli e centimetri di moltissime avversarie, è arrivata a essere la numero quattro al mondo.
Ma questa è solo la sua «prima vita». Poco dopo la sofferta decisione di ritirarsi, nel 2018, arriva inaspettata la diagnosi della malattia: un tumore. Inizia così la sua «seconda vita», nella quale deve lottare ancora una volta, con tutte le sue energie, contro un avversario ben più temibile. Per fortuna ha accanto le persone care, che si stringono attorno a lei per farle forza. E così, nonostante sia la partita più dura che abbia mai affrontato, con la grinta e la tenacia che la contraddistinguono, la Leonessa non molla, combatte.
In questo libro, intimo e intenso, il racconto dei primi momenti importanti: la carriera tennistica, le vittorie, gli allenamenti – si intreccia alla battaglia contro il tumore e al racconto del dopo, il presente e i progetti per il futuro. Ed emerge come ogni ostacolo, ogni sfida sono stati per Francesca un insegnamento, che le ha permesso di rialzarsi e proseguire più forte. L’importante, per lei, è non smettere mai di guardare avanti. Ed è così, con la testa alta e piena di progetti, che muove i primi passi della sua «terza vita».
In bocca al lupo per tutto Francesca te lo meriti!